Dopo un venerdì saltato in quanto troppo impegnato, ritorna l'appuntamento con le cose belle dal mondo dell'intrattenimento non contemporaneo.
Parliamo di libri.
Ho letto molto nel periodo in cui andavo all'università, perché non c'è niente di meglio che leggere sul treno.
E se poi uno ha poco più di vent'anni e nessuna preoccupazione al mondo (proprio nessuna no, ma comunque le preoccupazioni dei vent'anni sono poca cosa), quei quaranta minuti all'andata e altrettanti al ritorno, sono un angolo di paradiso tranquillo in cui non pensare a nulla e immergersi nelle vite immaginate dallo scrittore di turno.
In questo caso, per la serie romanzi leggeri e divertenti, ho cominciato a leggere i libri del professor Pennac che era circa il 1994 e dopo il primo non mi sono fermato fino ad averli letti tutti.
Il linguaggio è semplicemente geniale, o perlomeno era la cosa più fresca e spassosa che mi era capitato di leggere fino ad allora. I personaggi sono totalmente improbabili ma comunque plausibili e calati nella realtà. Nelle storie c'è comunque, nascosto dietro l'humor, l'intrigo da romanzo giallo.
E' impossibile non affezionarsi a tutta la tribù: Benjamin capofamiglia non per scelta che di professione fa il capro espiatorio, Julie la giornalista intraprendente che si innamora dello sfigato, Thérèse la veggente, Julius il cane con le crisi epilettiche ...
Ho fatto anche proseliti, infatti ricordo almeno due mie amiche a cui ho passato i libri per leggerli ed entrambe mi hanno ringraziato (spero non solo per gentilezza).
L'anno che sono andato a Parigi avrei voluto visitare Belleville, ma non lo proposi ai miei compagni di viaggio, certo che non avrebbero capito.
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