Bella, molto bella.
Dal punto di vista paesaggistico seconda soltanto alle campestri in collina (S. Colombano, Miradolo, Monteleone), con il percorso che si snoda nel parco sovracomunale del Brembiolo di fianco a quelle rogge che sono forse la ricchezza più importante dell'economia della bassa, così legata all'agricoltura intensiva.
Fantastico il fatto che oltre alle campestri vere e proprie (che come il solito partono presto, attorno alle 7-7,30) c'era anche una family run con inizio attorno alle nove con tanto di nastro di partenza e count-down, dove ho visto un bel gruppetto di ragazzini (età media dieci anni) che è partito a razzo, con i genitori dietro a spingere i passeggini dei fratelli più piccoli.
E, in una desolante mancanza di originalità, dove ogni corsa campestre finisce con il regalo di una bottiglia di vino, o una confezione di riso, questa volta è il giro di una simpatica maglietta di cotone con un fumetto che sottolinea quanto siano matti i podisti. Gente che per divertirsi deve alzarsi alla domenica mattina all'alba e poi massacrarsi di fatica fino a stramazzare sul banchetto del ristoro finale.
Io magari non sono stramazzato sul finale, ma la stagione comincia ad essere abbastanza calda, tanto che alla fine dei miei onesti 14 km mi sono buttato sul vassoio dell'anguria, spazzolandone una buona metà.
Dal punto di vista paesaggistico seconda soltanto alle campestri in collina (S. Colombano, Miradolo, Monteleone), con il percorso che si snoda nel parco sovracomunale del Brembiolo di fianco a quelle rogge che sono forse la ricchezza più importante dell'economia della bassa, così legata all'agricoltura intensiva.
Fantastico il fatto che oltre alle campestri vere e proprie (che come il solito partono presto, attorno alle 7-7,30) c'era anche una family run con inizio attorno alle nove con tanto di nastro di partenza e count-down, dove ho visto un bel gruppetto di ragazzini (età media dieci anni) che è partito a razzo, con i genitori dietro a spingere i passeggini dei fratelli più piccoli.
E, in una desolante mancanza di originalità, dove ogni corsa campestre finisce con il regalo di una bottiglia di vino, o una confezione di riso, questa volta è il giro di una simpatica maglietta di cotone con un fumetto che sottolinea quanto siano matti i podisti. Gente che per divertirsi deve alzarsi alla domenica mattina all'alba e poi massacrarsi di fatica fino a stramazzare sul banchetto del ristoro finale.
Io magari non sono stramazzato sul finale, ma la stagione comincia ad essere abbastanza calda, tanto che alla fine dei miei onesti 14 km mi sono buttato sul vassoio dell'anguria, spazzolandone una buona metà.
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