giovedì 4 giugno 2015

Storie di pioggia, sole, amici e delusioni

Farsi il week end lungo al mare per partecipare ad una gara è una scusa vecchissima. Probabilmente la frase che tutti conoscono del buon De Cubertin è tronca, e oltre a l'importante è partecipare ... la massima terminava con ... e godersi la vacanza.

Comunque, era già stabilito che anche la zia stordita e la zia mary avrebbero dovuto venire al seguito (come quella volta il settembre scorso) a fare da groupies. Avevate anche già prenotato due stanze in albergo: una per la tua famiglia e una per le ragazze. Ma già all'inizio della settimana precedente si respirava aria di pioggia e brutto tempo, e quindi (giustamente) modifica alla prenotazione di booking.com e le stanze dell'albergo sono diventate una sola.
Infatti il viaggio di andata di sabato mattina vi ha messo addosso una depressione indicibile: all'altezza di Bologna il cielo coperto è diventato nero ed è cominciato a piovere copiosamente, fino al nubifragio all'altezza di Forlì.
Anche arrivati al mare il tempo è stato su quel mood: piogge intermittenti che hanno rovinato tutto il sabato.
Di domenica hai già parlato.
Poi fortunatamente avevate deciso di prolungare la vacanza anche a lunedì, perchè vi siete beccati una bellissima giornata di fine primavera.
Di quelle che ti permettono di giocare sulla spiaggia con la sabbia, di far volare l'aquilone e di rilassarti qualche minuto sdraiato sulla battigia.



Ora parliamo di amici.
Che se anche non sono venute le ragazze, il rischio di rimanere soli era ampiamente scongiurato.
Già quando avevi deciso che la tua gara stagionale sarebbe stata Rimini, uno dei motivi per la scelta era stata la compagnia che avresti avuto.
Oltre all'ottimo Ironbatta (compagno di allenamento, motivatore, spacciatore di integratori (niente di illegale) e amico) con la sua famiglia,, c'erano altri sette atleti della gloriosa squadra Pianeta Acqua.
Alcuni più giovani, altri più vecchi, tutti più veloci di te.
Ma soprattutto simpatici e divertenti.
Ricorderai con gioia soprattutto le due cene condivise con loro e le loro famiglie. La cena di sabato rimarrà nella storia perchè eravate tantissimi, avete fatto del sano baccano, ma avete aspettato due ore (due!!) per un piatto di pasta al pomodoro.
La cena di domenica sera invece aveva tutto un altro mood: tutti più rilassati e sorridenti, mangiando pesce grigliato, bevendo vino frizzante e ricordando l'impresa fatta nel pomeriggio. Grandi sorrisi e allegria.

Metà della squadra qualche minuto prima della partenza.

E per finire la delusione di giornata.
Il sabato, nell'ambito delle manifestazioni a corollario della gara, era previsto il Duathlon Junior Challenge, con l'opportunità per la categoria minicuccioli (sei anni) di partecipare con 200 m run - 500 bike - 100 run.
Il bimbo già l'anno scorso aveva partecipato ad una manifestazione simile e si era divertito molto, anche se aveva pedalato con le rotelline. Quando il mese scorso gli hai detto che poteva rifarlo ha aderito con entusiasmo e successivamente ha raccontato a tutti quelli che conosceva che prima della gara del suo papà, anche lui avrebbe fatto la gara di duathlon. Siete rimasti con il dubbio se farla o meno per tutto il pomeriggio, tra temporanee schiarite e acquazzoni improvvisi, ma avvicinandosi all'ora della partenza il tempo sembrava volgere alla leggera pioggerella, e quindi avete cominciato a prepararvi. Prepararvi tutti e due, perchè il bimbo all'avvicinarsi della partenza dava segni di nervosismo e voleva a tutti i costi che tu fossi a portata di vista per tutto il percorso. Avete cercato di tranquillizzarlo in tutti i modi, spiegandogli che se anche non conosceva nessuno non doveva preoccuparsi, che erano tutti amici. E forse ci eravate anche riusciti.

L'istante prima della non partenza.

Ma l'attimo prima della partenza, quando bisognava mettersi dietro la linea di start (forse anche destabilizzato dalla visione di un altro bambino della sua età che frignava) è scoppiato a piangere, dicendo che lui non voleva farla.
Si è trattato di una grossa delusione, sia per te che per la biondina, ma principalmente per lui, che dopo qualche ora sembrava veramente pentito per non aver corso.
E' un problema caratteriale: la sua troppa sensibilità lo inibisce in molte cose e ci fa pensare preoccupati a come reagirà tra qualche mese alle prese con un ambiente nuovo e comunque competitivo come le scuole elementari.
Speravi appunto che lo sport lo potesse aiutare ad essere più grintoso e più consapevole delle sue forze, per combattere le sue paure.
Purtroppo stavolta è andata così. E' comunque stata un'esperienza da cui pensiamo abbia tratto insegnamento.

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