venerdì 30 gennaio 2015

Pillole di saggezza 14

Cronaca nera
Al telegiornale stanno parlando, dopo alcuni giorni, degli attentati di Parigi.
Ma ancora stanno parlando di questa faccenda? Che noia ... fanno sempre vedere questo ninja ...



Vedere la bellezza la' dove non pensavi fosse
Guarda bimbo, l'umidità a fatto staccare un pezzo d'intonaco del box.
Si è vero, guarda che bello!
... come guarda che bello? Stà malissimo, dovrò cercare di metterlo a posto!
Ma no, è un bel disegno. Sembra di vedere una barchetta sul mare.


Pene d'amore
Bene bimbo, oggi abbiamo fatto l'iscrizione per l'anno prossimo alla scuola elementare. Mi dispiace molto che dovrai lasciare qualche amico dell'asilo, ma troverai nuovi compagni simpatici.
Ma la mia fidanzata Benny, verrà anche lei alle scuole elementari?
Ehm, no mi dispiace, lei è una mezzana, e l'anno prossimo rimarrà alla scuola materna.
... Ah ...
...
Però la posso sposare lo stesso?

giovedì 22 gennaio 2015

L'attimo perfetto del ciclista

Qualche volta l'hai vissuto.
L'attimo perfetto del ciclista.

E' estate, fa molto caldo, sicuramente sopra i trenta gradi. Il sole è quasi verticale sulla tua testa, è quasi mezzogiorno. La salita è cominciata tranquilla, ma dalla tua posizione vedi alla destra che la strada, dopo un tornante, cambia decisamente pendenza e diventa impegnativa. Prima di affrontare la salita hai mangiato una barretta e hai bevuto un po' di sali, e ora ti senti bene. Naturalmente stai sudando copiosamente (lo fai in inverno quando fa freddo, figurarsi ora) ma non ti da fastidio, perchè l'estate è fatta per sudare. Con te c'è la biondina. E' qualche metro dietro di te, come sempre in salita (ma quando siete in piano non riesci a staccarla, neanche cambiando passo).
Sei ben allenato, e il tuo limite è ancora piuttosto lontano. Quindi le ultime centinaia di metri ti alzi sui pedali. Le gambe girano bene, e il fiato, anche se appesantito, regge. La strada sale, e la tua frequenza cardiaca si adegua. Hai lanciato il cuore oltre il manubrio, e ora so stai inseguendo, testa bassa e sguardo vacuo ipnotizzato dal dondolio della ruota anteriore.
L'ultimo strappo. Siamo tranquillamente oltre il 15% di pendenza e alcune gocce di sudore si incastrano sugli occhiali da sole. I quadricipiti cominciano a bruciare, ma stringi i denti che è quasi finita.
E' fatta. Scollini.
E nell'attimo prima di cambiare rapporto, ancora in piedi sui pedali, esci dalla trance sportiva e alzi lo sguardo.
Ed eccolo lì, l'attimo perfetto ...
Quello in cui la natura attorno ti colpisce violentemente con la sua bellezza.
Possono essere le dolci colline che ospitano i filari di pinot dell'oltrepò pavese.
Possono essere i monti del triangolo lariano che si affacciano sul lago.
Possono essere le alpi marittime sul versante ligure.

E' raro ma è, per te, l'essenza del ciclismo.
E vale ogni sacrificio che la bici ti chiede.




Questo post è stato ispirato dall'opera d'arte che si vede nella foto precedente. E' una tavola di legno scolpita e dipinta che fa bella mostra di sé nella mensola più in vista del tuo soggiorno.
E' di una bellezza mozzafiato ed è un regalo che la zia stordita ha fatto alla biondina (e, ti piace pensare, un po' anche a te).
Non è opera sua, ma questo non cambia minimamente il fatto che sia uno degli oggetti più preziosi che avete in casa.

martedì 13 gennaio 2015

Pazienti (2)

Post a corollario del racconto fatto qui e fratello di quest'altra esperienza.

Com'è stata alla fine la tua ultima (e se non ricordi male prima) esperienza con il Pronto Soccorso?
Cose buone e cose cattive, come tutto nella vita, e il bilancio finale è un 7 su 10.
Tra gli aspetti positivi metti sicuramente la cordialità, disponibilità, professionalità di tutti quelli con cui hai avuto a che fare. A partire dall'infermiera del triage, al dottorino (aveva 28 anni) che ti ha visitato e ti ha mandato a casa la prima volta, alle infermiere della notte, alla cardiologa, al dottore che ti ha dimesso.
Soprattutto al triage non stavano fermi un secondo. Rispondi al telefono, compila cartelle, prendi i parametri vitali, ascolta i pazienti. Sempre dando del lei e sempre cortesi e disponibili.
Poi sei rimasto piacevolmente impressionato dalla scrupolosità di come hanno trattato il tuo caso. Era chiarissimo che il tuo problema principale erano i polmoni, e che il dolore al petto era una conseguenza dello stesso, te l'ha detto anche l'infermiera del tiage mentre ti stava facendo il primo ECG. E nel delirio del ER pieno di persone per le feste natalizie, avrebbero anche potuto fidarsi di quest'impressione e chiuderla lì quando ti hanno diagnosticato la polmonite. E invece no, ti hanno tenuto in osservazione una notte intera occupando un letto e un monitor.

Ma allora perchè quel voto non eccelso?
Non sai se è colpa di disorganizzazione, errori umani, sottorganico o chissa che altro, ma quel fatto chi ti hanno mandato a casa e poi ti hanno richiamato in ospedale è imperdonabile. Ti ha buttato addosso un bel po' di panico e ti ha fatto durare il tutto qualche ora in più. Che se magari i primi esami del sangue li facevano subito, c'era il tempo di rifarli per controllo prima di sera e non sarebbe stato necessario rimanere una notte in ospedale.

Ma torni a ripetere, non vuoi fare polemica e dire che tutti i dottori sono dei farabutti o tutti gli ospedali fanno schifo. Non fanno schifo, perchè (per la tua esperienza) il personale è ottimo e preparato. Ci sarebbe tanto margine di miglioramento. Ma tanto. Solo che la coperta è corta, e ti sono rimasti i piedi freddi.


Due esempi per far capire l'ambiente e i personaggi contro cui devono lottare medici e infermieri in pronto soccorso.

Saranno state le quattro circa di pomeriggio e tu eri in sala d'aspetto ad aspettare (ecchevolevifà?). La fila delle persone in fila davanti al banco del tiage era bella corposa. Ad un certo punto un signore che prima aveva attirato la tua attenzione perchè sembrava veramente sofferente, cade a terra tra lo stupore generale. Però non è che cade come potrebbe fare uno che perde i sensi, ma cade un po' al rallentatore. Praticamente una pessima imitazione di uno svenimento. Alcune tra le persone più vicine si avvicinano preoccupate, ma lui le allontana e comincia a dire: sto male! Dovete ricoverarmi!
Da dietro al bancone l'infermiere: Nooo .... ancora Rocco !!!
Praticamente era un'avvinazzato (più tardi ti si è avvicinato e l'odore non dava alternative) habituè dell'ospedale dove mendicava forse un tetto e un pasto caldo, o forse delle medicine per il suo stato, non sapresti. Gli infermieri sono usciti, l'hanno caricato su una barella e l'hanno lasciato in un angolo una mezz'oretta a smaltire, apostrofandolo: Rocco, la devi finire! Non vedi quanta gente che c'è, noi qui stiamo lavorando!
Quanta pazienza con certi elementi!

Altra situazione: verso le 11 di sera ti sei trovato in una saletta ad aspettare mentre si infondeva in vena una flebo di paracetamolo. La sala la condividevi (c'era solo una tenda a mo' di separé) con un signore anziano, almeno ottantenne, che era sdraiato su una barella per essere caduto in casa. Non era perfettamente lucido ma non solo per la caduta, c'erano anche problemi cognitivi e non era quasi in grado di parlare.
Arriva la neurologa e comincia a rivolgere delle domande al figlio che era accanto al paziente. Premessa: la dottoressa era molto gentile e con una voce calma e rassicurante, il figlio era scocciato e ha parlato tutto il tempo in dialetto.
Mi sa dire cosa è successo?
... eeh, è caduto in casa.
Mi può dare per cortesia qualche notizia in più? è svenuto prima di cadere, per quanto tempo ha perso i sensi, se ha avuto una crisi di tremore ...
Ma non lo so, io non c'ero. Era in casa con mia sorella e mi ha detto che era caduto. Poi mi hanno chiamato e sono venuto qui, ma io non so niente, come faccio a saperlo ...
D'accordo, ma queste informazioni sarebbero molto importanti. Può provare a telefonare alla sorella e chiedere queste cose, intanto che io visito suo padre?
Si, si, vado ... ma tanto quella non sa niente ...
Ed altri brutti atteggiamenti, come quell'esortazione al padre a stare tranquillo, che poi cade e lui non ha tempo di curarlo giorno e notte.
Quanta pazienza con certi elementi!

giovedì 8 gennaio 2015

Cose belle del mare d'inverno

L'avevate già fatto due anni fa, e vi era piaciuto tanto-tantissimo.
Avete passato i giorni tra capodanno e l'epifania (che costano meno della metà dei giorni di festa) a Loano, al Residence Loano 2, un posto che vi era stato consigliato da conoscenti e che avete trovato fichissimo.
Un hotel/residence a quattro stelle che in condizioni normali sarebbe stato al di fuori della vostra portata economica (certi prezzi per l'albergo a pensione completa!) ma che comunque con l'offerta proposta di appartamento monolocale, si è dimostrato un ottimo rapporto qualità prezzo.
All'appartamento ordinato e pulito si affianca l'animazione spassosissima (per quanto voi avete assistito solo agli spettacoli serali e non avete partecipato agli altri appuntamenti), la seppur piccola piscina coperta e un ambiente comune curatissimo con fiori ovunque (soprattutto ciclamini) e degli splendidi addobbi e luminarie natalizie.

La bici di Automan

La cittadina (a pochi chilometri da una delle vostre mete preferite: Finale Ligure) è una tipica esponente della riviera dei fiori: centro storico con "il budello", focaccerie ad ogni metro, una bella passeggiata lungomare, un nuovo porto turistico molto piacevole, le montagne subito dietro e quell'area da posto da pensionati e famiglie che in inverno ti piace tantissimo.

Il budello nell'ora di punta.
Si faceva fatica a camminare!
Il primo giorno, appena arrivati, avete cominciato ad esplorare il paese e i suoi dintorni a piedi.
Alla sera hai fatto due calcoli con google maps e stimi che avete camminato una dozzina di km.
Questo è stato lo standard per tutti i tre giorni di vacanza.

Il sabato avete fatto una gita e siete tornati dopo qualche anno in Francia. Più precisamente a Nizza, cittadina che te e la biondina ricordate con affetto per esserci stati ad agosto 20006 in una bellissima vacanza.

Da questa spiaggia parte  uno degli Iron Man più vicini a casa tua!
Tu, a causa della tua cagionevole salute, non sei potuto neanche andare a correre una volta. Una rabbia.
La biondina, fortunatamente per lei, invece una corsettina all'alba sul lungomare se l'è concessa.
Il tempo è stato ottimo e avete goduto giornate calde e soleggiate, con punte di 16°C nel pomeriggio di domenica. L'ideale per restare in spiaggia fino all'ultimo secondo utile ad ammirare i colori esplodere.

Questa era Nizza, ma anche a Loano il tramonto ha dato il meglio di sé.

Il resto è routine da spiaggia: pallonate sulla sabbia, altalene, corse sulle macchinine elettriche a gettoni, gelati e focacce.

Il lancio del sasso nel mare. Dal 2016 sport olimpico.

Ma è una routine di cui non ci si stanca mai.

mercoledì 7 gennaio 2015

Per l'anno nuovo ti auguri tanta salute!

Sottotitolo: una storia di braccialetti.


Il braccialetto verde del villaggio vacanze, il braccialetto bianco di ricovero in ER e per sfondo un elettrocardiogramma. L'immagine dell'inizio dell'anno nuovo!


Tre giorni prima di Natale ti sei ammalato e hai passato antivigilia e vigilia chiuso in casa con febbre debole e mal di gola.
Poi è passata e hai trascorso Natale e Santo Stefano in tranquillità con la famiglia.
Un po' di tosse, ma che vuoi che sia ... te sei un atleta! E, passato qualche giorno di riposo, prima di capodanno sei comunque riuscito a non restare fermo, e qualche bella uscita di corsa non troppo impegnativa e qualche sessione di rulli te la sei concessa. Hai provato anche ad andare in piscina, ma la tosse persistente non va d'accordo con la respirazione subacquea e dopo solo mezz'ora di minimaster, hai dovuto abbandonare la vasca.

Ma che c'è di meglio di un po' d'aria sana di mare in inverno per far stare meglio i polmoni malati? Infatti già due mesi fa avevate prenotato quattro giorni a Loano per svernare e sei partito con le scarpe da running in valigia.
Della vacanza parlerai a breve in un post dedicato, ma qui devi sottolineare che non solo non hai mai usato le Asics, ma addirittura la tosse ha continuato ad aumentare fino ad arrivare domenica sera a trasformarsi in febbre. Quindi lunedì, invece di goderti la giornata per intero sulla spiaggia come avevate preventivato, sei dovuto tornare a casa per andare al pronto soccorso. Anche piuttosto preoccupato, perchè oltre alla tosse e alla febbre, ti eri svegliato con un forte dolore al torace che diventava una pugnalata ogni volta che tossivi (ogni 30 secondi).
Questa se ti va bene è una polmonite, ma se ti va male ci aggiungiamo anche una pleurite. Pensavi.
Lunedì è giorno di ponte e visto che i medici sono tutti a fare la settimana bianca, al pronto soccorso di Lodi alle due di pomeriggio c'è il delirio. Invece ti sembra andare abbastanza bene, e in due ore e mezza ti fanno l'elettrocardiogramma (che se uno arriva e dice di avere dei dolori al torace, è il minimo che si merita) la lastra ai polmoni, la visita, e ti dimettono con una diagnosi di polmonite. Antibiotici, antinfiammatori per il dolore al costato (sembra essere un dolore muscolare dovuto al troppo tossire) e lastra da rifare tra una settimana. Non ti sei fatto neanche dare i giorni di malattia, che in due giorni di riposo magari la febbre non ritorna e mercoledì vai a lavorare!

Sembra tutto finito abbastanza bene, ma mentre appena rientrato a casa ti stai preparando un the caldo, suona il telefono e il dottore del ER ti dice che devi ritornare perchè il cardiologo, dopo aver visto l'ECG, vuole fare degli approfondimenti.
...
Cioè, ti telefonano dall'ospedale e, mentre tu soffri di dolori lancinanti al costato, ti dicono che il cardiologo ti vuole fare delle altre analisi.
Anche piuttosto urgentemente.
...
Cioè ...

Torni piuttosto turbato (non eri solo, al tuo fianco c'è stato tutto il tempo la biondina) e si ricomincia con le attese infinite. Di nuovo ECG, prelievo del sangue, ma poi devi aspettare su una scomoda sedia di sala d'aspetto tra tosse, dolori e febbre che sale. La cardiologa ti visita solo dopo le dieci di sera, e dopo un'attenta anamsesi che comprende anche un ecocardiogramma, si convince anche lei che probabilmente l'onda T negativa nell'ECG non è dovuto ad ischemia. Solo che ti vuole tenere in osservazione tutta la notte per ripetere gli esami.
In effetti ti rilasciano solo alle dieci del mattino dopo.

Ora sei a casa più tranquillo, e i giorni di malattia fino a lunedì te li sei fatti dare più che per la polmonite, per lo spavento di queste ultime ore.



Devi aver fatto molto il cattivo nel 2014, perchè la befana nella sua notte ti ha portato un saccone enorme di carbone.
... ma ora che ci pensi, il carbone non è marrone e non ha quell'odore di letame ...