venerdì 30 dicembre 2011

Emozioni - Laura Pausini

Dopo aver parlato dei Cure, del grunge e dei Jamiroquai, mi tocca fare una sterzata brusca e fare la recensione del concerto di ieri sera.
Il mio regalo di Natale alla biondina è stato il CD e due biglietti per l'ultima data dei concerti al forum di Assago. Due ottimi biglietti, va detto. Primo anello numerato centrale, lato corridoio senza nessuno dietro. Una botta di culo avuta al banco tiket-one del mediaworld quando oramai ero rassegnato al parterre. Il che mi avrebbe anche permesso di risparmiare, visto il prezzo non proprio popolare, ma la biondina è nana e quindi sotto al palco non avrebbe visto nulla.
Prima sorpresa la scritta gigante all'ingresso del forum, dove si sono fatte fare la foto praticamente tutte le ragazzine che passavano di lì, e la biondina (che pur ragazzina non lo è più) non ha potuto esimersi.


Non è il primo concerto di Laura che vedo e, al di là del mio atteggiamento prevenuto delle prime volte legato al tipo di musica che produce (pop melodico italiano), che può piacere o non piacere, va detto che lei lo propone con onestà e convinzione.
Senza troppi giri di parole posso dire che è stato uno spettacolo magnifico.

Scenografia bellissima, effetti speciali e una regia impeccabile.

C'era tutto quello che ci si può aspettare da uno spettacolo di livello internazionale: corpo di ballo (anche se lei non ha ballato, giustamente mi viene da dire: non è mica Beyonce), audio perfetto, luci e scenografia allo stato dell'arte. Ho visto quello che, in scala diversa, mi sarei aspettato da una come Madonna (per dire).

C'è stato il momento dance (partito con la canzone Surrender) che ad un certo punto è diventato un vero e proprio deejay set con ballerini illuminati scatenati (sembrava un video dei Daft Punk) con alcuni richiami alle hit del momento, come il famoso Barbra Streisand modificato con il nome della Pausini.
C'è stato il momento rock (il pezzo nuovo che canta con la Gianna Nannini) con sette chiatarre sul palco e svariati assoli di basso, batteria e chiatarra.
C'è stato il momento unplugged, e su questo gente come lei non deve imparare niente da nessuno.
C'è stato il momento latino-americano con una montagna dai percussioni sul palco.

Dal punto di vista vocale, è stata praticamente perfetta: non si è risparmiata in nessuna canzone (non come certi cantanti dove, quando c'è un acuto, fanno cantare il pubblico) e nonostante questo mi cascassero le orecchie se ho sentito una sola nota calante.

In definitiva, due ore e un quarto volate via con leggerezza.
Laura (in amicizia detta la pausetti) è una vera professionista che ha capito quello che il moderno mercato della musica vuole: finita l'era dei grandi guadagni con la vendita dei dischi, i cantanti cercano di confezionare spettacoli itineranti completi da proporre come un moderno e spettacolare circo.

L'unico appunto che  mi sento di fiare è per i costumi: forse non ne capirò niente, ma Cavalli ha fatto delle cose inguardabili.
Era molto meglio re Giorgio

Un ringraziamento particolare va alla nonna, senza l'aiuto della quale il problema questo bimbetto dove lo metto avrebbe pregiudicato la possibilità del regalo.

giovedì 29 dicembre 2011

Parole a raffica (al telefono)

Ciao bimbo, raccontami, cosa hai fatto oggi?

Ho fatto la nanna poi con la luli ho giocato ma la mamma ha detto non correre e la nonna e il nonno sono arrivati e poi con la macchinina e la ruspa col postino pat delle paperelle alla televisione ... eeeee ... è passata l'ambulanza della nonna bis e i cagnoloni gridavano e io ho detto cuccia lì ... eeeee ... al famila il toton del soldino poi c'erano i bimbi brutti sull'elicottero allora io piangiavo ... eeeee ... il cicci con le patatine poi la mamma mi ha dato la mela e io prometto il cioccolato, ma non tanto che la dottoressa ha detto di mangiare poco cioccolato, sennò viene la caghetta e il vomitino ... eeee ...

ehm, bimbo, mi ripassi la mamma per favore?

lunedì 26 dicembre 2011

Babbo a domicilio: nomination per miglior attore protagonista

A casa nostra Babbo Natale non è passato di notte, ma alla mattina.
Anche piuttosto tardi: saranno state le otto e mezza.

Grande pezzo di teatro postcontemporaneo, una pìece che potremmo chiamare Babbo a domicilio. Soggetto della biondina, sceneggiatura mia.

La versione del papà:
Convinto dalla biondina decido di uscire con due borsoni (quelli della spesa) piena di pacchetti e pacchettoni. Nell'esatto momento in cui apro la porta per uscire di casa si sente dalla cameretta: Papààà. Bionda: cosa facciamo? Io: digli che sono uscito a correre! Nel frattempo vado nel box a cercare (nello scatolone degli addobbi natalizi) il vestito da Babbo che avevo comperato quanche anno fa. Mi cambio al freddo del box e la barba mi lascia chili di peli bianchi in bocca, e non riesco proprio a farla stare ferma. fondamentale prima di uscire dal box, controllare se la finestra dei vicini è chiusa, sarebbe imbarazzante da spiegare! Per non farmi riconoscere decido di utilizzare lo stesso metodo del Batman di Nolan: un ottava sotto il rutto. Sembra funzionare. La mia vista sembra metterlo in imbarazzo, comunque mi risponde quando gli chiedo il nome e cognome e mi dice di aver fatto il bravo. Lascio le borsone davanti alla porta e poi me ne vado a ricambiarmi. Per poi godermi l'apertura dei pacchetti.

La versione del bimbo:
il papà non c'è (la mamma mi ha detto che è andato a correre) e appena sveglio, mentre sono sul divano ad aspettare di bere il mio latte della colazione, sento bussare alla finestra. Io mi spavento e vado in braccio alla mamma a vedere chi è. E' babbo natale, forse un po più magro e più bello di quello che mi sarei aspettato e con il vocione chiede: abita qui il bimbo? Io timidamente rispondo di si. Lui dice di avere dei regali per me ma mi chiede se sono stato un bimbo bravo quest'anno. Io naturalmente ho risposto di si (cos'altro avreste fatto voi al mio posto?). Allora quel bell'uomo lascia un borsone immenso davanti a casa e se ne va via velocemente. Probabilmente aveva le renne parcheggiate in seconda fila e doveva andare alla svelta. Però, che simpatico Babbo Natale! Il papà è rientrato subito dopo che Babbo natale se n'è andato. Mi sa che stamattina ha corso proprio poco!

BUONE FESTE!

venerdì 23 dicembre 2011

Il piffero

Un altro post della serie: questa è colpa mia.
Quando un genitore ha una passione nella vita, vorrebbe trasmetterla a suo figlio, in un modo o nell'altro.
Per questo io spero che il bimbo diventi uno sportivo, la biondina in particolare vorrebbe che imparasse il karate, mi piacerebbe che amasse gli animali, che gli piacesse la montagna, ecc.
E anche che ami la musica non solo dal lato dell'ascoltatore.
Per questo motivo, fin da piccolo gli abbiamo comperato degli strumenti giocattolo: dal tamburo, a diverse tastiere e pianoforti, fino ai più recenti strumenti a fiato.

 E fin qui tutto abbastanza normale.
Quale bimbo non ha un tamburo a casa con cui movimentare le serate dei suoi genitori?

Però tutto cambia quando il papà è un  professionista ( ha , ha ) e suona sul serio, tanto che il bimbo ha una voglia matta di emularlo.



Quindi questo è il mio clarinetto in sib completo di Noblet Paris in ebano e argento a confronto con la sua diamonica comperata al supermercato a 5€ (e l'ha già rotto: il sol basso e il si non funzionano più).
Lui la chiama il suo piffero.
E, per rendere il tutto il più credibile, spesso mi ruba il mio libretto delle marce e fa finta di leggere la musica.
 
Inutile dire che sono sommamente contento di questa cosa e che anche se so che per lui ora è solo un gioco divertente, con l'anno prossimo comincerò a portarmelo alle prove della banda, sperando che con il passare degli anni si appassioni.
 
... anche se purtroppo dovrà cambiare strumento: non penso siano mai state scritte le partiture per piffero.

mercoledì 21 dicembre 2011

Vorrei ma non posso

Quando mi capita (come oggi) di andare per qualche appuntamento a Milano sotto l'ora di pranzo, cerco di organizzare la giornata in modo da avere delle cose da fare nel primo pomeriggio sempre nelle vicinanze.
Per ottimizzare il tempo e il lavoro.
Ma anche per un motivo molto meno nobile e più personale, cioè che m i piace, per un'oretta o poco più, andare in centro a fare shopping virtuale nei miei negozi preferiti.
I miei negozi preferiti (o per lo meno quelli in cui mi piace passeggiare senza un motivo preciso e perdermici) sono i multimedia delle varie catene come il Ricordi Mediastore, le Messaggerie Musicali e affini.
E per shopping virtuale intendo quel girovagare inconcludente tra i vari settori senza, alla fine, comprare niente.
Anche oggi, tra un incontro in associazione nazionale estrattori lapidei e un sopralluogo in cava a San Donato Milanese, ho mangiato alla svelta un cappuccino con un muffin ai mirtilli (slurp) e ho passato un ora e mezza sfogliando, ascoltando e topiccando (neologismo dialettale).

Si comincia al reparto musica, ma oramai i cd non li compra più nessuno e alla fine il percorso si trasforma in un appunto mentale con le novità e i classici che potrebbero piacermi e la promessa (quasi sempre disattesa)di scaricarli dal mulo.


Poi si passa al reparto strumenti musicali, con il reparto fiati. Ma a dire il vero sono tutti pezzi da studio che costano poco e valgono meno, ma snobbare i ragazzini col chiodo che guardano le fender e passare al reparto "musicisti veri" non ha prezzo.


Poi tocca al reparto video e stavolta sono stato sedotto (e abbandonato) dalla collezione completa in Bluray della sacra esalogia, ma ho dovuto desistere per una serie di motivi: 1) la collezione completa costa 100 €, 2) ho già tutti i DVD e, se avessi comprato anche questi, sarei stato cacciato di casa per manifesta incapacità di intendere e di volere, 3) ... e comunque non ho il lettore Bluray. Ma, a margine, quanto sono fiche le moleskine serie speciale Star Wars con scritto: tu sottovaluti il lato oscuro oppure ... in una galassia lontanta, lontana.


Reparto libri dove per libri intendiamo, in prima battuta i fumetti. E' il reparto in cui si perde più tempo a sfogliare certi libroni con prezzi che lèvati.
Come certe edizioni lussuosissime e completissime di roba americana. Vedasi il Conan di Buscema a 25€ come entry level.
Di passaggio si segnala la promozione di una autore che potrà anche aver vinto il Nobel per la letteratura, ma ai teletubbies può solo allacciare le scarpe.
Sempre sul cartaceo, ecco un altro dei miei angolini preferiti. Stavolta ho scovato l'edizione economica di Yperion di Simmons (economica si, però sono comunque quattro tomi da un deca l'uno). E aggiungiamoci anche la scimmia per il ciclo della guida galattica per autostoppisti di Adams. Gli Asimov non li guardo più neanche.
E prima di arrivare alle casse si passa davanti al reparto architettura. Che anche se ho oramai abbandonato del tutto le velleità artistiche, sfogliare certi cataloghi ti da una vera dose di bellezza, equilibrio ed armonia.


Da qualche anno poi ha sempre più spazio la vendita di elettronica, quindi, come in un qualsiasi mediastore, ma con un approcio più easy, ti puoi mettere a giocherellare con l'i-pad 2.
O con tutta la gamma reflex della Canon, con anche certe proposte decisamente professionali.


Poi ti scappa l'occhio all'orologio e: azz, sono già quasi le due, devo scappare.
... e con la scusa della fretta, per non dover scegliere cosa comprare, non si compra niente.

domenica 18 dicembre 2011

E' già passata una settimana? ... davvero?

La settimana appena passata, la penultima prima di Natale, è stata un delirio che ha portato superlavoro, superimpegni, malanni e di conseguenza stanchezza, irritabilità e scazzi.
Il superlavoro si è tradotto in una settimana di ingresso in ufficio mezz'ora prima del solito, rientri mediamente in ritardo e pranzi di lavoro in giro a coprire due visite di sorveglianza per la certificazione del sistema di produzione inerte e due conferenze dei servizi con provincia, arpa, regione, comuni, ecc (tra cui una era un sopralluogo, che vuol dire tutto il giorno in mezzo ai campi nella nebbia e al freddo).
Superimpegni dal punto di vista della banda con due prove questa settimana per il concerto di domenica sera e poi la riunione di chiusura dell'anno podistico con il gruppo del mio paese (altra sera fuori casa) e per finire il mio solito allenamento piscina e pista di atletica.
E per finire ci mettiamo il carico di un bel gastrointestinale al bimbo che, all'apice, ha passato la notte tra mercoledì e giovedì nel nostro lettone tra caghetta e vomito (un po' dove capitava).
Ma ora il bimbo stà meglio, e tutti noi siamo più rilassati.

Si perché nei momenti di carico e di stress la pazienza che ci vuole è enorme.
Ed è un attimo che partono gli scazzi tra mamma e papà.

... dai, stringiamo i denti e corriamo ancora una settimana fino a Natale, poi mi aspettano quasi due settimane di ferie, e con la calma necessaria potrò godermi le feste e la mia famiglia come è giusto sia.

sabato 10 dicembre 2011

Giro del cortile a tappe

Dopo la moto e il triciclo, il bimbo ha imparato ad andare sulla biciclettina con le rotelline.
E' già qualche mese che l'abbiamo comperata, e dopo l'empasse iniziale, si può dire che è diventato bravissimo.
Quando la temperatura lo permette, lo troviamo in cortile con che gira da solo o meglio ancora in compagnia mia o della mamma a fare le "gare".
In questa foto era già completamente buio, ma lui non demorde!

Qui si vedono in competizione una Wilier Triestina da più di 3.000 € e la biciclettina con le rotelle da 60 €.
Inutile che vi dica chi vince!

martedì 6 dicembre 2011

Pensioni e magoni

Questa è l'immagine della politica italiana oggi ...


... ed è un immagine che tutto sommato non mi dispiace.

Spieghiamo meglio.
Il governo Monti lunedì ha presentato l'ennesima "manovra fondamentale per evitare la bancarotta in Italia" (ma non era quella di quest'estate?) in cui una delle parti più pesanti ed odiose è la riforma delle pensioni. Pesante ed odiosa dal punto di vista sociale, ma assolutamente indispensabile e troppo spesso procrastinata.
Stamattina ho controllato sul Corriere della Sera e, a meno di sorprese, un lavoratore dipendente nato nel '74 e che ha cominciato a versare i contributi nel 2001 (io) andrà in pensione a 71 anni.
E' giusto? E' equo?
Forse si. Non mi garba, ma forse non c'è altro modo.

Che poi verso questo governo, benvoluto da (quasi) tutti e osannato all'estero, io ho sentimenti contrastanti.
Se da un lato un governo formato da tecnici, cioè persone competenti nel ramo in cui sono chiamati a prendere decisioni (che sembra una cosa banale, ma non lo è assolutamente) è una cosa buona e giusta, da un altro punto di vista è la sconfitta della democrazia.
Perché questo governo non l'abbiamo scelto noi, né come persone (cosa assolutamente auspicabile in un sistema elettorale giusto) né come composizione dei partiti (come si fa con il porcellum).
Questo governo ce l'ha imposto la crisi.
Oppure, se vogliamo dirla in un altra maniera, ce l'hanno imposto la Merkel, il Sarkozy e Standard & Poor's.

Al di la di questi ragionamenti mi sono chiesto: e se questa manovra l'avesse fatta il governo Berlusconi, sarebbe stata diversa?
Io penso di no. Le differenze, se ci fossero state, sarebbero state minime. Solo che Silvio ha pensato bene di "fare il passo indietro" nel momento per lui ideale: che l'amaro calice delle misure impopolari lo beva qualcun altro!
Forse sarebbe cambiato il modo di presentarlo: invece delle barzellette del presidente, abbiamo assistito allo sforzo serio e condivisibile di un gruppo di persone distinte che, nel momento in cui dovevano annunciare in dettaglio i sacrifici che ci aspettano, si sono dimostrati misurati e contegnosi.
Fino alla turbamento dovuto alla tensione e alla commozione del ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero.
Ho apprezzato tantissimo questa cosa.
Era come se una mia vecchia zia mi stesse portando una brutta notizia, e nel farlo condividesse con me la delusione del momento. Perché comunque ci tiene a me, e pensa che un po' della mia delusione sia anche colpa sua.

Quindi, ritornando al vecchio governo ed al suo modo di fare politica: tenetevi pure le veline e gli arrivisti politici, io preferisco gente seria.
Tenetevi pure la Carfagna, io preferisco la Fornero.

... o forse no.

domenica 4 dicembre 2011

Il mio kiropratico

Sempre per la serie rimedi naturali e medicina alternativa.

E' qualche giorno che ho un dolorino nella parte interna del ginocchio sinistro.
Sinistro presagio.
O forse no, è solo un po di infiammazione.

L'altro giorno il bimbo stava giocando con i suoi attrezzi da carpentiere e mi ha visto che mi stavo massagiando. Come al solito si è interessato alla situazione.

Papà, che cos'hai?
Niente bimbo, mi fa un po' male il ginocchio.
E' rotto?
Ma no 'ccci tua, ma figurati, non è niente.
Aspetta, lo aggiusto io.


Per fortuna martello e chiodo erano di plastica leggera, sennò altro che menisco!

venerdì 2 dicembre 2011

[Padre - Figlio I] E' tutta una questione di sensibilità


Io sono molto diverso da mio padre per cultura e sensibilità.
La differenza culturale non dovrebbe essere così palese, perché a ben vedere le basi sono le stesse, ma cambia e di molto la strada che poi ho intrapreso dal punto di vista relazionale, intellettuale, contestuale e sociale.
Per quanto riguarda la sensibilità, questa è diretta conseguenza delle altre differenze. Non dico che lui sia un orso delle caverne e io un fine esteta, diciamo che io, avendo avuto più tempo da dedicare alla ricerca ed allo studio del "bello", ho avuto modo di esercitare di più la mia emotività.

Tutto questo preambolo è necessario, per poter arrivare a rispondere a questa domanda:
Perché il rapporto che mio padre aveva con me quando ero piccolo è così diverso da quello tra me e il bimbo?

Ed è una tendenza generale. Infatti, a meno di casi eccezionali di padri degli anni '70 particolarmente illuminati o di padri di oggi sciagurati, la trasformazione del rapporto padre-figlio è da considerarsi generazionale.
Perché i nonni ai loro tempi non cambiava il pannolino.
Mentre io sono quasi più bravo della bionda in questa arte.
Perché i nonni ai loro tempi non stavano troppo a giocare con i loro figli, almeno fino a quando non diventavano abbastanza grandi (diciamo 6 anni).
Mentre io passo tantissimo tempo a giocare con lui, sia ora, sia quando era più piccolo.
Perché i nonni ai loro tempi, quando i bambini si svegliavano di notte, non andavano a coccolarli.
Mentre io e la biondina ci dividiamo equamente questo compito.
Perché i nonni ai loro tempi non avevano molto tempo da dedicare alla famiglia, un po' perché magari lavoravano più di adesso, un po' perché era normale alla sera uscire e andare al bar.
Mentre io dedico quasi tutto il mio tempo libero al bimbo e alla biondina (e al bar non ci sono mai andato).
Perché i nonni ai loro tempi non dicevano molto spesso ai loro figli ti voglio bene.
Mentre io lo dico continuamente (e prima o poi o il bimbo comincerà a dirmelo anche lui spontaneamente, oppure si stuferà e mi dirà di smetterla).

E questa non è una critica a mio padre per come mi ha cresciuto, perchè ho avuto un infanzia felice e credo di essere cresciuto in serenità e equilibrio. Quindi lui non ha sbagliato.

Ma tornando alle differenze di approccio, la risposta alla domanda che mi sono fatto prima è che si tratta di una differenza di sensibilità.
Io (e tutta la mia generazione) ho una sensibilità diversa rispetto a quella di mio padre.
Oltre a essere padre cerco, per alcuni aspetti, di essere anche madre.

Questo è un bene o è un male per la crescita di mio figlio?

Questi ed altri aspetti nei prossimi post ...

martedì 29 novembre 2011

Piccoli allevatori crescono 3

Altra puntata del serial sul futuro dell'agricoltura nella bassa lodigiana.
Perchè un conto è dare da mangiare alle mucche, un conto è raccogliere l'erba per i coniglietti, ma adesso stiamo imparando pure a fare il pastore.
Ma non il pastore di pecore o di capre (peraltro comunque presenti in cascina e prima o poi faremo anche quello) ma pastore di maiali.
Più precisamente maialini nani vietnamiti.
Più precisamente peggy.


Ma appena peggy accenna a voltarsi indietro, lo vedi scappare a gambe levate!

venerdì 25 novembre 2011

Medicina alternativa

Questi giorni mi sto portando dietro una fastidiosissima sindrome parainfluenzale.
Che vuol dire raffreddore, mal di gola, catarro a strafottere e addirittura due (due!) giorni di malattia a casa dal lavoro.
Non capitava dal 2008.

Per fortuna che c'è chi pensa alla mia salute con rimedi naturali di medicina alternativa a base di fantasia, coccole e risate.

no bimbo, oggi non posso uscire in cortile a giocare, ho il mal di gola.
ah, ba meglio, aspetta che mettiamo il cerotto ...

va a ravanare nei cassetti e torna con il rotolone dello scotch di carta

etto tatto, così poi passa il bibi

mercoledì 23 novembre 2011

Sketchbook

Il bimbo scrive.
C'ha preso gusto e, oltre ad arcobalenarsi le mani, sul suo tavolino da artista crea capolavori che poi dona a tutti i suoi congiunti.

Sarà dritto? ... bho!
Il giochino è questo: qualche tempo fa mi ha creato uno i questi (... hem ... quadri, scritti, disegni, installazioni?) e me lo ha portato tutto contento. Io ho esclamato felice: ooohh, grazie bimbo, è un bellissimo regalo!, lo tengo qua vicino a me.
Da allora spesso, e senza un motivo preciso, mentre sta facendo qualcosa, ad un certo punto si alza e va in camera dicendo: papà (o mamma, o nonni) aspetta lì, vado a farti il tuo regalo!

Questo dovrebbe essere un elicottero (!!?!?!?)
E quando ritorna e ti ha consegnato il capolavoro, se tu non dici niente si mette li davanti con l'espressione interrogativa, le mani dietro la schiena e, con la modestia che lo contraddistingue, ti chiede riscontri: ti piace? è bello eh?

Si bimbo, è bello-bellissimo.
Grazie.

lunedì 21 novembre 2011

Midi-chlorian

Qualche giorno fa. Non mi ricordo più neanche quale fosse la situazione contingente, o cosa stavamo facendo, ma ad un certo punto ricordo con precisione questo dialogo:

Bimbo aspetta, vengo ad aiutarti ...
no papà, io sono un bimbo grande, io sono un cavaliere jedi.

Un tuffo al cuore ... bellodepapà.
Passato il momento emozione, non ho potuto far altro che rotolarmi a terra dal ridere.

Sapevo che i midi-chlorian erano in concentrazione elevata nella mia linea di sangue, e che mio figlio era un bambino speciale, ma che addirittura sia destinato a portare l'equilibrio nella forza ...

Da oggi comincia l'apprendistato: io sono il suo maestro jedi e lui è il mio allievo padawan.

... e che la forza sia con noi!

venerdì 18 novembre 2011

Lodi relay marathon - 13/11/2011

Domenica scorsa, prima mattina effettiva di inverno, sveglia ad orario antelucano per essere alle 7 in centro a Lodi.
A far che?
Ma che domande, a correre.



Il GS marciatori lodigiani insieme alla sezione lodigiana del Movimento per la Lotta alla Fame del Mondo si è inventata un ibrido interessante tra una campestre (come ce ne sono tante nei dintorni) e una corsa podistica vera e propria. Praticamente una maratona a staffetta non competitiva in cui una squadra di quattro "atleti" percorre i 42 su un circuito di 10,300 km (la prima frazione invece è di 11,300, per far quadrare i conti) tra città e strade sterrate lungo l'Adda.
Io e la biondina siamo stati cooptati dalla nostra associazione podistica per far parte delle quattro squadre che poi hanno partecipato, io nella squadra di quelli che vanno forte (yeee, come sono figoooo) e la biondina in quella dei pensionati (buuuu).
Siamo partiti insieme nella prima batteria e il mio percorso l'ho completato in un ottimo 51' 16" (passo 4' 32" /km). Bello il percorso e ben presidiato da vigili, volontari e protezione civile. Ottimo pacco gara (in rapporto ai miseri 3€ versati) comprendente anche la medaglia e una maglietta.

Osservazioni:
Vabbè che era una non competitiva, ma una maratona a stafetta avrebbe avuto molto più senso con una classifica d'arrivo. Non dico le singole frazioni, ma almeno il tempo finale cumulativo di tutta la squadra si poteva prendere con poco sforzo e una sola persona con un cronometro: alla fine erano solo 80 team.
Altro suggerimento: il percorso secondo me avrebbe dovuto passare in centro, in modo da dare risalto alla cosa, soprattutto visto lo scopo benefico della vicenda. Magari con un gazebo dell'associazione MLFM nella piazza principale che spiegava la manifestazione e chiedeva fondi.

Bella.
Mi è piaciuta.
L'anno prossimo ancora.

mercoledì 16 novembre 2011

Nobel per la letteratura

Il signor Tomas Tranströmer, poeta svedese premio nobel per la letteratura quest'anno, io non lo conosco.
Magari è lo scrittore perfetto, colui che ha scritto cose che possono portare l'arte a livelli che io non potrò mai neanche immaginare. La persona che con la sua scrittura ha elevato noi poveri mortali ad un livello superiore.

Ma per quanto posso sforzarmi, io non riesco a immaginare un libro più importante, più fondamentale, più perfetto di questo qui:

E' uno dei numerosi libri del bimbo, ma questo gli piace talmente tanto che tocca leggerglielo continuamente, anche svariate volte di fila una dietro l'altra.
Lo ha ascoltato talmente tante volte che lo ha imparato a memoria.

Dice: oohh, ... esagerato!
E allora ecco la prova:


PS: E se qualcuno si era chiesto dove ero finito e perchè non postavo più niente da quasi una settimana, i motivi sono due: il primo è banalmente il lavoro, il secondo è che mi sono messo ad editare questo video, ed io che di queste cose non ne avevo mai fatte, ci ho messo una vita.

mercoledì 9 novembre 2011

Stile aziendale

Il 26 di ottobre è morto Sergio Bonelli, come ho già scritto qui.

Come tante, tantissime persone sono andato sul sito della casa editrice a scrivere una frase di commiato nello spazio a questo dedicato.
Non l'avevo mai fatto prima.
Non l'ho fatto neanche in altri casi recenti come per Jobs o Simoncelli, dove sembravano tutti impazziti e tutti hanno cambiato le loro immagini di facebook con la mela morsicata o il 58.

Si è visto in questi casi (con alcuni gradi di separazione dovuti alla telegenicità del protagonista) che c'è stato il trionfo dell'idea televisiva che ha travalicato (e di molto) gli indiscussi meriti dei personaggi. Gente che fino al giorno prima non sapevano chi fossero queste persone, hanno scritto su FB o su twitter cose come "non ti dimenticheremo mai" non sapendo nient'altro rispetto a quello letto nei precedenti due minuti.

Ecco, Bonelli in questo ha avuto la fortuna di essere meno conosciuto a livello mediatico e questo, a mio avviso, ha permesso di avere un approccio al lutto più misurato e elegante.

Prova ne è stata la mail che ho ricevuto l'altro giorno:

SERGIO BONELLI EDITORE


GRAZIE!

Caro lettore,
data la grandissima quantità di messaggi di cordoglio, di ricordo e di affetto che sono arrivati sull'apposita pagina del nostro sito Internet in queste settimane, contrariamente alla nostra tradizione, che prevede di rispondere a tutti coloro che ci scrivono con una lettera personale, abbiamo deciso di ricorrere a un'email di ringraziamento dal contenuto comune a tutti.
Siete stati davvero in tanti, con le vostre parole e il vostro pensiero, a dimostrarvi vicini alla famiglia di Sergio Bonelli e a tutti noi della redazione di via Buonarroti, e volevamo riuscire a dirvi sinceramente grazie.

La Redazione di Sergio Bonelli Editore

Ed allegato c'era un regalo, una tavola di quel genio di Celoni, molto poetica e divertente:

Clicca per ingrandire e leggere

Chiudiamo con una battuta di Spinoza:
Sergio Bonelli ci ha lasciato. Molte belle cose.

domenica 6 novembre 2011

Minchia!!

Uno dei suoni più innocenti che mi viene in mente è la voce di un bambino di due anni e mezzo (uno a caso) che parla con il ciuccio in bocca.
Dà una sensazione di candore.
Bene.
Adesso provate a pensare quella stessa vocina impastata e candida che dice le parolacce!!

L'altra sera ho sentito con le mie orecchie la cosa più strana, più fuori luogo e più contraddittoria della mia vita. Stavamo vedendo paperissima sprint (forse l'unico programma che lo incanta che non venga trasmesso da rai yoyo) quando, all'ennesima caduta per terra del solito bambino giapponese, ha esclamato (con il ciuccio):
Minchia che botta!!

Presi alla sprovvista dall'espressione, io e la biondina abbiamo fatto l'unica cosa sbagliata che avremmo potuto fare: abbiamo riso.
Però mi sono ripreso subito.
E le (poche)  altre volte che l'ho sentito finora l'ho ripreso con fermezza, ma senza esagerare.

Ma la cosa principale che dovremo fare per evitare che dica le parolacce, banalmente, sarà non dirne noi. Perché, come ho già scritto, il bimbo imparerà che cosa è giusto e sbagliato non con le prediche, ma solo con il buon esempio.

E quindi da oggi in avanti in casa nostra le parole d'ordine saranno sobrietà, serietà e rigore.
E basta parolacce!!!


... eccheccazzo.

venerdì 4 novembre 2011

Che facciamo stasera?

Da quando ha cominciato a fare freddo la sera, tutte le sere che dio manda in terra (mediamente, perchè il mercoledì di solito vado a suonare alla banda), il bimbo vuole giocare con il suo papà.
E dalle 8,30 fino alle 10,30 se mi cercate mi troverete nella sua cameretta seduto per terra a urlare, costruire, farmi saltare sulla pancia, colorare, guardare cartoni e video insulsi sul computer, ed altre amenità.

Qualche esempio fotografico:

Ahh, le costruzioni!!
Un fantastico box per trattore e camion dei pompieri.
Con la torre in cima da costruire centinaia di volte perchè la parte più bella
di tutta la vicenda è farla crollare non appena in piedi.

Il tappetino si chiama "lo stretching", un lampante caso in cui
l'oggetto diventa tutt'uno con la sua funzione.
I questa foto è utilizzato come rampa di lancio per, nell'ordine,
il tamiut (che sarebbe il camion), la macchinina rossa
e la motoniera (che sarebbe la betoniera a motore).

Questa è la sua scrivania.
Ci sarà spazio in un post dedicato per descrivere quello che crea.

Il tatami, che diventa, per ore e ore, un fantastico puzzle.

Ed è bellissimo e divertentissimo passare la sera con il bimbo e con i suoi giochini.
Una sera.
Due sere.
Anche la terza sera,

... ma alla quarta sera consecutiva ti tiri due palle!

mercoledì 2 novembre 2011

Violàti

Non sono andati troppo per il sottile. Hanno scardinato il cancello con un badile e il portone di legno (non blindato) di casa con un altro ferro.
I cani probabilmente avranno abbaiato come dei matti, ma alla fine sono dei cagnolini che non mordono e se anche fanno casino chissenefrega se sei in una cascina isolata.
Non si sono interessati di quello che c'era in cucina o in sala (in effetti poca cosa se non le televisioni e pochi contanti), ma sono andati subito nelle camere da letto.
Non hanno visto (o forse li hanno visti ma non sapevano che farsene) i fucili da caccia, che comunque avrebbero meritato un nascondiglio migliore.
Hanno aperto solo i comodini e il cassettone delle camere, sparpagliando poi sul pavimento e sul letto il contenuto.

Mia sorella ieri pomeriggio è andata a casa dei nonni (che, ricordiamo, è una cascina isolata in cui vivono ora soltanto loro due) e ha trovato le luci accese, la porta spalancata, la serratura scardinata per terra in mezzo al cortile e ha avuto, giustamente, una paura fottuta.

Noi siamo andati subito a vedere quello che era successo e non abbiamo potuto far altro che constatare i danni.
Ad un primo veloce inventario sembra abbiano portato via solo l'oro. Alla fin fine poca cosa col metro del valore economico, che gli frutterà probabilmente qualche centinaia di euro al vendoro del paese tra qualche giorno.
Se non è casa tua la reazione è improntata al razionalismo: vabbè mamma, fattene una ragione e non pensarci, il danno alla fine è minimo e hanno rubato poco in valore, soltanto un po' di oro che comunque non avresti messo mai.
Se invece è casa tua, la brutta sensazione che ti rimane addosso ti può far piangere di rabbia, di frustrazione e di impotenza.

Quando capitano queste cose a te o a chi ti sta vicino, cominci a pensare che il mondo è un posto meno bello di quello che pensavi e popolato da stronzi.

martedì 1 novembre 2011

Piccole chicche linguistiche sparse 3

Il senso del tempo
Dai bimbo, vieni qui che dobbiamo tagliare le unghie delle mani.
Nooo, dai! Oggi no.
Evvabbè, allora quand'è che lo facciamo?
Oggisera, quando c'è il sole!

Di bene in meglio
Bimbo, mi porti quella cosa?
Oh, si. Ba meglio papà!
(il bimbo non dice va bene, ma dice va meglio. Si vede che il bene non è un concetto sufficiente per descrivere il giusto)

Participio passato
Papà, tieni il giornale, io l'ho già leggiuto.

mercoledì 26 ottobre 2011

La supercazzola

Insegna Amici Miei (e spiega wikipedia): Il termine supercàzzola è un neologismo (entrato nell'uso comune dal cinema) che indica un nonsense, una frase priva di alcun senso logico, piena di parole inventate sul momento, usata per confondere la persona a cui "la si fa" (ossia colui al quale ci si rivolge), rendendolo ridicolo di fronte agli astanti.

Immaginatevi la scena: tutti e tre nel lettone che cerchiamo di dormire (saranno circa le dieci e mezza).
Il bimbo con ciuccio e orso in mezzo a noi due che ad un certo punto comincia a parlare:

...Acco lutu podi tipotapo ...
Scusa bimbo, non ho capito, puoi ripetere?
... ciputapo lofogadu tacotabo cu ...
Bionda, ma tu hai capito cosa ha detto? è tornato a parlare il Klingon?
... catopu chiccu cciccitubi ...
Bimbo, per favore togli il ciuccio sennò non si capisce niente di quello che dici.
(dopo aver tolto il ciuccio) ... picutacu du cicu qubaru ...
...
...
ma bionda, secondo te ci sta prendendo per il culo?
si, eh eh eh ...


E rideva come un matto, lo stronzetto.
... e noi con lui!

lunedì 24 ottobre 2011

Baila!

Per qualcuno potrebbe essere imbarazzante, vedere proprio figlio che fa il pagliaccio in mezzo alla gente. Ma a me diverte un monte.
Aveva cominciato a ballare in piazza quando aveva appena imparato a stare in piedi da solo (qui),  ma non ha mai smesso di agitarsi come un matto appena sente la musica.


Qui era alla festa dell'uva del paesello ma, giuro, era l'unico della piazza a non aver bevuto!

venerdì 21 ottobre 2011

Emozioni - Watchmen

Come dicevo, la collana Serie Oro della Repubblica non l'ho comperata tutta: sessantacinque uscite a 10 € l'una erano francamente troppo.
Allora, in base al piano delle uscite, decidevo di volta in volta quello da comperare e quello da saltare.
Grazie a questa collana ho recuperato capolavori come Marvels, Kingdome Come, Wolverine - le origini, XIII, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, Sandman, ecc.
Tutti albi che sapevo essere belli.
Poi c'erano anche degli albi che non conoscevo e, per decidere se comprarli o meno, dovevo affidarmi all'intuito e alla fortuna.
A volte mi è andata male come con La morte di Superman (che palle) o Super eroica.
A volte mi è andata di lusso, come con i bellissimi Persepolis, Blueberry, I maestri dell'orzo, Mort Cinder e Otomo.

E Watchmen.

Sapevo solo che era un fumetto di supereroi e che era indicato da tanti come una cosa imperdibile. Però così a naso non mi convinceva troppo. Mi dicevo: ma cosa possono farci con sei supereroi se non ci costruisci un'epica intorno, se non spieghi la nascita, l'evoluzione, e tutto il resto, e tutto questo è impossibile in un libro solo. E dalle prime immagini come supereroi mi sembravano un po' ridicoli. Quello con la panza vestito da gufo, quello con l'impermeabile da maniaco con un lenzuolo in faccia e quello vecchio con i capelli ingrigiti che fa il duro a tutti i costi. L'unico un po figo mi sembrava solo il cristone azzurro.
E poi c'erano i disegni: dopo l'orgia visiva delle tavole pittoriche di Ross (Kingdome Come e Marvels) o le invenzioni di storitelling di Frank Miller (Il ritorno del cavaliere oscuro), le tavole di Gibbons mi sembravano troppo classiche e povere.
... come mi sbagliavo!
Pensavo che il fumetto di supereroi fosse un susseguirsi di battaglie epiche di eroi tutti di un pezzo contro personaggi malvagi e geniali che hanno come unico scopo il dominare il pianeta. Pensavo che il supereroe doveva essere una persona magari con dei dubbi, ma comunque con un ideale ben preciso a cui tendere, che comprenda quantomeno la battaglia al male senza se e senza ma. Pensavo impossibile il fatto che un sociopatico mascherato potesse essere uno dei protagonisti di una grafic novel, e dalla parte dei buoni.
Ho scoperto che sì, il fumetto di supereroi è fondamentalmente Superman, Batman e gli X-men, ma se alcune loro storie di questi ultimi anni mi piacciono un casino (perché scavano in profondità la psicologia dei personaggi, perché sono più cupe e disperate, perché hanno uno spessore che va al di là della lettura di evasione) lo si deve a fumetti come questo.

... e poi, vogliamo parlare di quanto è bello il film?


Watchmen - Trailer in ITALIANO - Alta... di rubberrepublicit

giovedì 20 ottobre 2011

Al mare in mezz'ora di macchina

Io vivo in una piccola cittadina della provincia nel bel mezzo della pianura padana. Un paesaggio fortemente antropizzato, ma anche dotato di alcuni angoli di natura poco intaccata e piacevoli per passeggiare.
Ad esempio le vicine colline di San Colombano, o alcuni tratti di argine dell'Adda, senza andare troppo lontano.
Però a volte mi piace andare a passeggiare anche in mezza ad un altro tipo di verde: i parchi pubblici.
Sabato pomeriggio era una bella giornata di sole (forse solo un poco fredda) e ne abbiamo approfittato per andare a farci un giro all'idroscalo con due obbiettivi: far giocare il bimbo al parco giochi bello-bellissimo (come dice lui) e farsi una corsa.
E' venuta anche la zia stordita.
Prima hanno corso loro, poi sono andato da solo a farmi due giri del lago (dodici km).


E' bello correre in una struttura simile quando c'è poca gente (prova ad andarci certe domeniche pomeriggio d'estate!) senza traffico, con le fontanelle dell'acqua, con le distanze segnate, ecc.
E poi il bimbo si è divertito tantissimo al parchetto con la pavimentazione in tartan elastico e sui gonfiabili. A lui sembrava di stare in ferie.

Infatti siamo arrivati al parco che il bimbo stava dormendo e allora le due ragazze hanno cominciato a correre mentre io facevo la balia al passeggino. Dopo circa venti minuti che stava dormendo bello pacifico mentre camminavo avanti e indietro, si è svegliato di soprassalto, si è messo a sedere, ha visto il lago e mi ha chiesto: siamo al mare?

martedì 18 ottobre 2011

99% di cosa?

Giorni di indignazione.
Legittima certe volte, pretestuosa altre.

Giorni in cui alcune persone si riuniscono e manifestano il loro disappunto per come viene gestita la crisi finanziaria che sta calando sul nostro paese in particolare e su tutto il mondo occidentale in generale.

Premesso che di economia (sia micro che macro) ne so poco, anch'io vivo in questo mondo, perciò un idea, magari sbagliata, me la sono fatta. E quindi, anche se nessuno me l'ha chiesta, la scrivo qui.

Uno dei problemi principali è il fatto che chi più aveva più accumula e chi meno aveva sempre meno avrà.
Le accuse sono pressappoco queste: gli industriali aumentano i margini di guadagno spostando le fabbriche in posti dove la mano d'opera costa meno e lasciando senza lavoro molta gente, oppure usano nuove forme di contratti lavorativi che ricattano i lavoratori. Gli operatori di borsa muovono i loro soldi in modo da speculare per ricavare il massimo guadagno creando scompensi che fanno perdere da un momento all'altro i risparmi di una vita al piccolo operaio che aveva accantonato qualcosa per la pensione. Impiegati o dirigenti di aziende (soprattutto pubbliche, e questo fa più male) hanno dei benefit impensabili per il lavoratore "normale" e non intende rinunciarci a cuor leggero.

Tutte queste considerazioni hanno portato a stimare che, in un sistema economico come il nostro, i guadagni sono distribuiti in maniera non equa. Addirittura ci sarebbe una ristretta cerchia di persone (circa l'1%, chi ha fatto sto conto non è dato saperlo) che si tiene la fetta più grossa, lasciando al 99% della popolazione le briciole.

E compaiono cartelli come questi:

Indignati, riparte la protesta a Roma. Sabato maxi manifestazione

L'idea non può che essere condivisibile: anche un liberalista convinto non può negare che una perequazione diversa può perfino giovare all'economia generale.
Però, mentre guardavo i servizi al telegiornale, c'era qualcosa in queste contestazioni che non mi quadrava (e qui mi riferisco all'ideologia, se parliamo di come sono state condotte queste manifestazioni poi degenerate in scontri e vandalismi, apriamo un altro capitolo a parte).

Non riuscivo a capire perché leggere questi slogan e altri simili mi puzzava di qualunquismo, di interesse personale, di rivendicazione che solo di facciata è di altruismo, ma sotto sotto è di opportunismo come quello contro cui si scagliano.
Ed è stato proprio questo cartello a farmi capire dov'è lo sbaglio.
Siamo il 99% - Dividiamo la grana
Partiamo dal fondo. Immaginatevi la scena: quattro loschi figuri di notte, in un bar chiuso con poca illuminazione, pieno del fumo di innumerevoli sigarette. Uno rovescia il contenuto di un borsone sportivo sul tappeto verde del biliardo e  un altro dice: dividiamo la grana.
E' un furto.
E ai danni di chi?
Questa questione ci porta alla prima parte del cartello, e mi fa crescere un'altra domanda: siamo il 99% di cosa?
Si, perché quello che ha fatto il conto del 99 a 1 ha pensato all'economia occidentale, dei cosiddetti paesi industrializzati.
Proviamo a fare un passo indietro e a rifare lo stesso ragionamento su scala mondiale. La torta da dividere, proviamo a non dividerla soltanto per noi europei, americani e pochi altri, ma dividiamola per tutti gli abitanti della terra. Hanno diritto anche loro a una fetta, per il semplice diritto di esserci.
C'è un altra statistica che, su scala mondiale, calcola che la parte più grossa delle risorse mondiali è sfruttata dal solo mondo occidentale, stiamo parlando di circa il 10% della popolazione mondiale.

A questo punto, se quel cartello, nelle intenzioni di chi l'ha scritto, voleva significare: dividiamo le risorse in modo più equo, allora il reddito di quelle persone (ed anche il mio) non andrebbe ad aumentare, ma sicuramente a diminuire.
Perché non è vero che siamo il 99% che sono rapinati, ma siamo il 10% che rapina.

Stiamo attenti a quello che desideriamo, perché potrebbe anche avverarsi.

Il sistema capitalistico sta funzionando alla perfezione, permettendo di creare ricchezza e di accumularla. Ma forse non è il sistema economico migliore dal punto di vista etico. Altri sistemi economici più etici invece sono crollati.
Abbiamo bisogno di una nuova economia.

Mio figlio mi chiede (e se lo merita) un mondo migliore.

... ma io no sono in grado di rispondergli.

lunedì 17 ottobre 2011

L'amore lascia segni indelebili

La mia famiglia è la mia forza.
La mia famiglia è il mio sostegno.
La mia famiglia è il mio braccio destro.

Allora ho deciso di mettere la mia famiglia sul mio braccio destro.


Sull'avambraccio è tatuata una B (che sta per biondina) e sotto la data del nostro matrimonio: 31/15/2003, che poi è il giorno del suo 29° compleanno.
L'ho fatto senza dirglielo il 31/05/2006 e alla sera, quando sono tornato a casa dal lavoro gliel'ho mostrato tutto contento e anche un po' preoccupato: ne sarà contenta e lusingata o lo considererà una cagata e mi devo aspettare una cinquina?
Gli è piaciuto e ne ha apprezzato il gesto simbolico.

Bene.
Da quando è nato il bimbo avevo in mente di aggiungere un altro segno sul mio corpo, ma non trovavo mai il tempo o l'occasione giusta. Adesso no perché sto andando a nuoto e dovrei rinunciare a qualche lezione ... Adesso no perché mi sto allenando tutti i giorni e visto quanto sudo potrebbe non guarire bene ... Adesso no perché fa troppo caldo ...
Ora ho trovato il tempo e la voglia.
Appuntamento con il tatuatore per giovedì 16 giugno alle dieci di mattina, prenotato con un mese di anticipo.
Ma tutto questo preavviso non è servito perché fino all'una della notte precedente non sapevo ancora cosa tatuare e dove. L'ipotesi principale era quella di fare un tatuaggio uguale al primo sull'altro braccio, con la sola iniziale e la data di nascita del bimbo. Ma mi sono lasciato convincere dalla biondina a cambiare posizione e a scrivere il nome per esteso.
Sono contento della scelta fatta e del risultato estetico finale.

Però questo ha fatto moooolto più male dell'altro.
Fortunatamente è una scritta corta e semplice, ma ho passato circa un'ora e mezzo d'inferno.
Ma per il mio bimbo questo ed altro ...
... e poi la biondina potrebbe sgridarmi: ma che male può averti fatto; tu per il bimbo ti sei fatto un tatuaggio, ma io l'ho partorito!!


PS: hai fatto il tatuaggio a giugno e ne parli a ottobre? Il problema è che non riuscivo a farmi fare una foto al braccio che mi soddisfacesse. Alla fine mi sono rassegnato e ho messo la meno peggio!!

venerdì 14 ottobre 2011

Emozioni - The Cure

Come ho già detto, alla fine anni 80 e inizio anni 90 ero fondamentalmente un animo rock. E del cosidetto movimento dark non avevo molte conoscenze, se non quel poco che passava alla radio.
Però legato a quel mondo ho un particolare ricordo: un episodio quasi insignificante ma comunque molto buffo. Era probabilmente il 1989 ed era una di quelle rarissime domeniche pomeriggio in cui andavo in discoteca (in pullman con due amici, penso che si possano contare sulle dita di una mano sola), prima di entrare nel locale incrociai alcuni ragazzi tutti vestiti di nero e pelle che parlavano del nuovo disco dei Cure.
Non credo che poi siano entrati nel nostro locale, perchè era il classico trappolone per ragazzini sfigati con la musica dance che andava allora. Sicuramente in quella discoteca non suonavano i Cure, o i Joy Division. Ma solo Corona, Datura, Snap e altri campioni della dance anni '90.
Ma a me, vestito con la felpa "bella" e le scarpe della domenica, questi ragazzi che sembravano così sicuri di loro stessi, così fighi nella loro divisa da dark, hanno suscitato quell'invidia da "anch'io vorrei essere così".

L'album di cui stavano parlando quei ragazzi doveva essere sicuramente Disintegration.
Uno dei dischi più belli dei Cure in particolare e della musica in generale.
Ma questo l'ho scoperto solo molti anni dopo.
Nel mezzo c'è stato Wish nel 1992 (scoperto grazie alla biondina). Album fantastico, anche se uno tra i più distanti dalla vena goth di Smith.
Wild Mood Swings del 1996, che mi ha lasciato con un'espressione di perplessità.
Bloodflowers del 2000, questo invece molto cupo e mi è piaciuto tantissimo. Tanto che quell'anno andai al concerto. Fu un'esperienza fantastica: sia per la musica e per il gruppo, sia anche per l'ambiente. C'erano un sacco di ragazzi truccati come Robert, o come il Corvo, ma comunque la pelle nera si sprecava.

... chissà se a quel concerto erano presenti anche quei ragazzi di vent'anni fà ...

PS. tanto pe ribadire il legame stretto tra il fumetto e la cultura pop in generale, ecco due personaggi famosissimi che hanno un debito con Robert Smith. O forse viceversa.

The Crow di James O'Barr
Personaggio intriso di dark e goth, famoso più per il film che per il fumetto originale.
Nato nell'88, in piena esplosione del fenomeno,
ma forse più ispirato a Ian Curtis dei Joy Division che a Robert Smith.
Sandman di Neil Gaiman.
Qui siamo già agli inizi degli anni 90, e il look è più direttamente riconducibile.
Come si diceva.

mercoledì 12 ottobre 2011

Lettera d'amore (anche se non sembra)


Ho risolto la mia ricerca dell'altra metà della mela relativamente presto, forte di un fidanzamento in casa precoce (avevo 17 anni) e di una successiva stabilità sentimentale invidiabile per alcuni e noiosa per altri.

Ora ne è passata di acqua sotto i ponti, e dopo quasi 20 anni tra fidanzamento e matrimonio, sembra normale chiedersi se in effetti quelle due metà coincidono perfettamente o se manca qualcosa.

Cominciamo a dire che si, manca qualcosa.
Manca sempre qualcosa.
E' inevitabile e francamente quasi rassicurante. Nel senso che questa pulsione al miglioramento è molto comune. Si vorrebbe sempre di più di quello che si ha in qualsiasi campo della vita (si può chiamare voglia di migliorare, insoddisfazione, irrequietezza), e la parte sentimentale non fa certo eccezione.
E' la natura umana che tende inevitabilmente alla perfezione. Alla bellezza assoluta.
Inoltre consideriamo che già solo la mia metà della mela in questi anni è cambiata. E' diventata più grossa, ha cambiato forma, e anche la buccia ha un colore diverso e non uniforme rispetto a quando avevo 17 anni.

Fuor di metafora, c'è qualcosa che vorrei che fosse diverso nel rapporto di coppia?
C'è qualcosa che vorrei la biondina fosse in più o in meno di quanto è?
Assolutamente si.

Diffido di quelli che dicono: sei perfetta così, non ti cambierei di una virgola.
Neanche sotto tortura dirò qui cosa di preciso vorrei cambiare, perché è importante il senso di quello che voglio dire, non la sostanza (inoltre per alcune cose correrei il rischio, in quanto sano maschio eterosessule, di far la figura del porco insensibile).
E poi i dettagli annoiano.

Allora sono insoddisfatto del mio matrimonio?
Assolutamente no.

Seguitemi bene che sto' arrampicandomi su erte ripidissime.
In passato ho provato a cambiare la biondina, e mi rendo conto che continuerò a farlo anche in futuro. Esattamente quello che lei ha fatto e cerca di fare con me (sia di proposito che inconsciamente).
Risultati alterni, ma comunque scarsi su entrambi i fronti.
Ma va bene così: il rapporto di copia è anche voglia di migliorare e piacere ogni giorno di più.
A patto di non diventare monomaniaci e di voler stravolgere l'altro con l'immagine che noi abbiamo del partner perfetto.
Come in tutte le cose il segreto è l'equilibro.
Bisogna cercare di migliorarsi e far migliorare. A volte è utile anche incazzarsi per raggiungere questo risultato. Ma non snaturare l'anima più intima dell'altro.

Quando avremo tolto il confronto-scontro dal rapporto, avremo azzerato anche il fermento che rende interessante la condivisione. L'avremo reso banale e stucchevole.
Come togliere le stelle al cielo di notte.
O le bollicine alla coca-cola.

In definitiva, biondina, noi ci amiamo.
E se ogni tanto ci mandiamo affanculo, consideriamolo solo come un contributo al miglioramento del nostro rapporto.

lunedì 10 ottobre 2011

Corripavia Half Marathon - 09/10/2011

Dai che stavolta è la volta buona.
Ma, speriamo.
Speriamo un bel niente! Ti dico che stavolta facciamo il tempone, le condizioni ci sono tutte.
Intanto siamo qua ad aspettare di partire e  fa un freddo becco. Così mi raffreddo e poi mi prendo uno strappo.
Ma no. E' la temperatura ideale. Vedi che c'è il sole? Tra qualche minuto corri e ti scaldi.
Dai, partiamo ... e speriamo di avere fortuna.
Ma che fortuna!! La fortuna aiuta solo chi osa! Prontiiiiii ... VIA!!
Uff ... ma non siamo un po troppo veloci? Siamo appena partiti e corro su 4.30.
No, dai che vai forte ... poi c'è un po' di discesa. Metti fieno in cascina adesso che poi ti servirà.
Si (... pant ...) non stà andando male (... hanf ...).
Bravo, così, ci devi credere! Sei il più forte!!
Hei (... huff ...) hai visto quella biondina con i pantaloni (... huff ...) neri e il periz...
SMETTILA! NON DISTRARTI! STAI CONCENTRATO!!!!!...
...
Siamo al 10° (... pant ...) kilometro. Prendo una bottiglietta (... hanf ...) d'acqua.
Si bravo. Bevi poco. A piccoli sorsi. Risciacquati la faccia. Bagnati la testa. MA NON RALLENTARE!!
...
...
Sono stanco (... gasp ...). Non so se ce la faccio a reggere questo ritmo per (... gosh ..) altri otto kilometri.
Si, ok. Stando alla tabella di marcia puoi rallentare un pò. Diminuisci pure di 2 secondi al kilometro. Ma non di più!!
...
Stai rallentando troppo. Non perdere il passo.
Sono gli ultimi 3 (... urgle ... ) km. Non ce la faccio (... pant ...) più. Adesso vomito.
...
Haaarg ... ancora una salita. (... hanf ...) adesso mi metto a camminare ...
NO PAZZO! SIAMO QUASI ARRIVATI! NON MOLLARE !!!
...
ULTIMO KILOMETRO! FORZA, CORRI!!!
... non ce la (... hanf ...) faccio. Ho il cuore in (... pant ...) gola. Adesso muoio ...
DAI CAZZO!! ACCELERA!! NON MOLLARE!

COOORRRRIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!




Questo è, bene o male, quello che ti passa per la testa durante una mezza maratona in cui corri da solo e spingi come un dannato fino a stampare il tuo tempo migliore mai fatto.
1h 39' 11"
Vuol dire quaranta secondi in meno dell'anno scorso.
Vuol dire quasi due secondi in meno di media al chilometro.
Vuol dire fatica, sangue e sudore.

Anche la biondina ha fatto il suo tempo migliore, la differenza è che io ho limato 40 secondi, lei circa 4 minuti.
Questo vuol dire che io sono praticamente arrivato al mio limite, invece la bionda ha ancora margini di miglioramento.
Beata lei.

mercoledì 5 ottobre 2011

37 vs 25

Oggi è il mio compleanno.

Qualcuno in questi giorni mi ha chiesto quanti anni compio e, alla risposta, esclamano: trentasette??!??!? ma sei vecchio!
E io faccio finta di niente e gli rispondo: ... eh già, è un'età fantastica!!
E la loro faccia si fa ancora più strana e si può vedere il punto di domanda nel fumetto sopra la loro testa. Pensano: Ma come, non ti senti vecchio? Non preferiresti avere, chessò, venticinque anni?

Macchè stiamo scherzando?
Va bene, venticinque anni non erano male, ma i 37 sono fenomenali.
Mi sento una persona matura e responsabile, mi prendo le mie soddisfazioni in società e sul lavoro, ho una stabilità economica soddisfacente. Dal punto di vista fisico non sono mai stato più in forma di così.
E poi parliamo dei sentimenti: ho una moglie fantastica e un figlio che è la mia vita.

... certo, a 25 anni avevo meno responsabilità e più tempo libero, ma non farei a cambio.

E sono sicuro che se i trentasette sono ottimi, i quaranta lo saranno ancora di più!

lunedì 3 ottobre 2011

Il runner tecnologico

Nel mondo meraviglioso e psichedelico della corsa, il runner che ha un minimo di aspettative (diciamo quello che ha appena superato la fase tapascione* e ha voglia di migliorarsi) ha di che sbizzarrirsi per complicarsi la vita fino a diventare un perfetto maniaco ad un passo dal serial killer.
Tabelle, libri, cardiofrequenzimetri, gps, software per il controllo della prestazione, forum di discussione, ecc.
E non parliamo del fantastico e fantasmagorico mondo degli integratori primadella-gara, durantela-gara e dopola-gara (io sarei interessato anche ad una linea di integratori  alpostodella-gara).
Tutta roba inutile e superflua fino a quando te ne stai alla larga, ma che diventa utile e indispensabile l'attimo dopo in cui sei caduto nella trappola.

Parliamo ad esempio del ricevitore GPS.
Io sono possessore di un Garmin Forerunner 205, regalatomi dalla biondina per il mio compleanno, praticamente un anno fa.
Questo.

Fino al giorno prima ero interessato all'aggeggio, in quando ipnotizzato da tutti i gadget elettronici in generale, ma mi ero sempre detto che non l'avrei comperato. Le scuse erano tante: costa troppo, è ingombrante, mi basta un semplice cronometro, ecc.
Ma erano tutte balle perché il vero motivo io lo sapevo: se lo compro poi entro nel tunnel della dipendenza da prestazione.
E così è stato.
Ora corro sempre con il gps: per l'allenamento durante la settimana, per il lungo della domenica, per la gara e per le ripetute nel campo di atletica (cosa assurda perché che ti serve sapere la velocità quando la distanza è nota e ti basta un cronometro?).

Perché non riesco a farne a meno?
Per quel gusto un po' malato che si prova a scaricare i dati dell'allenamento sul computer e vedere poi quanti km, il passo medio, le calorie consumate, ecc.
Per avere un "diario del runner" da leggere quando cerchi l'ispirazione per uscire quando non ne hai voglia.
Per il piacere sottile e un po' inquietante di vedere schermate come questa: un'uscita standard alla pista a fare le ripetute:


O la schermata di riassunto di tutta la cronologia, dove si legge che in un anno ho percorso 1.470 km, passo medio 5,23 e un totale di di 139.5000 calorie!!


E per finire, ormai lo uso anche per le uscite in bicicletta.




* la definizione di tapascione su wikipedia non l'ho trovata, quindi ne do' una io. Dicesi tapascione colui che corre principalmente per il piacere di stare con gli altri e perché gli hanno detto che correre fa bene. Non gli interessano i risultati sportivi, anzi corre sempre nelle campestri ma non gli piace mettere un pettorale nelle gare cronometrate. E tra le podistiche gli piacciono soprattutto quelle in cui al ristoro finale danno il risotto con la salsiccia!!

E non lo dico con ironia, ma con invidia: lui ha capito tutto della corsa, io no!