Ne esistono fondamentalmente di due tipi, legati alla vicinanza degli stessi agli impianti di risalita. Se la struttura è lontana dagli impianti allora sarà un rifugio frequentato (poco) da alpinisti stanchi e affamati, quindi piuttosto rustico, con un menù semplice, un servizio basico e prezzi comunque abbordabili.
Se la baita è vicina agli impianti di risalita (magari in una località rinomata) allora sarà un ristorante molto frequentato e anche un po fighetto. Con menù raffinati, prezzi da ristorante in centro a Milano e camerieri vestiti con i costumi tipici.
Nel fine settimana appena trascorso, in due giorni di gite ho frequentato tutte e due le categorie di baita. Il primo giorno Rifugio Croz dell'Altissimo, vero e proprio rifugio inteso come tappa intermedia lungo un sentiero di montagna. Abbiamo mangiato un piatto di pasta e una fetta di torta su una panca di legno all'aperto.
In questo post voglio però parlare del secondo giorno: Rifugio la Roda ad Andalo (e già che si tratta di un'altra categoria si capisce anche dal sito internet). Punto di arrivo degli impianti di risalita e punto di partenza delle innumerevoli piste da sci del comprensorio, è frequentato soprattutto da gente che in montagna non fa un passo oltre al giro in paese, e se va al rifugio è solo per mangiare.
Sono arrivato che avevo una fame maiuscola e leggendo il menù e guardando i piatti che passavano mi era venuta l'acquolina in bocca: canederli, polenta, funghi, spezzatino di capriolo, formaggi locali, vino rosso, ecc.
Ma c'era il bimbo, e ho dovuto alla fine ripiegare su qualcosa che avrei potuto dividere con lui:
Cotoletta di tacchino, patatine fritte e lemonsoda |
Alla fine non ce l'ho fatta e ho ordinato anche una tagliere di formaggi:
Porzioni mini servite con confetture di frutta, come nei veri ristoranti di lusso |
Naturalmente ce l'ha messa il bimbo quando ha sperimentato un accostamento dolce-salato pucciando le patatine fritte nella confettura.
Altro che ketchup! |
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