mercoledì 4 aprile 2012

Wall-e è triste

Uno dei luoghi comuni più sbagliati della storia del cinema è che i film di animazione siano solo cose da bambini.
Ma molti ne sono convinti. Ad esempio la biondina che (per usare un eufemismo) non ama il genere e se gli propongo Pixar o Dreamworks storce il naso.

Forse fino a qualche decennio fa era così, ma con l'avvento dei lungometraggi d'animazione a grafica computerizzata, il salto di complessità dal punto di vista visuale ha accompagnato anche un'evoluzione delle tematiche sviluppate in ottica matura e articolata.
Ho già afforontato questo discorso nel post dedicato al mito attuale del bimbo: Saetta McQueen.

L'altra sera, stufo di vedere sempre lo stesso film di macchine che oramai sappiamo a memoria, ho proposto al bimbo di vedere il robottino Wall-e, e lui ha risposto entusiasta. Ci siamo seduti in cameretta alla scrivania davanti al computer portatile e ho fatto partire media player col bimbo seduto sulle mia gambe.
All'inizio ci sono immagini dello spazio, e lui ha cominciato a chiedere: ma Uollì quando arriva? Poi la scena si sposta sulla terra del futuro desolata e piena di rifiuti, e lui mi chiedeva: ma Uollì quando arriva? Poi il robottino effettivamente compare sullo schermo, ma tanto era allegra, briosa e divertente l'entrata in scena di Saetta McQueen, tanto è malinconica e triste l'apparizione di Wall-e:


Con tanto di immagine di altri robot rotti e "morti" a dare ancora di più l'idea di solitudine e abbandono.
E a questo punto il bimbo comincia a irrigidirsi e mi chiede con il labbro inferiore tremulo: ma perche Uollì e è triste? E io: perchè è da solo, ma adesso trova una sua amica ...
Ma la sua amica non ha fatto in tempo ad arrivare nella storia, perchè attorno al minuto 7 c'è questa scena:



E il bimbo è praticamente scoppiato in lacrime dicendo: papà, non voglio più vedere Uollì!!
... e per farlo tranquillizzare ho dovuto fargli vedere la gara di apertura di Cars.

Mi ricordavo che in effetti il film, soprattutto nella prima parte, era piuttosto malinconico e poetico, sia come atmosfere che come storia, ma non pensavo che il bimbo fosse tanto sensibile da farsi venire il magone.
Questo aneddoto dimostra due cose:
- che il bimbo (in particolare, ma penso tutti i bambini in generale) sono molto sensibili e che bastano musiche e immagini giuste per fargli cambiare umore;
- che è confermato (come ho detto in apertura) che i film di animazione non sono cose da bambini, ed alcuni più degli altri.

Nessun commento:

Posta un commento