Giorni di indignazione.
Legittima certe volte, pretestuosa altre.
Giorni in cui alcune persone si riuniscono e manifestano il loro disappunto per come viene gestita la crisi finanziaria che sta calando sul nostro paese in particolare e su tutto il mondo occidentale in generale.
Premesso che di economia (sia micro che macro) ne so poco, anch'io vivo in questo mondo, perciò un idea, magari sbagliata, me la sono fatta. E quindi, anche se nessuno me l'ha chiesta, la scrivo qui.
Uno dei problemi principali è il fatto che chi più aveva più accumula e chi meno aveva sempre meno avrà.
Le accuse sono pressappoco queste: gli industriali aumentano i margini di guadagno spostando le fabbriche in posti dove la mano d'opera costa meno e lasciando senza lavoro molta gente, oppure usano nuove forme di contratti lavorativi che ricattano i lavoratori. Gli operatori di borsa muovono i loro soldi in modo da speculare per ricavare il massimo guadagno creando scompensi che fanno perdere da un momento all'altro i risparmi di una vita al piccolo operaio che aveva accantonato qualcosa per la pensione. Impiegati o dirigenti di aziende (soprattutto pubbliche, e questo fa più male) hanno dei benefit impensabili per il lavoratore "normale" e non intende rinunciarci a cuor leggero.
Tutte queste considerazioni hanno portato a stimare che, in un sistema economico come il nostro, i guadagni sono distribuiti in maniera non equa. Addirittura ci sarebbe una ristretta cerchia di persone (circa l'1%, chi ha fatto sto conto non è dato saperlo) che si tiene la fetta più grossa, lasciando al 99% della popolazione le briciole.
E compaiono cartelli come questi:
L'idea non può che essere condivisibile: anche un liberalista convinto non può negare che una perequazione diversa può perfino giovare all'economia generale.
Però, mentre guardavo i servizi al telegiornale, c'era qualcosa in queste contestazioni che non mi quadrava (e qui mi riferisco all'ideologia, se parliamo di come sono state condotte queste manifestazioni poi degenerate in scontri e vandalismi, apriamo un altro capitolo a parte).
Non riuscivo a capire perché leggere questi slogan e altri simili mi puzzava di qualunquismo, di interesse personale, di rivendicazione che solo di facciata è di altruismo, ma sotto sotto è di opportunismo come quello contro cui si scagliano.
Ed è stato proprio questo cartello a farmi capire dov'è lo sbaglio.
Siamo il 99% - Dividiamo la grana
Partiamo dal fondo. Immaginatevi la scena: quattro loschi figuri di notte, in un bar chiuso con poca illuminazione, pieno del fumo di innumerevoli sigarette. Uno rovescia il contenuto di un borsone sportivo sul tappeto verde del biliardo e un altro dice: dividiamo la grana.
E' un furto.
E ai danni di chi?
Questa questione ci porta alla prima parte del cartello, e mi fa crescere un'altra domanda: siamo il 99% di cosa?
Si, perché quello che ha fatto il conto del 99 a 1 ha pensato all'economia occidentale, dei cosiddetti paesi industrializzati.
Proviamo a fare un passo indietro e a rifare lo stesso ragionamento su scala mondiale. La torta da dividere, proviamo a non dividerla soltanto per noi europei, americani e pochi altri, ma dividiamola per tutti gli abitanti della terra. Hanno diritto anche loro a una fetta, per il semplice diritto di esserci.
C'è un altra statistica che, su scala mondiale, calcola che la parte più grossa delle risorse mondiali è sfruttata dal solo mondo occidentale, stiamo parlando di circa il 10% della popolazione mondiale.
A questo punto, se quel cartello, nelle intenzioni di chi l'ha scritto, voleva significare: dividiamo le risorse in modo più equo, allora il reddito di quelle persone (ed anche il mio) non andrebbe ad aumentare, ma sicuramente a diminuire.
Perché non è vero che siamo il 99% che sono rapinati, ma siamo il 10% che rapina.
Stiamo attenti a quello che desideriamo, perché potrebbe anche avverarsi.
Il sistema capitalistico sta funzionando alla perfezione, permettendo di creare ricchezza e di accumularla. Ma forse non è il sistema economico migliore dal punto di vista etico. Altri sistemi economici più etici invece sono crollati.
Abbiamo bisogno di una nuova economia.
Mio figlio mi chiede (e se lo merita) un mondo migliore.
... ma io no sono in grado di rispondergli.