Ma dopo aver impiegato più di sei ore per completare il tuo primo mezzo ironman non più di due mesi fa, è possibile cimentarsi sulla stessa distanza e fermare il cronometro a 4h50'?
Cioè, un'ora e venti minuti in meno?
... si, ma solo se c'è il trucco!
Il trucco banalmente è nelle distanze.
I 112,9 km canonici diventano "solo" 104,3 e in quegli otto chilometri abbondanti ci sta un mondo.
Certo, poi bisogna aggiungerci che hai fatto una prestazione della madonna, e che (in proiezione) su una distanza completa avresti terminato poco sopra le cinque ore e mezzo.
E quindi alla fine non puoi che essere contentissimo della gara e ritenerti totalmente soddisfatto della tua prestazione.
Anche perchè le cose all'inizio si erano messe decisamente male:
Questo è quello che avete trovato te e la biondina (che è venuta un po' per supporto morale, un po' per la paura di mandarti da solo a fare una cosa potenzialmente pericolosa: e se poi stai male, come torni da solo?) all'arrivo sul lago alle cinque e mezza della mattina di domenica. Vento forte e acqua con onde importanti.
E il tuo morale va subito sotto le scarpe.
Ma come puoi pensare di nuotare in queste condizioni, te che a Rimini, in condizioni probabilmente migliori, ti eri fatto prendere dallo sconforto e avevi sofferto tantissimo (soprattutto a livello psicologico, con un accenno di attacco di panico) la frazione a nuoto?
E infatti, mentre prepari la tua zona cambio, le voci tra gli atleti si fanno allarmanti:
forse diventa un duathlon
sicuramente la accorceranno
ci faranno aspettare un ora prima di partire
e in bici con questo vento?
Sul molo prima della partenza, anche lo speaker non ha le idee molto chiare, che la situazione è complicata. Prima annunciano nessun cambiamento, poi si ufficializza la diminuzione della distanza a nuoto perchè in alcuni punti la corrente era troppo forte, poi addirittura ci spiegano che l'attesa è dovuta al fatto che (sempre per colpa della corrente) non riescono a posizionare la prima boa. E allora la genialata: si sfrutta la boa umana. L'eroe di giornata è l'uomo con il pattino (si, proprio quelli rossi che potresti trovare sulla riviera romagnola sotto il culo del bagnino sciupafemmine) che si mette a trecento metri dalla riva e, cercando di restare fermo, ci fa da riferimento. Non sai se alla fine c'è riuscito (a stare fermo) ma è stato comunque un mito e noi tutti in acqua passandogli di fianco lo abbiamo salutato e ringraziato.
Parti alle 7 e mezza, circa mezz'ora dopo il preventivato, ma nel frattempo, come pronosticato dai locali, la situazione ambientale stà migliorando e il vento comincia a calare.
In bici, frazione che alla vigilia ti aveva preoccupato non poco visto il profilo altimetrico riportato sul sito, hai fatto una bella prova, e ti sei divertito veramente tanto.
Il primo tratto lungolago è spettacolare, quasi totalmente piatto e velocissimo, nonostante il vento, e riesci ad arrivare ai piedi della salita, attorno al 35° km, con una media di 37,5 km/h.
Poi quello che tu temevi fosse un "muro" è sì impegnativo, però costante attorno al 8% e lo scavalli senza andare troppo in affanno. La seconda parte della bici è un continuo saliscendi, che se da una parte non ti permette di fare velocità, dall'altra ti stimola e diverte.
Peccato che alla fine fossero solo 83 km, quei sette chilometri in meno ti hanno lasciato un po' di amaro in bocca.
Da riportare un inconveniente tecnico: una caduta della catena che ti ha fatto perdere un paio di minuti e tanti preziosissimi punti karma, vista la quantità di imprecazioni proferite.
Il percorso run sul lungolago fortunatamente aveva ampi tratti ombreggiati e c'erano ristori, spugnaggi e docce in abbondanza. L'organizzazione si era preparata a dover affrontare una giornata caldissima come quelle delle ultime settimane, ma alla fine non si stava troppo male.
Tutto sommato hai corso bene, con solo un inevitabile calo nell'ultimo dei quattro giri finali quando tutti i dolori del mondo si sono dati appuntamento su di te. La schiena, il ginocchio, le spalle, quel dito del piede che avevi picchiato contro uno spigolo quattro giorni prima ... tutti lì a salutarti e a chiederti un passaggio fino all'arrivo.
Però a cento metri dall'arrivo te li scrolli tutti di dosso e sotto l'arco ci siete solo te, la tua gioia e l'incredulità per il tempo fatto.
Graditissima sorpresa: i ghiaccioli al ristoro finale. Te ne sei pappati due in rapida sequenza.
I dati finali, per i patiti dei numeri.
Questa gara di Arona per come (non) l'hai preparata è stata prima dell'iscrizione un dubbio, nelle settimane prima un'incognita, i giorni precedenti un pensiero preoccupato fino a diventare l'attimo prima della partenza un peso angosciante.
Ma alla fine si è rivelata una delle tue più grandi soddisfazioni sportive.
Cioè, un'ora e venti minuti in meno?
... si, ma solo se c'è il trucco!
natura morta con garmin |
Il trucco banalmente è nelle distanze.
I 112,9 km canonici diventano "solo" 104,3 e in quegli otto chilometri abbondanti ci sta un mondo.
Certo, poi bisogna aggiungerci che hai fatto una prestazione della madonna, e che (in proiezione) su una distanza completa avresti terminato poco sopra le cinque ore e mezzo.
E quindi alla fine non puoi che essere contentissimo della gara e ritenerti totalmente soddisfatto della tua prestazione.
Anche perchè le cose all'inizio si erano messe decisamente male:
Questo è quello che avete trovato te e la biondina (che è venuta un po' per supporto morale, un po' per la paura di mandarti da solo a fare una cosa potenzialmente pericolosa: e se poi stai male, come torni da solo?) all'arrivo sul lago alle cinque e mezza della mattina di domenica. Vento forte e acqua con onde importanti.
E il tuo morale va subito sotto le scarpe.
Ma come puoi pensare di nuotare in queste condizioni, te che a Rimini, in condizioni probabilmente migliori, ti eri fatto prendere dallo sconforto e avevi sofferto tantissimo (soprattutto a livello psicologico, con un accenno di attacco di panico) la frazione a nuoto?
E infatti, mentre prepari la tua zona cambio, le voci tra gli atleti si fanno allarmanti:
forse diventa un duathlon
sicuramente la accorceranno
ci faranno aspettare un ora prima di partire
e in bici con questo vento?
zona cambio piuttosto sacrificata, e soprattutto in T1 il traffico era veramente troppo |
Sul molo prima della partenza, anche lo speaker non ha le idee molto chiare, che la situazione è complicata. Prima annunciano nessun cambiamento, poi si ufficializza la diminuzione della distanza a nuoto perchè in alcuni punti la corrente era troppo forte, poi addirittura ci spiegano che l'attesa è dovuta al fatto che (sempre per colpa della corrente) non riescono a posizionare la prima boa. E allora la genialata: si sfrutta la boa umana. L'eroe di giornata è l'uomo con il pattino (si, proprio quelli rossi che potresti trovare sulla riviera romagnola sotto il culo del bagnino sciupafemmine) che si mette a trecento metri dalla riva e, cercando di restare fermo, ci fa da riferimento. Non sai se alla fine c'è riuscito (a stare fermo) ma è stato comunque un mito e noi tutti in acqua passandogli di fianco lo abbiamo salutato e ringraziato.
Parti alle 7 e mezza, circa mezz'ora dopo il preventivato, ma nel frattempo, come pronosticato dai locali, la situazione ambientale stà migliorando e il vento comincia a calare.
si è andati un po' a naso, che i riferimenti in mezzo alle onde erano pochi |
In bici, frazione che alla vigilia ti aveva preoccupato non poco visto il profilo altimetrico riportato sul sito, hai fatto una bella prova, e ti sei divertito veramente tanto.
Il primo tratto lungolago è spettacolare, quasi totalmente piatto e velocissimo, nonostante il vento, e riesci ad arrivare ai piedi della salita, attorno al 35° km, con una media di 37,5 km/h.
Poi quello che tu temevi fosse un "muro" è sì impegnativo, però costante attorno al 8% e lo scavalli senza andare troppo in affanno. La seconda parte della bici è un continuo saliscendi, che se da una parte non ti permette di fare velocità, dall'altra ti stimola e diverte.
Peccato che alla fine fossero solo 83 km, quei sette chilometri in meno ti hanno lasciato un po' di amaro in bocca.
Da riportare un inconveniente tecnico: una caduta della catena che ti ha fatto perdere un paio di minuti e tanti preziosissimi punti karma, vista la quantità di imprecazioni proferite.
all'arrivo in T2 |
Tutto sommato hai corso bene, con solo un inevitabile calo nell'ultimo dei quattro giri finali quando tutti i dolori del mondo si sono dati appuntamento su di te. La schiena, il ginocchio, le spalle, quel dito del piede che avevi picchiato contro uno spigolo quattro giorni prima ... tutti lì a salutarti e a chiederti un passaggio fino all'arrivo.
Però a cento metri dall'arrivo te li scrolli tutti di dosso e sotto l'arco ci siete solo te, la tua gioia e l'incredulità per il tempo fatto.
guardami biondina ... sono fichissimo!!!! |
Graditissima sorpresa: i ghiaccioli al ristoro finale. Te ne sei pappati due in rapida sequenza.
invece che mordere la medaglia all'arrivo ... |
I dati finali, per i patiti dei numeri.
Questa gara di Arona per come (non) l'hai preparata è stata prima dell'iscrizione un dubbio, nelle settimane prima un'incognita, i giorni precedenti un pensiero preoccupato fino a diventare l'attimo prima della partenza un peso angosciante.
Ma alla fine si è rivelata una delle tue più grandi soddisfazioni sportive.
cheers |
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