lunedì 11 giugno 2012

Il progetto della felicità



Essere felici significa avere un progetto di felicità.
La felicità è un momento: un adesso che prima era il futuro e che nell'attimo in cui si compie è già passato.
Per questo motivo la felicità non può essere soltanto il raggiungimento di uno stato di grazia, ma necessariamente è anche formato dal percorso per raggiungerlo.
Questo senza arrivare agli estremismi (per me) delle culture orientali dove la serenità può essere raggiunta solo con l'assoluta mancanza di qualsiasi pulsione alla felicità. No, questa visione della vita non fa per me.

Per me felicità significa avere un pensiero che alla mattina appena sveglio ti accompagna verso la giornata e ti stimola a dare il meglio di te anche in una situazione magari non ideale.
Significa pensare e impegnarsi in qualcosa che sia altro rispetto agli impegni lavorativi che, come vorrebbe la visione moderna della società dominata dal binomio produttività/consumismo, dovrebbero impegnare la maggioranza se non la totalità delle nostre energie.

Il progetto della felicità è qualcosa che ci spinge al cambiamento.
Ma un cambiamento cercato e voluto, non uno subìto per effetto delle traversìe della vita.

E stiamo parlando di vari obbiettivi, che possono convivere tutti insieme nella realizzazione di una persona.
Una persona può avere contemporaneamente obbiettivi a breve e a lungo termine, obbiettivi sportivi e lavorativi, obbiettivi egoistici e altuistici.
Ma ce ne sarà uno sopra tutti gli altri, il più importante e impegnativo di tutti, che ti occuperà tutta la vita e ti farà felice in misura definitiva.

Una delle cose più difficili per realizzare il progetto della felicità personale è la fase dell'individuazione dello stesso.
Perché più ancora che non raggiungere un obbiettivo, è frustrante raggiungerlo ma accorgersi che alla fine non è esattamente quello che uno avrebbe voluto.
Deve essere mortificante aver impiegato tempo e energie per creare qualcosa e scoprire che questa cosa raggiunta non ti dà la felicità che ti eri immaginato (o almeno non quel grado di felicità).

Se, come abbiamo visto, è difficile individuare con sicurezza il proprio obbiettivo, provate a immaginare quanti e quali fattori concorrono alla definizione del percorso comune a due persone.
Se il mio obbiettivo da single poteva essere di un tipo, quello della coppia formata da me e dalla biondina è necessariamente un altro.
Ma quando individuato, la felicità che produce non è uguale alla somma delle due felicità, ma è cento volte maggiore.

Arrivati a questo punto del ragionamento devo espormi e dichiararlo:

Il mio progetto di felicità è la felicità di mio figlio.

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