Seconda parte della narrazione di un pezzo della tua vita: dopo il primo approccio comincia l'apprendistato e l'integrazione nel gruppo.
Questo il link alla prima parte.
Come dicevi, sei "entrato nella banda" che avevi 8 anni, e per i primi, diciamo, cinque anni, l'hai fondamentalmente subìta.
Questo espressione, che può sembrare forte, non significa che non ti piaceva, anzi, ma rappresenta il tuo essere bambino e quindi il fare con ordine quello che i grandi ti dicevano.
Il mercoledì e il sabato pomeriggio in sede a studiare, poi le uscite al mercoledì sera insieme a tutto il gruppo, le prime uscite in sfilata con la divisa a marciare e far fita di suonare, i primi concerti in chiesa o in piazza del paese, con tutti i parenti che venivano a vedere quant'era carino quel bambino con la divisa.
... continua ...
Questo il link alla prima parte.
Come dicevi, sei "entrato nella banda" che avevi 8 anni, e per i primi, diciamo, cinque anni, l'hai fondamentalmente subìta.
Questo espressione, che può sembrare forte, non significa che non ti piaceva, anzi, ma rappresenta il tuo essere bambino e quindi il fare con ordine quello che i grandi ti dicevano.
Il mercoledì e il sabato pomeriggio in sede a studiare, poi le uscite al mercoledì sera insieme a tutto il gruppo, le prime uscite in sfilata con la divisa a marciare e far fita di suonare, i primi concerti in chiesa o in piazza del paese, con tutti i parenti che venivano a vedere quant'era carino quel bambino con la divisa.
Che a pensarci adesso, guardando ora i bambini che, come me allora, cominciano a uscire inquadrati, dovevi essere ben ridicolo. Piccolino, leggermente sovrappeso, con la giacca rossa e i pantaloni blu elettrico molto più grandi di te (questo solo all'inizio, poi sono diventati attillati), con il cappello da carabiniere in testa, con il clarinetto in bocca e lo sguardo che vagava a destra e sinistra nello sforzo di stare in fila e di mantenere il passo.
Ridicolo, dicevi. O al più tenero.
E intanto suonavi le parti del 3° o 2° clarinetto, sforzandoti di trasformare quel suono sgraziato e stonato che riuscivi a produrre solo con grande sforzo, nella melodia delicata e leggera che i primi clarinetti riuscivano a fare senza evidente sforzo. Gasandoti abbestia quando riuscivi a fare una marcia tutta intera senza sbagliare, quando riuscivi a suonare un pezzo con tre bemolli o (orrore) tre diesis o quando riuscivi a tenere il passo lento delle processioni religiose.
Le parti più divertenti erano le prove del pomeriggio, con tutti gli allievi della tua età o quasi, con cui dopo aver suonato giocavi con quello che può divertirti a 10 anni, in attesa che il tuo interesse per le altre bambine e per le majorette (sì, in quegli anni insieme alla banda c'erano quelle che si facevano chiamare atlete twirling, ma sono durate pochi anni della tua presenza) si trasformasse in qualcosa di più profondo e complicato.
Ma le prove del mercoledì sera con tutta la banda erano invece qualcosa di più articolato. Ti sembra di ricordare che i primi anni l'ambiente era un po più rigido e serio di adesso, con i "vecchi" che ti riprendevano se facevi casino e con il maestro che ti scrutava severo dal suo podio da cui tutto vedeva.
Ma forse è solo la tua immaginazione di bambino timido e suggestionabile.... continua ...
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