Quinto e ultimo giorno della vacanza in alta montagna.
Qui il quadro generale.
Qui il day one.
Qui il day two.
Qui il day three.
Qui il day four.
Questo è stato forse il giorno in cui avete camminato di meno voi e ha camminato di più il bimbo.
Il giorno del ritorno a casa.
Alla mattina, dopo l'ultima abbondantissima colazione, caricate la macchina e la spostate direttamente a Colfosco, dove prendete il sentiero che vi porterà ai piedi del Sassongher. La strada è bella grossa e ben tenuta, tanto che passa ogni tanto qualche macchina che senza problemi sale al rifugio. Piuttosto ripida, e con questa scusa il bimbo si fa portare col passeggino per un bel po'.
Paesaggi molto belli in quella piccola vallata chiusa tra le montagne e abitata da mucche e cavalli al pascolo libero. Panorami mozzafiato. Quindi sfrutti la funzione panorama del cellulare.
Arrivati al rifugio però, non è che ci sia molto da fare ed è troppo presto per andare a mangiare, quindi, dopo aver convinto il bimbo a lasciare il passeggino al rifugio, prendete un bel sentiero e camminate verso le montagne.
Il sentiero è tutto in costa, e questo se da una parte ti dà la soddisfazione della bella passeggiata con una vista molto ampia sulla vallata, dall'altra ti mette addosso l'ansia per il bimbo, che hai dovuto tenere per mano ben saldo per tutto il tempo. Perchè lui si distrae, si guarda in giro, trascina i piedi e spesso inciampa. Ma alla fine è stato bravo, e ha camminato per una mezz'ora buona fino ad una edicola votiva dedicata a san Francesco nel bel mezzo del nulla, laddove il sentiero cominciava inesorabilmente a salire. E quindi si torna.
Giusto il tempo di ritornare al rifugio, che comincia a piovere (maddai! che novità!).
Nel ristorante più tipico e chic della vacanza, ti concedi un eccezionale piatto di polenta, formaggio e funghi porcini. Più caffè e grappa, tiè! crepi l'avarizia!
... e poi basta!
Nel senso che, vista l'acqua che viene, la vacanza finisce lì.
Si torna al paese in funivia, si prende la macchina e la si dirige verso la pianura.
Il tempo fino a quando sei entrato sull'autostrada, è stato uno schifo, aumentando a dismisura la depressione da fine vacanza.
Questa la situazione subito dopo il passo Gardena.
Ma questa immagine, pur essendo l'ultima della vacanza, non è certamente quella che ti ricorderai.
Ora che agosto è un vago ricordo e che le prossime vacanze sono un miraggio lontanissimo, il pensiero di quei cinque giorni in montagna ha il colore azzurro vivido e intenso di quei (pochi) momenti di cielo assolato, ha il verde energico dei pascoli, ha il grigio acuto della dolomia delle montagne.
Colori tipo questi:
Quei colori che vi hanno stregato e che vi fanno pensare già alle gite in montagna della prossima estate. Perche magari non esattamente nello stesso posto, ma ci volete tornare su quei monti.
Tutti e tre con lo stesso entusiasmo!
Qui il quadro generale.
Qui il day one.
Qui il day two.
Qui il day three.
Qui il day four.
Questo è stato forse il giorno in cui avete camminato di meno voi e ha camminato di più il bimbo.
Il giorno del ritorno a casa.
Alla mattina, dopo l'ultima abbondantissima colazione, caricate la macchina e la spostate direttamente a Colfosco, dove prendete il sentiero che vi porterà ai piedi del Sassongher. La strada è bella grossa e ben tenuta, tanto che passa ogni tanto qualche macchina che senza problemi sale al rifugio. Piuttosto ripida, e con questa scusa il bimbo si fa portare col passeggino per un bel po'.
Paesaggi molto belli in quella piccola vallata chiusa tra le montagne e abitata da mucche e cavalli al pascolo libero. Panorami mozzafiato. Quindi sfrutti la funzione panorama del cellulare.
Arrivati al rifugio però, non è che ci sia molto da fare ed è troppo presto per andare a mangiare, quindi, dopo aver convinto il bimbo a lasciare il passeggino al rifugio, prendete un bel sentiero e camminate verso le montagne.
Il sentiero è tutto in costa, e questo se da una parte ti dà la soddisfazione della bella passeggiata con una vista molto ampia sulla vallata, dall'altra ti mette addosso l'ansia per il bimbo, che hai dovuto tenere per mano ben saldo per tutto il tempo. Perchè lui si distrae, si guarda in giro, trascina i piedi e spesso inciampa. Ma alla fine è stato bravo, e ha camminato per una mezz'ora buona fino ad una edicola votiva dedicata a san Francesco nel bel mezzo del nulla, laddove il sentiero cominciava inesorabilmente a salire. E quindi si torna.
Giusto il tempo di ritornare al rifugio, che comincia a piovere (maddai! che novità!).
Nel ristorante più tipico e chic della vacanza, ti concedi un eccezionale piatto di polenta, formaggio e funghi porcini. Più caffè e grappa, tiè! crepi l'avarizia!
... e poi basta!
Nel senso che, vista l'acqua che viene, la vacanza finisce lì.
Si torna al paese in funivia, si prende la macchina e la si dirige verso la pianura.
Il tempo fino a quando sei entrato sull'autostrada, è stato uno schifo, aumentando a dismisura la depressione da fine vacanza.
Questa la situazione subito dopo il passo Gardena.
Ma questa immagine, pur essendo l'ultima della vacanza, non è certamente quella che ti ricorderai.
Ora che agosto è un vago ricordo e che le prossime vacanze sono un miraggio lontanissimo, il pensiero di quei cinque giorni in montagna ha il colore azzurro vivido e intenso di quei (pochi) momenti di cielo assolato, ha il verde energico dei pascoli, ha il grigio acuto della dolomia delle montagne.
Colori tipo questi:
Quei colori che vi hanno stregato e che vi fanno pensare già alle gite in montagna della prossima estate. Perche magari non esattamente nello stesso posto, ma ci volete tornare su quei monti.
Tutti e tre con lo stesso entusiasmo!
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