martedì 28 settembre 2021

IronMan Cervia 18/09/2021


Un sogno che è durato tre anni.
Da quando (era il 1 ottobre 2018) ti iscrivevi al tuo primo Triathlon distanza lunga, e iniziavi una lunga rincorsa verso l'arco con la M pallinata in cima.
Sapevi che sarebbe stata lunga, questa rincorsa, ma non immaginavi così tanto.

E comunque si: era già buio, erano già passate le otto e mezza di sera, ma lo speaker alla fine l'ha detto:
Massimo, YOU ARE AN IRONMAN!!!

Diamo scontato tutto il prima.
Diamo per scontate le settimane con 16 ore di allenamento, i quattro chili persi in sei mesi, i sabato mattina sempre fuori in bici, ogni maledetto mercoledì, gli allenamenti in vasca che sono arrivati a un picco di 5 km, le ripetute in pista in Z4, i giorni in cui correvi alla mattina alle 6 e pedalavi alla sera alle 6, le ripetute in bici sulla provinciale per Santa Cristina in Z5, i rulli a luglio...
Diamo per scontato che il tuo IronMan lo hai affrontato e conquistato in questi lunghi mesi di preparazione, e che a Cervia sei andato solo a ritirare la medaglia, che tutto quello che c'era da dimostrare l'avevi già dimostrato a te stesso.

Diamolo pure per scontato, ma comunque tra te e la tua medaglia di Finisher c'erano ad aspettarti quei 226km da nuotare, pedalare e correre.
E adesso parliamo di questi.
Con una premessa: volevi scrivere questo post dividendolo in due parti distinte e contrastanti, esattamente come i sentimenti che hai provato a gara finita. Senza arrivare a scrivere il paragrafo chiamato Bicchiere Mezzo Pieno Edition ed inevitabilmente il suo complementare, sei sicuro che comunque i due sentimenti sono ben presenti.
Alla fine si capirà il perchè e tireremo le somme.

I momenti prima della partenza sono sempre quelli più impegnativi dal punto di vista emozionale.
Un crescendo che parte con il controllo della bici che fa ancora buio, con l'attesa seduto sulla sdraio della spiaggia a guardare l'alba in solitudine e quasi in meditazione, con l'incontro con gli altri ragazzi della squadra, con l'intruppamento nelle transenne, con la musica che parte dalla banda che suona l'Inno, alle power song come Thunderstruck che ti mandano a palla il cuore che sei ancora fermo, con l'infilarsi nella tua corsia, e finisce con il fischio del giudice di gara che ti da il via.

Quel primo passo al di là del tappeto è un'emozione che, seppur l'hai provata altre volte, stavolta ti ha travolto e tramortito. Per fortuna l'occhiale da nuoto nasconde l'occhio gonfio.

SWIM
Il nuoto l'hai fatto come dovevi. La media di 2 minuti ogni 100 metri è quello che ti serviva per rimanere rilassato e in controllo per tutta l'ora e 17 minuti. Il mare era tranquillo tranne gli ultimi 400 metri, quando ti sei girato perpendicolare alla spiaggia, che l'onda lunga ti alzava e abbassava dandoti quella brutta sensazione di mal di mare. Fortuna che eri quasi arrivato, che se avessi dovuto nuotare più tempo in quella situazione, probabilmente saresti uscito dall'acqua con la nausea da uomo di pianura.


L'unico problema nel nuoto sono state le meduse.
Un sacco di meduse piccole e innocue che ti davano la sensazione dei nuotare nel BubbleTea, ma all'interno di queste ne hai beccate un paio magari diverse che ti hanno urticato il polso sinistro e il collo. Quella sul collo, complice anche il bordo della muta e l'acqua salata, non ti ha dato molto fastidio, ma ti ha lasciato un bel segno rosso.

   





BIKE
La zona cambio è interminabile. Un tappeto rosso lungo 600 metri corso a piedi nudi con la famiglia e gli amici che ti incitano.


Finita la T1 hai le uniche foto con la bici che ti ha fatto Lorenzo, e sono le foto più belle che hai di tutta la giornata.



La frazione in bici la puoi definire come una tranquilla seduta di allenamento lunga.
180km pedalati con il cuore quasi sempre tra i 120 e i 130 bpm. Primo pezzo carino di fianco alle saline, molto bello il passaggio a Forlimpopoli e molto apprezzata la salita di Bertinoro, che sembrava di essere sulle tue colline dell'Oltrepò pavese.
Il resto dei 180, su una strada a scorrimento veloce chiusa al traffico per il vostro passaggio non era molto stimolante, ma assolutamente funzionale a quello che dovevate fare.
Qui ti sei alimentato regolarmente e hai bevuto sia le tue tre borracce con i sali, che una bottiglia di Gatorade (forse questo è stato un primo errore: hai bevuto troppo e mischiato cose che magari non stavano bene insieme).
Gli ultimi 20 km hai dovuto spingere un po' di più che tornando verso il mare hai trovato vento in direzione ostinata e contraria.

Quel totale di 5 ore e 33 minuti (32km/h) ti inorgoglisce un bel po', e pensi di aver fatto un buon lavoro.





RUN
E qui arriva la parte amara.
L'arrivo in T2 ti fa bene a corpo e spirito. Rivedi Lorenzo che ti fa le foto, c'è l'incitamento del pubblico (che tu richiedi ad alta voce, come si vede nelle foto) e ci sono gli speaker che ti salutano. Va tutto come deve andare.


Il primo giro di 10 km lo fai in un passo tra i 5'30" e i 5'40". L'ideale.
Saluti gli atleti che incontri e che conosci e anche il pubblico. Mangi un gel, e ti idrati. Sceglierai di bere la cola ai ristori, convinto che un po' di bollicine ti facciano bene e ti aiutino a gestire quel senso di nausea che cominci ad avere. Probabilmente il tuo errore più grande.


All'inizio del secondo giro, quelle nuvolone che arrivavano dall'entroterra e brontolavano (scoprirai dopo che tanta gente ha preso una bella lavata in bici) raggiungono la spiaggia e ti rovesciano addosso un quarto d'ora circa d'acqua bella abbondante. All'inizio quelle quattro gocce che arrivavano le hai benedette, ma quando la portata d'acqua ha cominciato a peggiorare, l'hai sofferta. Ti sei trovato quasi a tremare dal freddo.
Questo giro hai calato la velocità e hai girato oltre i 6' costantemente.

Dal terzo giro l'inferno.


La nausea peggiora, e non riesci più né a mangiare né a bere.
Al 24°km ti devi appoggiare ad un cassonetto un po' nascosto che sei squassato dai conati di vomito. Dopo provi a corricchiare, ma non c'è modo. Da qui in avanti hai praticamente camminato per 15 km.
Passato per l'ultima volta al giro di boa spieghi alla biondina cosa sta succedendo, e per fortuna attorno al 32km fai in tempo ad uscire un poco dalla zona con tanto pubblico, e ti chini ancora una volta ad innaffiare un'aiuola di fiori.

Questo è stato il momento peggiore. Stava cominciando ad imbrunire, il tempo previsto d'arrivo si allontanava inesorabilmente sia dalle previsioni entusiastiche che avevi fatto alla fine del primo giro, ma anche dal target onesto e plausibile che ti eri prefissato delle 12 ore.
C'è stato anche un momento in cui ti si sono chiuse le orecchie, quella sensazione di testa leggera che non promette niente di buono. Ma fortunatamente (dopo l'ultima sosta a bordo strada attorno ai 38km) ti è passato e hai proseguito.

Ecco, c'è di buono che lo spirito era comunque combattivo.
Nonostante il morale fosse sotto le suole delle Kayano, non hai mai, mai preso in considerazione l'idea di abbandonare.
C'era la tua famiglia e i tuoi amici ad aspettarti all'arrivo, e gli saresti andato incontro.
Costi quel che costi.

 

Arrivato agli ultimi 400 metri prima del  traguardo, ti raggiunge dalle retrovia Aurella, ragazza della tua squadra con molta più grinta ed energia di te, che ha la bontà di prenderti per mano e spronarti per condividere con te quel tappeto rosso e l'urlo dello speaker.


La biondina, poverina, è lì che ti aspetta da quasi due ore per il tuo ultimo giro senza avere notizie, e quindi anche un poco preoccupata, che ha visto gente portata via in barella e ambulanze passare.

In quel momento però la gioia è grande.
Soprattutto tua, che all'arrivo devi prenderti qualche secondo prima di ritirare la medaglia con la faccia nascosta nelle mani per la commozione.


La faccia all'arrivo è francamente sconvolta ma felice.
Purtroppo non sei riuscito a festeggiare bene l'arrivo con tutti quelli che erano lì per te, perchè non stavi bene. Sei riuscito solo ad andare in albergo per una doccia (in cui hai avuto ancora problemi di stomaco) e a metterti a letto.

Quindi finisce così, un po' sommessamente, il tuo viaggio 
12 ore e 41 minuti sono un tempo che onestamente non ti piace neanche un po'.
Per questo parlavi di bicchiere mezzo vuoto.
Perchè sai che vali almeno un ora di meno. Forse anche di più.

Tutti (dal tuo coach Stefano ai tuoi compagni di squadra, dalla Biondina al Batta) ti hanno detto che il bicchiere invece è bello pieno. Che è il primo IronMan, che comunque l'obiettivo era finirlo, che se non avessi avuto problemi facevi un tempone, che comunque hai vinto!

Si, hanno ragione. Hai vinto te!

Ora non sai se in futuro rifarai una gara di Triathlon lungo. Sei troppo combattuto tra il voler rifarla domani per dimostrare a te stesso che vali di più e non volerla rifarla mai più per l'impegno enorme sotto tanti punti di vista.

Per ora ti porti a casa le forti emozioni e due grossi insegnamenti:
L'IronMan è il momento in cui paure e sogni collidono.
Non sai quanto sei forte, fino a quando essere forti è la tua sola alternativa.

Tu sei riuscito a prendere in mano le tue paure e i tuoi sogni, per poi portarli oltre il traguardo con la forza della determinazione.

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