Svegliarsi nel cuore della notte per colpa di un brutto sogno e trovarsi nel buio a piangere.
Una cosa che non ti capitava più dall'81.
E che ti è capitata l'altra sera.
Qualche giorno fa hai incontrato un tuo storico amico carissimo, e a cena -tra le altre cose serie e le cazzate- ti ha aggiornato sulla sua situazione famigliare: sposato da qualche anno (ma era già qualche tempo che il matrimonio non funzionava molto bene) a partire da quest'estate vivono separati.
Lui ora ne parla con lucidità e rassegnazione, ma ti ha raccontato dello sgomento, della frustrazione e della perdita di punti di riferimento che lui fino a qualche tempo fa considerava inamovibili e che ora si ritrova a doversi reinventare.
Chi ti conosce lo sa (e chi non ti conosce ma legge quello che scrivi qua su lo sa uguale): per te la famiglia in generale e la tua biondina e il tuo bimbo in particolare sono le cose a cui tieni di più nella tua vita.
Questi discorsi, a cui aggiungiamo qualche vaffancuore che negli ultimi tempi vi siete lanciati te e la bionda (niente di eclatante, tutto in media) e la peperonata della sera prima, hanno avuto sul tuo subconscio un effetto devastante. Come ti capita da una vita il sogno di preciso non te lo ricordi, ma hai ancora adesso chiaro di cosa si trattava: tu e la biondina non stavate più insieme. Il bimbo ti sembra che non fosse contemplato in quella realtà parallela (ti piace pensarlo come un messaggio positivo: lui non si tocca!), ma la tua famiglia era esplosa.
Ti sei svegliato con un nodo alla gola e nel buio ti sei seduto sul letto. La biondina era lì sdraiata accanto a te e dormiva tranquillamente, ma, anche se eri abbastanza sveglio, non riuscivi a scrollarti di dosso quella brutta sensazione. Per cercare di sciogliere quel nodo e ricominciare a respirare normalmente vai in cucina a bere un po' d'acqua direttamente dalla bottiglia del frigo. E mentre sei lì che cerchi di affogare i brutti pensieri, nel buio ti senti toccare un braccio e fai un salto di tre metri. La biondina si era svegliata ed era venuta in cucina a vedere cosa non andava, se tu stessi bene.
A quel punto non ce l'hai fatta più. Lo spavento notturno e l'angoscia in cui ti aveva precipitato il sogno (è il termine più esaustivo: angoscia vera) ti hanno fatto regredire a quando avevi sette anni e avevi bisogno di essere tranquillizzato sul fatto che tutto andava bene.
Hai abbracciato la biondina nel buio e ti sei messo a singhiozzare.
Forza, visualizzate la scena e ridete di gusto.
Un cristone di quasi quarant'anni, grande, grosso e possente, che piange in piedi in una cucina buia abbracciando sua moglie. E spaventandola a morte, va detto.
Mio dio. Ma cosa è successo? perchè piangi?
Biondina abbracciami ti prego, ho fatto un bruto sogno ...
Dimmi, cos'è successo?
... ho sognato che non ci amavamo più ...
Naturalmente è stato solo un attimo, e dopo esserti ricomposto (e dopo aver digerito la peperonata), sei tornato ancora a letto passando poi il resto della notte abbracciato alla biondina.
Ora, non è che morivi dalla voglia di raccontare questa cosa sul blog, anche perché da oggi probabilmente chi ti conosce ti guarderà con occhi diversi e penserà: questo è quello che ha paura dei sogni e poi si mette a piangere di notte come un bambino, ma ho voluto scriverlo per un duplice motivo: principalmente come seduta di autoanalisi, successivamente come enorme scongiuro mediatico.
Di solito si dice che se sogni la morte di qualcuno, gli allunghi la vita.
In questo caso sognare la morte di un amore sicuramente lo ha rafforzato.
Una cosa che non ti capitava più dall'81.
E che ti è capitata l'altra sera.
Efficace rappresentazione dell'angoscia |
Qualche giorno fa hai incontrato un tuo storico amico carissimo, e a cena -tra le altre cose serie e le cazzate- ti ha aggiornato sulla sua situazione famigliare: sposato da qualche anno (ma era già qualche tempo che il matrimonio non funzionava molto bene) a partire da quest'estate vivono separati.
Lui ora ne parla con lucidità e rassegnazione, ma ti ha raccontato dello sgomento, della frustrazione e della perdita di punti di riferimento che lui fino a qualche tempo fa considerava inamovibili e che ora si ritrova a doversi reinventare.
Chi ti conosce lo sa (e chi non ti conosce ma legge quello che scrivi qua su lo sa uguale): per te la famiglia in generale e la tua biondina e il tuo bimbo in particolare sono le cose a cui tieni di più nella tua vita.
Questi discorsi, a cui aggiungiamo qualche vaffancuore che negli ultimi tempi vi siete lanciati te e la bionda (niente di eclatante, tutto in media) e la peperonata della sera prima, hanno avuto sul tuo subconscio un effetto devastante. Come ti capita da una vita il sogno di preciso non te lo ricordi, ma hai ancora adesso chiaro di cosa si trattava: tu e la biondina non stavate più insieme. Il bimbo ti sembra che non fosse contemplato in quella realtà parallela (ti piace pensarlo come un messaggio positivo: lui non si tocca!), ma la tua famiglia era esplosa.
Ti sei svegliato con un nodo alla gola e nel buio ti sei seduto sul letto. La biondina era lì sdraiata accanto a te e dormiva tranquillamente, ma, anche se eri abbastanza sveglio, non riuscivi a scrollarti di dosso quella brutta sensazione. Per cercare di sciogliere quel nodo e ricominciare a respirare normalmente vai in cucina a bere un po' d'acqua direttamente dalla bottiglia del frigo. E mentre sei lì che cerchi di affogare i brutti pensieri, nel buio ti senti toccare un braccio e fai un salto di tre metri. La biondina si era svegliata ed era venuta in cucina a vedere cosa non andava, se tu stessi bene.
A quel punto non ce l'hai fatta più. Lo spavento notturno e l'angoscia in cui ti aveva precipitato il sogno (è il termine più esaustivo: angoscia vera) ti hanno fatto regredire a quando avevi sette anni e avevi bisogno di essere tranquillizzato sul fatto che tutto andava bene.
Hai abbracciato la biondina nel buio e ti sei messo a singhiozzare.
Forza, visualizzate la scena e ridete di gusto.
Un cristone di quasi quarant'anni, grande, grosso e possente, che piange in piedi in una cucina buia abbracciando sua moglie. E spaventandola a morte, va detto.
Mio dio. Ma cosa è successo? perchè piangi?
Biondina abbracciami ti prego, ho fatto un bruto sogno ...
Dimmi, cos'è successo?
... ho sognato che non ci amavamo più ...
Naturalmente è stato solo un attimo, e dopo esserti ricomposto (e dopo aver digerito la peperonata), sei tornato ancora a letto passando poi il resto della notte abbracciato alla biondina.
Ora, non è che morivi dalla voglia di raccontare questa cosa sul blog, anche perché da oggi probabilmente chi ti conosce ti guarderà con occhi diversi e penserà: questo è quello che ha paura dei sogni e poi si mette a piangere di notte come un bambino, ma ho voluto scriverlo per un duplice motivo: principalmente come seduta di autoanalisi, successivamente come enorme scongiuro mediatico.
Di solito si dice che se sogni la morte di qualcuno, gli allunghi la vita.
In questo caso sognare la morte di un amore sicuramente lo ha rafforzato.
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