lunedì 12 luglio 2010

Prando

Era l'estate del 1989 (o 1990, non ne sono sicuro), ed ero al campo scuola dell'oratorio a Madesimo, Valchiavenna.

Camera da sei con letti a castello con altri ragazzi più o meno 14enni che conoscevo solo di vista o poco più. Eros (uno dei cinque che è stato mio buon amico per un paio di anni, per poi non rivedersi più) mi chiede il mio cognome. "Ah, quasi come Prandelli, il mediano della Juve!" E da allora divenni per lui e per tutti gli altri Prandelli, o più semplicemente Prando. Suonava un po' come presa per il culo in quanto a calcio ero e sono un'autentica pippa, ma tant'è.

Con gli anni solo alcuni amici continuarono a chiamarmi in questo modo, soprattutto tra l'oratorio, mentre alle superiori o negli altri ambienti che bazzicavo Prando non sapevano neanche chi fosse. Poi comincia l'università e ritrovo alcuni amici di quei tempi; il Prando ricomincia ad essere il mio appellativo corrente tanto che alcuni conoscenti in facoltà ancora adesso sono convinti che il mio cognome sia quello.

Ora sono veramente poche le persone che mi chiamano così, e tutte abbastanza distaccate e che frequento poco.

Però, quanto mi piace le volte che le incontro e loro: Ciao Prando!
Perchè sa di gioventù, di oratorio, di montagna con i preti, di partite a carte nell'ora di pranzo in facoltà, di amicizia leggera e spensierata.

Ps Nel frattempo Cesare Prandelli di strada ne ha fatta come allenatore, e attualmente è stato chiamato a risollevare l'Italia da dove l'ha lasciata Lippi (ma la colpa non è certo solo sua). Speriamo bene. Forza Prando!

Nessun commento:

Posta un commento