Ho già sfiorato il discorso della religione e ho affermato di non essere molto praticante.
Con questo e con altri post, seri ma non troppo, cercherò di chiarire il mio pensiero in proposito.
Non che il mio convincimento sia importante per il mondo, ma è importante per me e scriverlo mi aiuta a comprenderlo. Sembra stupido, ma un opinione non è effettivamente tale fino a quando non l'hai espressa.
Lo spunto è questo, tratto dai giornali di qualche giorno fa:
Non c’è bisogno di un Dio creatore dell’universo. Basta un sussulto della forza di gravità a generare tutto ciò che osserviamo.
Lo dice Stephen Hawking, il più famoso degli astrofisici, già titolare della cattedra che fu di Newton. E’ la tesi del suo ultimo libro, The grand design: il grandioso progetto.
Una piccola parentesi prima di addentrarmi nel ragionamento principale del post: Stephen Hawking è probabilmente una delle persone più geniali ed intelligenti attualmente viventi e ho un paio di suoi libri nella mia libreria. Il primo è Dal Big Bang ai buchi neri, libro illuminante che ho amato moltissimo, letto la prima volta attorno ai 20 anni nel pieno della fase in cui mi attirava la divulgazione scientifica, soprattutto fisica ed astronomica. Questa fase è durata relativamente poco, visto che la mia soglia di attenzione alla lettura è progressivamente scemata (infatti ora leggo principalmente fumetti). Questo è il motivo per cui il secondo libro che possiedo: L'universo in un guscio di noce, pur avendo bellissime illustrazioni esplicative, non sono riuscito a finirlo in quanto troppo complicato (in realtà il motivo principale è che effettivamente è un libro al di fuori della mia portata di comprensione: sono necessarie basi fisiche molto più solide delle mie).
Detto questo, cercherò di spiegare la mia attuale visione della religione e dell'esistenza o meno di un Dio.
L'aggettivo attuale nella frase precedente è molto importante, infatti, come tutte le persone, ho cambiato spesso idea nella mia vita (su questa e su molte altre cose) e ho avuto la mia importante fase da chirichetto, da iscritto all'Associazione Cattolica e da assiduo frequentatore di chiese ed oratori.
Attualmente la mia idea si può riassumere così: mi piacerebbe con tutta la mia forza che il Dio dei Cristiani esistesse, ma sento, dal profondo del mio cuore, che non c'è un creatore e nessuno ci aspetta dopo.
Questo pensiero abbastanza comune, chiamato secolarizzazione, è un processo tipico della cultura occidentale contemporanea, che induce ad agire e a pensare (nei confronti della natura, del destino e della vita stessa) in modo sperimentale e utilitaristico, mai sacrale e trascendente.
Le motivazioni di questo sentimento penso si possano riassumere nell'impostazione scientifica che stà alla base della mia cultura, che mi porta a considerare quanto meno con scetticismo tutto quello che non è sperimentabile direttamente o indirettamente.
Perchè siamo fatti in questo modo? Non ad immagine e somiglianza di qualcuno, ma perchè siamo il risultato stupefaciente di miliardi di anni di evoluzione della vita.
Perchè esiste la vita? Non per qualche capriccio divino, ma perchè ad un certo punto della storia dell'universo era necessario ed inevitabile che si creassero le prime alghe monocellulari.
Perchè esiste l'universo? Non per un regalo supremo, ma perchè, in un preciso istante, le fluttuazioni dello spazio-tempo necessariamente e inevitabilmente hanno creato materia ed energia (chiedo scusa a chiunque sappia effettivamente qualcosa di fisica e rabbrividisca a questa mia affermazione come minimo superficiale).
Ho iniziato con Hawking, mi sembra giusto finire con Einstein:
Io non posso concepire un Dio che ricompensa e punisce le sue creature, e che esercita una volontà simile a quella che noi sperimentiamo su noi stessi. Nè so immaginarmi e desiderare un individuo che sopravviva alla sua morte fisica: lasciamo che di tali idee si nutrano, per paura o per egoismo, le anime fiacche. A me basta il mistero della vita, la coscienza e il presentimento della mirabile struttura del mondo in cui viviamo, insieme con lo sforzo incessante per comprendere una particella, per piccola che sia, della Ragione che si manifesta nella natura.
Continua ...
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