Qualche volta l'hai vissuto.
L'attimo perfetto del ciclista.
E' estate, fa molto caldo, sicuramente sopra i trenta gradi. Il sole è quasi verticale sulla tua testa, è quasi mezzogiorno. La salita è cominciata tranquilla, ma dalla tua posizione vedi alla destra che la strada, dopo un tornante, cambia decisamente pendenza e diventa impegnativa. Prima di affrontare la salita hai mangiato una barretta e hai bevuto un po' di sali, e ora ti senti bene. Naturalmente stai sudando copiosamente (lo fai in inverno quando fa freddo, figurarsi ora) ma non ti da fastidio, perchè l'estate è fatta per sudare. Con te c'è la biondina. E' qualche metro dietro di te, come sempre in salita (ma quando siete in piano non riesci a staccarla, neanche cambiando passo).
Sei ben allenato, e il tuo limite è ancora piuttosto lontano. Quindi le ultime centinaia di metri ti alzi sui pedali. Le gambe girano bene, e il fiato, anche se appesantito, regge. La strada sale, e la tua frequenza cardiaca si adegua. Hai lanciato il cuore oltre il manubrio, e ora so stai inseguendo, testa bassa e sguardo vacuo ipnotizzato dal dondolio della ruota anteriore.
L'ultimo strappo. Siamo tranquillamente oltre il 15% di pendenza e alcune gocce di sudore si incastrano sugli occhiali da sole. I quadricipiti cominciano a bruciare, ma stringi i denti che è quasi finita.
E' fatta. Scollini.
E nell'attimo prima di cambiare rapporto, ancora in piedi sui pedali, esci dalla trance sportiva e alzi lo sguardo.
Ed eccolo lì, l'attimo perfetto ...
Quello in cui la natura attorno ti colpisce violentemente con la sua bellezza.
Possono essere le dolci colline che ospitano i filari di pinot dell'oltrepò pavese.
Possono essere i monti del triangolo lariano che si affacciano sul lago.
Possono essere le alpi marittime sul versante ligure.
E' raro ma è, per te, l'essenza del ciclismo.
E vale ogni sacrificio che la bici ti chiede.
Questo post è stato ispirato dall'opera d'arte che si vede nella foto precedente. E' una tavola di legno scolpita e dipinta che fa bella mostra di sé nella mensola più in vista del tuo soggiorno.
E' di una bellezza mozzafiato ed è un regalo che la zia stordita ha fatto alla biondina (e, ti piace pensare, un po' anche a te).
Non è opera sua, ma questo non cambia minimamente il fatto che sia uno degli oggetti più preziosi che avete in casa.
L'attimo perfetto del ciclista.
E' estate, fa molto caldo, sicuramente sopra i trenta gradi. Il sole è quasi verticale sulla tua testa, è quasi mezzogiorno. La salita è cominciata tranquilla, ma dalla tua posizione vedi alla destra che la strada, dopo un tornante, cambia decisamente pendenza e diventa impegnativa. Prima di affrontare la salita hai mangiato una barretta e hai bevuto un po' di sali, e ora ti senti bene. Naturalmente stai sudando copiosamente (lo fai in inverno quando fa freddo, figurarsi ora) ma non ti da fastidio, perchè l'estate è fatta per sudare. Con te c'è la biondina. E' qualche metro dietro di te, come sempre in salita (ma quando siete in piano non riesci a staccarla, neanche cambiando passo).
Sei ben allenato, e il tuo limite è ancora piuttosto lontano. Quindi le ultime centinaia di metri ti alzi sui pedali. Le gambe girano bene, e il fiato, anche se appesantito, regge. La strada sale, e la tua frequenza cardiaca si adegua. Hai lanciato il cuore oltre il manubrio, e ora so stai inseguendo, testa bassa e sguardo vacuo ipnotizzato dal dondolio della ruota anteriore.
L'ultimo strappo. Siamo tranquillamente oltre il 15% di pendenza e alcune gocce di sudore si incastrano sugli occhiali da sole. I quadricipiti cominciano a bruciare, ma stringi i denti che è quasi finita.
E' fatta. Scollini.
E nell'attimo prima di cambiare rapporto, ancora in piedi sui pedali, esci dalla trance sportiva e alzi lo sguardo.
Ed eccolo lì, l'attimo perfetto ...
Quello in cui la natura attorno ti colpisce violentemente con la sua bellezza.
Possono essere le dolci colline che ospitano i filari di pinot dell'oltrepò pavese.
Possono essere i monti del triangolo lariano che si affacciano sul lago.
Possono essere le alpi marittime sul versante ligure.
E' raro ma è, per te, l'essenza del ciclismo.
E vale ogni sacrificio che la bici ti chiede.
Questo post è stato ispirato dall'opera d'arte che si vede nella foto precedente. E' una tavola di legno scolpita e dipinta che fa bella mostra di sé nella mensola più in vista del tuo soggiorno.
E' di una bellezza mozzafiato ed è un regalo che la zia stordita ha fatto alla biondina (e, ti piace pensare, un po' anche a te).
Non è opera sua, ma questo non cambia minimamente il fatto che sia uno degli oggetti più preziosi che avete in casa.
Bellissimo MAX..... mi hai trasmesso emozione...
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