All'asilo, oltre a tante cose belle più o meno normali (cose come disegnare, colorare, cantare, ecc) si impara anche a stare al mondo. Si impara a relazionarsi con le persone. Si imparano le meccaniche sociali che si porteranno anche nella vita adulta e che formeranno il tuo bagaglio di educazione,
Nell'anno passato all'asilo e in quest'estate prima della nuova stagione scolastica il bimbo ha imparato ed è convinto di una cosa: maschio è migliore di femmina.
Lui è nella fase in cui la differenza di genere è data dagli atteggiamenti, dai gusti, dalle preferenze.
Per lui a tutte le femmine piace il rosa, giocano con le bambole, hanno i capelli lunghi e sono chiacchierone.
E basta! Non c'è alternativa. Non è pensabile che ad una bambina non piacciano le barbie o che non le piaccia vestirsi di rosa.
E allo stesso modo non è nemmeno pensabile che a lui o ai suoi amici maschi non piaccia giocare a pallone, o parlare di dinosauri o correre con le macchinine giocattolo.
Inoltre in classe lui e i suoi amici hanno sviluppato un atteggiamento verso le bambine che si potrebbe definire quasi di superiorità.
Papà, oggi all'asilo abbiamo giocato in cortile a pallone.
Avete giocato tutti insieme con i tuoi amici?
No, non tutti! Lo sai che le femmine non sono brave a giocare a pallone!
Ma cosa dici? Forse non gli piace, ma non è che non sono brave!
No, no papà ... le femmine non sono proprio capaci!
E tra di loro ci tengono a questa differenziazione e cercano in tutti i modi di rimarcarla, anche con delle trovate molto fantasiose.
Ma bimbo, guarda cosa hai combinato con gli strappi delle scarpe. Mettili a posto!
Ma papà, così sono giuste!
Allora chi ti ha insegnato ad allacciarli incrociati?
I maschi grandi dell'asilo. Noi maschi dobbiamo allacciarle così, mentre le femmine le devono allacciare normali.
Pena, immagino, ostracismo sociale e/o atti di bullismo!
E questa bizzarra consapevolezza il bimbo l'ha portata anche a casa, dove si possono assistere a casi di segregazione famigliare.
Bimbo guarda, la mamma e la nonna sono entrate in quel negozio, andiamo con loro.
No papà, lasciale andare da sole le femmine, che con loro ci annoiamo!
O ancora.
Ma la mamma e la zia dove sono?
Guarda bimbo, erano dietro di noi mentre passeggiavamo, arrivano subito.
Uff ... queste femmine, quando si mettono a chiacchierare non la finiscono più.
O piu semplicemente, se voi due siete insieme e la mamma si lamenta di qualcosa, lui ti guarda con aria complice e con fare cospiratorio sussurra: ... eh, queste femmine ... quanta pazienza ... per rimarcare la tolleranza che voi poveri maschi dovete praticare per convivere con questi esseri alieni.
Poi passerà.
E quelle cose che ora lui guarda con superiorità e distacco, cominceranno a destare la sua attenzione. Poi diventeranno uno dei suoi più importati centri di interesse. Fino a sfociare in quell'ammirazione tormentata che si prova negli anni della adolescenza e della giovinezza.
Per poi, arrivato sulla soglia dei quarant'anni, farà come suo padre: pensando a sua moglie dirà: ... eh, queste femmine ... quanta pazienza ...
E il cerchio si chiude.
Nell'anno passato all'asilo e in quest'estate prima della nuova stagione scolastica il bimbo ha imparato ed è convinto di una cosa: maschio è migliore di femmina.
Lui è nella fase in cui la differenza di genere è data dagli atteggiamenti, dai gusti, dalle preferenze.
Per lui a tutte le femmine piace il rosa, giocano con le bambole, hanno i capelli lunghi e sono chiacchierone.
E basta! Non c'è alternativa. Non è pensabile che ad una bambina non piacciano le barbie o che non le piaccia vestirsi di rosa.
E allo stesso modo non è nemmeno pensabile che a lui o ai suoi amici maschi non piaccia giocare a pallone, o parlare di dinosauri o correre con le macchinine giocattolo.
Inoltre in classe lui e i suoi amici hanno sviluppato un atteggiamento verso le bambine che si potrebbe definire quasi di superiorità.
Papà, oggi all'asilo abbiamo giocato in cortile a pallone.
Avete giocato tutti insieme con i tuoi amici?
No, non tutti! Lo sai che le femmine non sono brave a giocare a pallone!
Ma cosa dici? Forse non gli piace, ma non è che non sono brave!
No, no papà ... le femmine non sono proprio capaci!
E tra di loro ci tengono a questa differenziazione e cercano in tutti i modi di rimarcarla, anche con delle trovate molto fantasiose.
Ma bimbo, guarda cosa hai combinato con gli strappi delle scarpe. Mettili a posto!
Ma papà, così sono giuste!
Allora chi ti ha insegnato ad allacciarli incrociati?
I maschi grandi dell'asilo. Noi maschi dobbiamo allacciarle così, mentre le femmine le devono allacciare normali.
Pena, immagino, ostracismo sociale e/o atti di bullismo!
E questa bizzarra consapevolezza il bimbo l'ha portata anche a casa, dove si possono assistere a casi di segregazione famigliare.
Bimbo guarda, la mamma e la nonna sono entrate in quel negozio, andiamo con loro.
No papà, lasciale andare da sole le femmine, che con loro ci annoiamo!
O ancora.
Ma la mamma e la zia dove sono?
Guarda bimbo, erano dietro di noi mentre passeggiavamo, arrivano subito.
Uff ... queste femmine, quando si mettono a chiacchierare non la finiscono più.
O piu semplicemente, se voi due siete insieme e la mamma si lamenta di qualcosa, lui ti guarda con aria complice e con fare cospiratorio sussurra: ... eh, queste femmine ... quanta pazienza ... per rimarcare la tolleranza che voi poveri maschi dovete praticare per convivere con questi esseri alieni.
Poi passerà.
E quelle cose che ora lui guarda con superiorità e distacco, cominceranno a destare la sua attenzione. Poi diventeranno uno dei suoi più importati centri di interesse. Fino a sfociare in quell'ammirazione tormentata che si prova negli anni della adolescenza e della giovinezza.
Per poi, arrivato sulla soglia dei quarant'anni, farà come suo padre: pensando a sua moglie dirà: ... eh, queste femmine ... quanta pazienza ...
E il cerchio si chiude.
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