Il titolo dovrebbe incutere quantomeno rispetto: cavoli, hai partecipato al campionato italiano di specialità, quindi vuoi dire che sei fortissimo. Come giocare a calcio in serie A.
Ecco, no.
Al campionato italiano possono partecipare più o meno tutti, solo che oltre a te e altri centinaia di amatori, ci sono quelle poche dozzine di élite che si menano per il titolo. Anche questo aspetto, questa comunanza di sforzi, questo avvicinamento orizzontale, è uno degli aspetti fichissimi del triathlon e altri sport di lunga distanza.
Visto che sei uno sfigato, e (per i soliti motivi famigliari) non sei riuscito a far combaciare la gara con una piccola vacanza per la tua famiglia, ti tocca partire da solo all'alba, per poter essere presente all'apertura della zona cambio. E anche stavolta non conosci nessuno che faccia la gara con te.
Peccato, perchè Lovere è veramente un bel posticino, e avrebbe meritato qualche ora di riposo e spensieratezza anche per la biondina, invece è rimasta a casa.
Viaggio tranquillo, parcheggio comodo e organizzazione puntuale. Hai tutto il tempo di fare le cose per benino tra ritiro pettorali, zona cambio, un paio di foto, vestizione e il bisogno grosso (che l'agitazione della gara serve anche a questo).
Nel frattempo il cielo, che era già brutto e copriva le montagne attorno, si guasta del tutto e alla partenza della prima batteria élite donne comincia a piovere.
Alle otto precise parti anche tu e della pioggia francamente fottesega.
Il lago ha una temperatura perfetta ed è calmo come un olio. La frazione a nuoto scorre via tranquilla, solo che te sei un incapace e riesci (non sai come sia possibile) a nuotare 200 metri più di quanto dovuto. Potrebbe anche essere un problema del Garmin, ma non ne sei sicuro.
Uscito dal lago cominci a capire l'andazzo: sarà una gara resa complicata dalla pioggia.
Il percorso lungolago è spettacolare, e la salita di 5,5 km (400mD+) da ripetere due volte con relativa discesa sarebbero stati una frazione molto tosta ma entusiasmante.
Il fatto di averne percorso circa due terzi sotto una pioggia scrosciante l'ha invece trasformato in una battaglia epica.
Nubifragio fa rima con:
- estremo disagio
- in discesa si va adagio
- il meteo è malvagio
- la tua gara fa naufragio
Pensando a queste belle cose, affronti con terrore la discesa su una strada che è diventata un guado, le scarpe sono come delle piscine e vedi attorno a te gente che batte i denti e trema di freddo, perchè non aveva indossato niente sopra il body.
Mettiamoci anche un paio di tuoni dalle parti del giro di boa a Sarnico, e si capisce perchè in più occasioni hai seriamente pensato al ritiro.
Arrivato alla T2 ha smesso di piovere, ma ti aspettano una bel paio di Asics piene d'acqua che non vedono l'ora di essere indossate.
Vabbè, ormai sei qui e vuoi portare a termine il tuo impegno.
Scoraggiante però il fatto che mentre tu uscivi dalla zona cambio e ti immettevi nel circuito run, passavi proprio di fianco all'arrivo nel momento esatto in cui Molinari arrivava al traguardo. Poco meno di quattro ore e tu devi fare ancora 20 km a piedi.
Che amarezza.
Il primo dei cinque giri sul lungolago scorre tranquillo, e ti senti bene a girare sui 4'40". Poi il sole comincia a picchiare forte e l'umidità che sale dall'asfalto in alcuni tratti ti toglie la gioia di vivere.
Reggi egregiamente fino all'ultimo giro, dove inevitabilmente cali di molto il ritmo e percorri qualche centinaio di metri camminando ai ristori.
L'arrivo è come sempre una botta di adrenalina enorme che ti fa passare la sensazione di stanchezza, anche solo per pochi istanti.
Alla fine il tuo 5h31' è un tempo onestissimo, se ponderato con la difficoltà del percorso bike e del clima infame.
Peccato per quel minuto in più rispetto al traguardo psicologico delle cinque ore e mezza. Ad occhio e croce è quello che hai impiegato per la pisciatina appena partita l'ultima frazione.
Però, dai, potevi tenertela ...
Ecco, no.
Al campionato italiano possono partecipare più o meno tutti, solo che oltre a te e altri centinaia di amatori, ci sono quelle poche dozzine di élite che si menano per il titolo. Anche questo aspetto, questa comunanza di sforzi, questo avvicinamento orizzontale, è uno degli aspetti fichissimi del triathlon e altri sport di lunga distanza.
Visto che sei uno sfigato, e (per i soliti motivi famigliari) non sei riuscito a far combaciare la gara con una piccola vacanza per la tua famiglia, ti tocca partire da solo all'alba, per poter essere presente all'apertura della zona cambio. E anche stavolta non conosci nessuno che faccia la gara con te.
Peccato, perchè Lovere è veramente un bel posticino, e avrebbe meritato qualche ora di riposo e spensieratezza anche per la biondina, invece è rimasta a casa.
Viaggio tranquillo, parcheggio comodo e organizzazione puntuale. Hai tutto il tempo di fare le cose per benino tra ritiro pettorali, zona cambio, un paio di foto, vestizione e il bisogno grosso (che l'agitazione della gara serve anche a questo).
Nel frattempo il cielo, che era già brutto e copriva le montagne attorno, si guasta del tutto e alla partenza della prima batteria élite donne comincia a piovere.
Alle otto precise parti anche tu e della pioggia francamente fottesega.
Il lago ha una temperatura perfetta ed è calmo come un olio. La frazione a nuoto scorre via tranquilla, solo che te sei un incapace e riesci (non sai come sia possibile) a nuotare 200 metri più di quanto dovuto. Potrebbe anche essere un problema del Garmin, ma non ne sei sicuro.
Uscito dal lago cominci a capire l'andazzo: sarà una gara resa complicata dalla pioggia.
Il percorso lungolago è spettacolare, e la salita di 5,5 km (400mD+) da ripetere due volte con relativa discesa sarebbero stati una frazione molto tosta ma entusiasmante.
Il fatto di averne percorso circa due terzi sotto una pioggia scrosciante l'ha invece trasformato in una battaglia epica.
Nubifragio fa rima con:
- estremo disagio
- in discesa si va adagio
- il meteo è malvagio
- la tua gara fa naufragio
Pensando a queste belle cose, affronti con terrore la discesa su una strada che è diventata un guado, le scarpe sono come delle piscine e vedi attorno a te gente che batte i denti e trema di freddo, perchè non aveva indossato niente sopra il body.
Mettiamoci anche un paio di tuoni dalle parti del giro di boa a Sarnico, e si capisce perchè in più occasioni hai seriamente pensato al ritiro.
Arrivato alla T2 ha smesso di piovere, ma ti aspettano una bel paio di Asics piene d'acqua che non vedono l'ora di essere indossate.
Vabbè, ormai sei qui e vuoi portare a termine il tuo impegno.
Scoraggiante però il fatto che mentre tu uscivi dalla zona cambio e ti immettevi nel circuito run, passavi proprio di fianco all'arrivo nel momento esatto in cui Molinari arrivava al traguardo. Poco meno di quattro ore e tu devi fare ancora 20 km a piedi.
Che amarezza.
Il primo dei cinque giri sul lungolago scorre tranquillo, e ti senti bene a girare sui 4'40". Poi il sole comincia a picchiare forte e l'umidità che sale dall'asfalto in alcuni tratti ti toglie la gioia di vivere.
Reggi egregiamente fino all'ultimo giro, dove inevitabilmente cali di molto il ritmo e percorri qualche centinaio di metri camminando ai ristori.
Alla fine il tuo 5h31' è un tempo onestissimo, se ponderato con la difficoltà del percorso bike e del clima infame.
Peccato per quel minuto in più rispetto al traguardo psicologico delle cinque ore e mezza. Ad occhio e croce è quello che hai impiegato per la pisciatina appena partita l'ultima frazione.
Però, dai, potevi tenertela ...
Sei molto soddisfatto di questa gara.
La classifica la guardi fino ad un certo punto, e il tuo 322° posto su 571 generale (85° posto su 141 di categoria), visto il livello generale dei partecipanti è un buon risultato.
Tenuto conto anche del fatto che il 10% dei partenti si è ritirato.
... aahhh, come ti sei divertito!!
Grande MAX.... Complimenti.....
RispondiEliminaLA prima foto.. della salita.. mi ricorda qualche cosa... ahahhahah si si che e' durissima!!!!!!1