Sono sempre stato convinto che l'inizio della scuola materna avrebbe fatto un gran bene al bimbo, principalmente per due motivi: avrebbe passato del tempo con i bambini della sua età (cosa che, non avendo fratelli o amici vicini, finora aveva fatto raramente) e avrebbe imparato a stare in società e a conoscere le regole della convivenza.
Sono solo poco meno di tre settimane da quando il bimbo va all'asilo, e se devo fare un primo bilancio a caldo posso dire che l'asilo gli piace, fa tutto quello che gli dicono e la sua insegnate annalisaportapazienza è soddisfatta di come si comporta.
E di questo siamo tutti contenti.
Ma a dire la verità, questo bambino bravo bravissimo sembra che lo tengono all'asilo e a noi ci riconsegnano la versione che si è data al alto oscuro della forza.
A casa abbiamo notato una serie di cambiamenti nel carattere. Finora tutti negativi.
E' spesso scontroso, apatico e ancora più testardo del solito. Di quelle scene perché non vuole mangiare quello che la mamma gli prepara, che prima mangiava con entusiasmo. Non vuole giocare con niente di quello che gli proponi e passerebbe tutto il tempo sul divano davanti alla televisione con ciuccio e orso. Se non vuole fare una cosa prima riuscivi a convincerlo con le buone, ora sono solo lacrime e capricci fino a quando o la mamma cede o io mi arrabbio e lo costringo tra urla e strepiti.
E' colpa dell'asilo?
Penso di si.
Ma non nel senso che stà disimparando l'educazione, ma molto più semplicemente per lui è un momento un po particolare: quando torna a casa è stanco (giocare tutto il giorno sfinisce) e forse questi suoi capricci sono il modo che ha per chiedere attenzione. Prima era il centro del suo piccolo mondo che cominciava a casa sua e finiva al massimo a casa dei nonni. Ora invece stà prendendo coscienza che non è così: che deve dividersi le attenzioni della maestra con altri 27 bambini, che non può fare sempre e solo quello che gli piace senza chiedere il permesso.
E questo in effetti può destabilizzare.
Sia i suoi equilibri comportamentali che gli equilibri emozionali della sua famiglia.
Quanta pazienza ci vuole!
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