lunedì 30 luglio 2012
venerdì 27 luglio 2012
Emozioni - Luca Carboni
Così come capita molto spesso nella categoria emozioni, partiamo da molto lontano fino ad arrivare a parlare dei giorni d'oggi.
Nell'estate del 1988 ero in montagna con il gruppo estivo dell'oratorio e, all'età di quattordici anni, cominciavo a scoprire la musica. Erano gli anni in cui si cominciava ad andare in giro con il walkman e le cassettine.
Non mi ricordo esattamente con quali cassette sono partito per le vacanze, ma mi ricordo chiaramente che al ritorno, visto che spesso si metteva in condivisione la musica, avevo qualche cassetta in meno ma una in più.
Quella cassetta in più (tra l'altro originale, mentre io viaggiavo o con le cassette dei marocchini o quelle registrate da amici) era Luca Carboni (titolo e artista).
Quella cassetta mi piaceva molto.
Con senno di poi, posso dire che mi piacevano molto quei testi introspettivi e quelle melodie orecchiabili.
Se posso fare un paragone magari un po azzardato, il Carboni di metà anni '80 era quello che poi sarebbero diventati gli 883 per la metà degli anni '90. Se prendiamo le debite differenze (Carboni più introspettivo e malinconico, Pezzali/Repetto più gioiosi e cazzari) possiamo dire che erano la voce della loro generazione e che con le loro canzoni hanno fotografato il modo di vivere, i pensieri, le paure e le preoccupazione dei giovani di quegli anni.
Quella cassetta l'ascoltai per anni con grande trasporto, non sapendo che inconsciamente mi stavo preparando all'incontro più importante della mia vita.
Sì, perché nel '92 incontrai la biondina che era una fan esagerata di Carboni. Dal primo album.
Si sa', a 17 anni uno degli argomenti di discussione preferiti è la musica, e avere dei punti di contatto, delle passioni comuni, porta due ragazzi a valutare le proprie affinità.
Allora (come anche ora, per la verità) musicalmente tra me e la biondina c'erano pochi punti di contatto, pochi album che ascoltavamo insieme e che ci piacevano. Tra questi gli appena usciti Wish dei Cure, Lambrusco coltelli rose & popcorn di Ligabue e, appunto, tutti gli album di Carboni.
Altro importante ricordo è che il primo concerto della mia vita a cui ho assistito è stato appunto Luca Carboni con la biondina. Si parla di settembre '92 con sua cugina a Pavia.
Poi successivamente non abbiamo mai smesso di seguirlo e apprezzarlo e abbiamo assistito a molti altri suoi concerti. Praticamente tutte le volte che passava a Milano.
E anche all'inizio di questo mese (il 3 luglio), quando abbiamo scoperto che faceva un concerto / raccolta fondi per il terremoto in Emilia, abbiamo chiesto il babysitteraggio ai nonni e, come abbiamo fatto molte volte in questi vent'anni, io e la biondina siamo andati a goderci l'ottima musica di uno dei nostri cantautori preferiti.
Concerto minimale, poco allestimento (due luci e un po' di fumo) per quello che mi sembra di aver capito era la prova generale del tour estivo.
Ma sarà stata la location (il vecchio convento di S. Domenico a Crema, una delle nostre cittadine preferite), il fatto di uscire da soli dopo un bel po di tempo, l'ottima coppa di gelato gigante che ci siamo mangiati prima come cena, il fatto che il Luca è sempre il Luca, è stata una serata memorabile. E alla fine del concerto, le ultime tre canzoni le abbiamo seguite non seduti sulle nostre comode poltrone, ma sotto il palco a cantare a squarciagola, meritandoci anche il suo "cinque" quando alla fine è venuto a bordo palco a salutare tutti.
Questo è uno dei video (urendi) che ho provato a girare con la mia macchina fotografica.
E questo è il servizio del telegiornale di un'emittente locale.
PS:
Una menzione particolare al gruppo spalla che ha suonato per una mezz'oretta prima di Carboni. Gli ottimi Caponord, che non conoscevo ma che mi hanno fulminato immediatamente per le splendide melodie.
Questo è il link all'esibizione proprio di quella sera, che qualcuno con una strumentazione migliore della mia ha fatto, ma l'audio è scrauso come al solito.
Molto meglio ascoltare e vedere i video originali. Qui il loro canale youtube.
Da tenere d'occhio.
Un rEgazzino (ma quest'anno sono 50) |
Non mi ricordo esattamente con quali cassette sono partito per le vacanze, ma mi ricordo chiaramente che al ritorno, visto che spesso si metteva in condivisione la musica, avevo qualche cassetta in meno ma una in più.
Quella cassetta in più (tra l'altro originale, mentre io viaggiavo o con le cassette dei marocchini o quelle registrate da amici) era Luca Carboni (titolo e artista).
Quella cassetta mi piaceva molto.
Con senno di poi, posso dire che mi piacevano molto quei testi introspettivi e quelle melodie orecchiabili.
Se posso fare un paragone magari un po azzardato, il Carboni di metà anni '80 era quello che poi sarebbero diventati gli 883 per la metà degli anni '90. Se prendiamo le debite differenze (Carboni più introspettivo e malinconico, Pezzali/Repetto più gioiosi e cazzari) possiamo dire che erano la voce della loro generazione e che con le loro canzoni hanno fotografato il modo di vivere, i pensieri, le paure e le preoccupazione dei giovani di quegli anni.
Quella cassetta l'ascoltai per anni con grande trasporto, non sapendo che inconsciamente mi stavo preparando all'incontro più importante della mia vita.
Sì, perché nel '92 incontrai la biondina che era una fan esagerata di Carboni. Dal primo album.
Si sa', a 17 anni uno degli argomenti di discussione preferiti è la musica, e avere dei punti di contatto, delle passioni comuni, porta due ragazzi a valutare le proprie affinità.
Allora (come anche ora, per la verità) musicalmente tra me e la biondina c'erano pochi punti di contatto, pochi album che ascoltavamo insieme e che ci piacevano. Tra questi gli appena usciti Wish dei Cure, Lambrusco coltelli rose & popcorn di Ligabue e, appunto, tutti gli album di Carboni.
Altro importante ricordo è che il primo concerto della mia vita a cui ho assistito è stato appunto Luca Carboni con la biondina. Si parla di settembre '92 con sua cugina a Pavia.
Poi successivamente non abbiamo mai smesso di seguirlo e apprezzarlo e abbiamo assistito a molti altri suoi concerti. Praticamente tutte le volte che passava a Milano.
E anche all'inizio di questo mese (il 3 luglio), quando abbiamo scoperto che faceva un concerto / raccolta fondi per il terremoto in Emilia, abbiamo chiesto il babysitteraggio ai nonni e, come abbiamo fatto molte volte in questi vent'anni, io e la biondina siamo andati a goderci l'ottima musica di uno dei nostri cantautori preferiti.
Concerto minimale, poco allestimento (due luci e un po' di fumo) per quello che mi sembra di aver capito era la prova generale del tour estivo.
Ma sarà stata la location (il vecchio convento di S. Domenico a Crema, una delle nostre cittadine preferite), il fatto di uscire da soli dopo un bel po di tempo, l'ottima coppa di gelato gigante che ci siamo mangiati prima come cena, il fatto che il Luca è sempre il Luca, è stata una serata memorabile. E alla fine del concerto, le ultime tre canzoni le abbiamo seguite non seduti sulle nostre comode poltrone, ma sotto il palco a cantare a squarciagola, meritandoci anche il suo "cinque" quando alla fine è venuto a bordo palco a salutare tutti.
Questo è uno dei video (urendi) che ho provato a girare con la mia macchina fotografica.
E questo è il servizio del telegiornale di un'emittente locale.
PS:
Una menzione particolare al gruppo spalla che ha suonato per una mezz'oretta prima di Carboni. Gli ottimi Caponord, che non conoscevo ma che mi hanno fulminato immediatamente per le splendide melodie.
Questo è il link all'esibizione proprio di quella sera, che qualcuno con una strumentazione migliore della mia ha fatto, ma l'audio è scrauso come al solito.
Molto meglio ascoltare e vedere i video originali. Qui il loro canale youtube.
Da tenere d'occhio.
lunedì 23 luglio 2012
Un argomento spinoso
DISCLAIMER: La lettura di quanto segue è sconsigliata ad un pubblico sensibile e/o con la puzza sotto il naso (letteralmente!).
Infatti parliamo di cacca.
Non cercare di cambiare discorso, ti ho avvertito: o la fai da solo o peretta.
E va bene papà! (con aria e voce contrita)
... (alla sera)
Bimbo, dai andiamo in bagno a fare la cacca.
Ma papà, non è ancora buio.
Sì, perché è il 20 luglio. Ma guarda che sono quasi le nove e mezza. Dai, ti siedi sul riduttore e io resto li di fianco a farti compagnia, vedrai che ce la facciamo.
... (dopo dieci minuti buoni in cui lui seduto sul water chiacchiera di tutto, ma non combina niente)
Niente bimbo, non ce la facciamo, adesso ti devo fare la peretta.
NNOOOO!! Ti prego papàààààà! La peretta NOOOOO!
Ma bimbo, è per il tuo bene, dopo ti sentirai meglio, vedrai.
Seguono scene strappalacrime in cui lui piange, urla e ti supplica di non fargli la peretta chè dopo gli viene il mal di pancia, e tu che ti senti un sadico bastardo, anche se sai che se non procedi la situazione può solo peggiorare.
Però, a sentire lui, con il tempo la peretta non servirà più:
Papà, ti prometto che quando sarò grande mangerò tanta frutta e verdura, così farò la cacca senza che mi viene il mal di pancia. Sei contento? He?
Che vita di merda!
Infatti parliamo di cacca.
Fin dalla più tenera età il qui presente babbo era addetto alla stimolazione rettale tramite sondino del pupo allo scopo di provocare l'evaquazione della materia fecale (ve l'avevo detto di astenersi sensibiloni).
Poi con il passare del tempo e l'avvicinarsi all'età della ragione, è stato necessario passare, nei casi in cui trascorrano alcuni giorni dall'ultimo download al cesso, al microclisma di glicerina monouso per bambini, volgarmente detto: la peretta.
E il rapporto molto difficoltoso tra il bimbo e la peretta genera a volte colloqui divertenti al limite del surreale come quello che riporto di seguito:
Bimbo, è già due giorni che non fai la cacca. Ti avverto: o prima di sera vai sul water da solo o dobbiamo fare la peretta.
Ma no papà, oggi è giovedì, non è il giorno della cacca!Non cercare di cambiare discorso, ti ho avvertito: o la fai da solo o peretta.
E va bene papà! (con aria e voce contrita)
... (alla sera)
Bimbo, dai andiamo in bagno a fare la cacca.
Ma papà, non è ancora buio.
Sì, perché è il 20 luglio. Ma guarda che sono quasi le nove e mezza. Dai, ti siedi sul riduttore e io resto li di fianco a farti compagnia, vedrai che ce la facciamo.
... (dopo dieci minuti buoni in cui lui seduto sul water chiacchiera di tutto, ma non combina niente)
Niente bimbo, non ce la facciamo, adesso ti devo fare la peretta.
NNOOOO!! Ti prego papàààààà! La peretta NOOOOO!
Ma bimbo, è per il tuo bene, dopo ti sentirai meglio, vedrai.
Seguono scene strappalacrime in cui lui piange, urla e ti supplica di non fargli la peretta chè dopo gli viene il mal di pancia, e tu che ti senti un sadico bastardo, anche se sai che se non procedi la situazione può solo peggiorare.
Però, a sentire lui, con il tempo la peretta non servirà più:
Papà, ti prometto che quando sarò grande mangerò tanta frutta e verdura, così farò la cacca senza che mi viene il mal di pancia. Sei contento? He?
Che vita di merda!
venerdì 20 luglio 2012
Batman non uccide, l'idiozia si!
Bene contro Male o Male contro Male? |
Sto per parlare a caldo di un fatto di cronaca appena avvenuto, di cui ci sono poche notizie frammentarie e quelle notizie hanno il brutto difetto di essere poco oggettive, contaminate come sono dalla grossa eco mediatica che ha generato il fatto e da alcuni retroscena in particolare.
Brevemente: alla prima del film di Batman Il ritorno del Cavaliere Oscuro, in una città del Colorado un ragazzo di 24 anni è entrato armato nel cinema e ha lanciato fumogeni sparando sugli spettatori. In questo momento si parla di 12 morti e 50 feriti.
Ora, è da almeno la strage della Coloumbine High School (era il 1999 ed era sempre in Colorado) che il mondo occidentale ha preso coscienza del fatto che non è necessario avere un ideale religioso, o politico, per fare una strage terrorista. Non è necessario far parte di al-quaeda o di hamas per procurarsi i mezzi e l'organizzazione per fare una strage.
Bastano delle armi (cosa che in certi stati è più facile procurarsi che in altri), un po' di determinazione e una dose enorme di pazzia.
Ma naturalmente, vista la mia passione per il fumetto in generale e per Batman in particolare, mi ha colpito il dove e il quando, che molti (a torto o a ragione) stanno identificando con il perché.
Questo tipo ha fatto una strage perché è stato ispirato dalla violenza dei film di Nolan e dai fumetti della DC.
Ma io almeno in questa fase ci andrei cauto con l'identificazione tra l'autore della strage e Bane (il cattivo di Batman): giornalisticamente suona bene e ovviamente i titoli degli articoli ci si sono buttati a pesce, ma da quel che ho letto l'unica somiglianza era che il tizio aveva una maschera antigas (ma magari ce l'aveva perché ha usato dei fumogeni, e non perché credeva di essere Bane).
Ora tutti diranno che è colpa dei fumetti e della violenza dei videogiochi, ma io sono convinto che non è colpa dei media, ma delle persone. In questi fumetti e in questi film ci sono sia i modelli positivi che quelli negativi. Ci sono sempre stati. Nei film degli anni '50 c'erano i cowboy buoni che bloccavano i banditi che uccidevano la gente, così come nel penultimo film di Nolan c'era Batman che arrestava senza ucciderlo il joker che aveva appena fatto una strage.
E quindi perché queste persone si fanno ispirate dal cattivo e non dal buono del racconto?
Perché i film di supereroi (o i film action in generale) dovrebbero spingere la gente verso la strage che non verso l'atto di eroismo?
Semplice, perché sono pazzi.
E non perché hanno letto Batman.
... e ricordatevi che Batman in 70 anni di storia non ha mai ucciso nessuno, neanche l'assassino dei suoi genitori!
PS
Come volevasi dimostrare: a commento della notizia, sui portali online dei quotidiani cominciano a comparire frasi come le seguenti. Rabbrividiamo:
Mi domando perchè non prendono provvedimenti,e noto che certi personaggi di fantasia in menti deboli scatenano una violenza inaudita,sopratutto il personaggio di Batman crea il corridoio verso la pazzia,chi di voi conosce un amante del personaggio di Batman che non e a dir poco strano ?
giovedì 19 luglio 2012
La riviera dei nani
C'è stato un periodo in cui andavo in vacanza sulla costa romagnola.
Più precisamente ho passato due anni (le estati dei nostri 18 e 19 anni) al mare con la biondina e i suoi genitori (chè eravamo ancora troppo piccoli per andare al mare da soli noi due) in albergo a Bellaria.
Albergo.
Pensione completa con servizio al tavolo.
Spiaggia attrezzata.
In romagna.
Quindici giorni.
Ho sottolineato alcuni aspetti della faccenda perché dopo quel periodo, le nostre vacanze sono state totalmente diverse.
Non siamo mai più andati in un albergo con servizio di pensione completa (se non in un villaggio vacanze, ma quello è un altro ragionamento).
Successivamente abbiamo sempre usato le spiagge libere.
Mai fatto più di una settimana continuativa di ferie.
Ma soprattutto mai tornato in romagna.
Riassumendo: noi amiamo (amavamo?) un genere di vacanza molto diverso dallo stereotipo della vacanza in riviera. Cerchiamo mari cristallini, magari in calette piccole e appartate, con molta natura a far da contorno e un ambiente rilassato. Posti con poca gente in cui alla sera puoi uscire al limite con le infradito senza che nessuno ti guardi male perché c'è la sfilata di moda.
Ma un bimbo ti cambia molto la prospettiva delle cose (l'ho già detto, vero?).
Quindi dopo essere stati l'anno scorso a Formentera (la mia vacanza ideale, quando però fa bel tempo!), quest'anno, essendo periodo di vacche magre, il budget a nostra disposizione era molto inferiore.
Abbiamo dovuto fare di necessità virtù e abbandonate (o forse solo rinviate) velleità isolane in cui abbiamo prezziato Sardegna, Sicilia, Corsica, Baleari e Canarie, si è deciso di tornare alle vecchie abitudini.
Con poco meno della metà di quello che abbiamo speso l'anno scorso per Formentera, siamo andati una settimana a Cesenatico.
Mi è piaciuto? La risposta è complessa.
Via con il listone delle cose positive e delle cose negative:
- Ok l'albergo. Camera ampia e ben pulita con tutti i comfort (compresa l'aria condizionata aggratis). ottimo il servizio ristorazione con il servizio a buffet e la qualità sempre molto alta del cibo. Penso di aver preso un paio di chili.
- Ok il paese. Paesotto con un centro anche interessante (il porto canale) e un'aria abbastanza rilassata. Un po' defilato rispetto ai posti più blasonati come Riccione o Milano Marittima e meno incasinato rispetto a Bellaria.
- Ok il servizio animazione. Baby parking, mini club, baby dance, e giochi sulla spiaggia hanno fatto la gioia del bimbo e dei genitori. Poi alla sera c'era solo l'imbarazzo della scelta tra giostrine, parchetti, macchinine e similari.
- Bocciato il mare. Perché si, va bene, essendo protetto dalle barriere di scogli non ha onde ed è basso ad altezza nano per molti metri. Ma al di là di qualche ora alla mattina presto con la bassa marea, dopo mezzogiorno mi sono rifiutato di fare il bagno a causa della torbidità dell'acqua e dell'invasione di alghe e mucillagine.
- Bocciato lo stabilimento balneare. Che non aveva niente di diverso o di peggio rispetto agli altri stabilimenti vicine, ma i lettini erano veramente uno addossato all'altro.
Alla fine sì, mi sono soprattutto rilassato e divertito.
E il bimbo, visto che era nella riviera del divertimento, nel centro della movida estiva italiana, nel regno delle discoteche, si è calato perfettamente nella parte e ha trovato il modo di fare i suoi primi passi sul dancefloor.
Nel regno delle discoteche si va per ballare!
Più precisamente ho passato due anni (le estati dei nostri 18 e 19 anni) al mare con la biondina e i suoi genitori (chè eravamo ancora troppo piccoli per andare al mare da soli noi due) in albergo a Bellaria.
Albergo.
Pensione completa con servizio al tavolo.
Spiaggia attrezzata.
In romagna.
Quindici giorni.
Ho sottolineato alcuni aspetti della faccenda perché dopo quel periodo, le nostre vacanze sono state totalmente diverse.
Non siamo mai più andati in un albergo con servizio di pensione completa (se non in un villaggio vacanze, ma quello è un altro ragionamento).
Successivamente abbiamo sempre usato le spiagge libere.
Mai fatto più di una settimana continuativa di ferie.
Ma soprattutto mai tornato in romagna.
Riassumendo: noi amiamo (amavamo?) un genere di vacanza molto diverso dallo stereotipo della vacanza in riviera. Cerchiamo mari cristallini, magari in calette piccole e appartate, con molta natura a far da contorno e un ambiente rilassato. Posti con poca gente in cui alla sera puoi uscire al limite con le infradito senza che nessuno ti guardi male perché c'è la sfilata di moda.
Ma un bimbo ti cambia molto la prospettiva delle cose (l'ho già detto, vero?).
Quindi dopo essere stati l'anno scorso a Formentera (la mia vacanza ideale, quando però fa bel tempo!), quest'anno, essendo periodo di vacche magre, il budget a nostra disposizione era molto inferiore.
Abbiamo dovuto fare di necessità virtù e abbandonate (o forse solo rinviate) velleità isolane in cui abbiamo prezziato Sardegna, Sicilia, Corsica, Baleari e Canarie, si è deciso di tornare alle vecchie abitudini.
Con poco meno della metà di quello che abbiamo speso l'anno scorso per Formentera, siamo andati una settimana a Cesenatico.
Mi è piaciuto? La risposta è complessa.
Via con il listone delle cose positive e delle cose negative:
- Ok l'albergo. Camera ampia e ben pulita con tutti i comfort (compresa l'aria condizionata aggratis). ottimo il servizio ristorazione con il servizio a buffet e la qualità sempre molto alta del cibo. Penso di aver preso un paio di chili.
- Ok il paese. Paesotto con un centro anche interessante (il porto canale) e un'aria abbastanza rilassata. Un po' defilato rispetto ai posti più blasonati come Riccione o Milano Marittima e meno incasinato rispetto a Bellaria.
- Ok il servizio animazione. Baby parking, mini club, baby dance, e giochi sulla spiaggia hanno fatto la gioia del bimbo e dei genitori. Poi alla sera c'era solo l'imbarazzo della scelta tra giostrine, parchetti, macchinine e similari.
- Bocciato il mare. Perché si, va bene, essendo protetto dalle barriere di scogli non ha onde ed è basso ad altezza nano per molti metri. Ma al di là di qualche ora alla mattina presto con la bassa marea, dopo mezzogiorno mi sono rifiutato di fare il bagno a causa della torbidità dell'acqua e dell'invasione di alghe e mucillagine.
- Bocciato lo stabilimento balneare. Che non aveva niente di diverso o di peggio rispetto agli altri stabilimenti vicine, ma i lettini erano veramente uno addossato all'altro.
Alla fine sì, mi sono soprattutto rilassato e divertito.
E il bimbo, visto che era nella riviera del divertimento, nel centro della movida estiva italiana, nel regno delle discoteche, si è calato perfettamente nella parte e ha trovato il modo di fare i suoi primi passi sul dancefloor.
Nel regno delle discoteche si va per ballare!
mercoledì 4 luglio 2012
9° Caminada de Marud - Marudo 01/07/2012
Ho sempre pensato a Marudo come un posto un po' anonimo, di quei paesini piccoli e con una stradina stretta e pericolosa per arrivarci.E poi è il paese della zia stordita, e questo non depone a suo favore!
Invece devo dire che dal punto di vista (almeno) naturalistico ha il suo bel perché!
Dopo la corsa al limite di venerdì pomeriggio e visto che comunque era una giornata bella calda già la mattina alle 7, opto per i 13 km (che poi alla fine si scopriranno essere 12) da fare assieme al socio Angelo, visto che gli altri due compagni di corsa sono arrivati un po' tardi (noi eravamo già partiti) e il buon Mario (quello che quando corriamo insieme mi fa fare medie che non sono le mie) decide di immolarsi sull'altare dell'atletica con un durissimo 20 km (tanto lui non soffre il caldo!).
Giro molto ben organizzato con buona parte del percorso fatto nei boschi sulla riva del "fiume" Lisone, dove l'afa non era opprimente ed era piacevole correre. Ma alla fine sono arrivato con la canottiera da strizzare (ma non in senso figurato: era proprio zuppa di sudore) e mi sono buttato a pesce sul ristoro con anguria e fette di crostata.
Invece devo dire che dal punto di vista (almeno) naturalistico ha il suo bel perché!
Dopo la corsa al limite di venerdì pomeriggio e visto che comunque era una giornata bella calda già la mattina alle 7, opto per i 13 km (che poi alla fine si scopriranno essere 12) da fare assieme al socio Angelo, visto che gli altri due compagni di corsa sono arrivati un po' tardi (noi eravamo già partiti) e il buon Mario (quello che quando corriamo insieme mi fa fare medie che non sono le mie) decide di immolarsi sull'altare dell'atletica con un durissimo 20 km (tanto lui non soffre il caldo!).
Giro molto ben organizzato con buona parte del percorso fatto nei boschi sulla riva del "fiume" Lisone, dove l'afa non era opprimente ed era piacevole correre. Ma alla fine sono arrivato con la canottiera da strizzare (ma non in senso figurato: era proprio zuppa di sudore) e mi sono buttato a pesce sul ristoro con anguria e fette di crostata.
lunedì 2 luglio 2012
Un nuovo mistero svelato: il sicaò
Dopo le indagini con esito positivo inerenti il mistero della lingua al prosciutto (vedi qui), da qualche giorno a casa nostra siamo alla disperata ricerca di indizi per risolvere il nuovo enigma che scaturisce dalla fantasia del bimbo: che cos'è il sicaò?
Il bimbo è molto attento alla musica che sente alla radio. Ha sviluppato un'insana passione per le hit pop del momento e gente come Madonna, Adele, Giorgia, Emma, i Coldplay, li riconosce subito appena sente le prime note. L'avremmo mandato a Sarabanda, se solo lo facessero ancora.
Ma è qualche giorno che continua a nominare una fantomatica canzone che lui una volta ha sentito alla radio e che gli piace molto. Lui la chiama il sicaò.
Bimbo, ma che cos'è il sicaò?
Papà, è la canzone dell'estate!
E dove l'hai ascoltata?
L'ho sentita l'altra sera sulla panduzza!
Ma chi è che la canta?
Non lo sò!
Ma com'è che fa? Prova a cantarmela.
Non mi ricordo.
Il bimbo è molto attento alla musica che sente alla radio. Ha sviluppato un'insana passione per le hit pop del momento e gente come Madonna, Adele, Giorgia, Emma, i Coldplay, li riconosce subito appena sente le prime note. L'avremmo mandato a Sarabanda, se solo lo facessero ancora.
Ma è qualche giorno che continua a nominare una fantomatica canzone che lui una volta ha sentito alla radio e che gli piace molto. Lui la chiama il sicaò.
Bimbo, ma che cos'è il sicaò?
Papà, è la canzone dell'estate!
E dove l'hai ascoltata?
L'ho sentita l'altra sera sulla panduzza!
Ma chi è che la canta?
Non lo sò!
Ma com'è che fa? Prova a cantarmela.
Non mi ricordo.
E via di questo passo.
Tutte le volte che alla radio passava una canzone nuova , io gli chiedevo: ma è questo il sicaò? e lui tutte le volte rispondeva in maniera negativa.
Fino all'altro giorno.
Papà, è questo il sicaò!
Ritornello:
Mama love shake up, shake up, shake up!
E quel shake up, per qualche improbabile meccanismo di traslitterazione, è diventato sicaò.
A ognuno il suo: il bimbo ascolta la canzone, mentre il papà guarda il video!
domenica 1 luglio 2012
Pulirun - Lodi 29/06/2012
Sembra il nome di un elettrodomestico per la pulizia della casa (tipo il folletto forwwek, fakwert, korwert, ... sì insomma, quello lì!) invece è un altro di quei modi che mi invento per "riposarmi" dopo una lunga e complicata giornata di lavoro.
Appena tornato da Lodi per lavoro alle 18, il tempo di passare da casa per cambiarmi e raccattare la biondina per poi ritornare di corsa in città per la partenza. Sì perché non è una delle solite campestri che parti quando vuoi tu, ma una gara semi-competitiva, con partenza unica e pettorale di gara, senza il rilevamento cronometrico, ma con la premiazione dei primi tre classificati, sia maschile che femminile.
Nei giorni precedenti mi immaginavo comunque una scampagnata, in velocità da crociera. Ma cosa volete farci, quando mi appuntano un numero addosso, io non riesco a trattenermi e devo darci dentro a tutta manetta.
Due giri di un anello tutto percorso ai bordi del paese, con piccoli saliscendi, ma soprattutto con alcuni passaggi ai bordi dei campi di mais dove l'afa che di aggredisce ti fa boccheggiare in cerca di aria respirabile.
Nonostante questo, tempo di tutto rispetto: 46 min e 6 sec.
Con primo giro a 22 minuti, cosa che mi ha fatto ben sperare per l'abbattimento del muro psicologico dei 45 minuti (4'30" al kilometro).
... mi sembra di aver sentito dagli ultimi banchi là in fondo qualcuno che dice 'anvedi stò maniaco, stà al limite dell'autistico!! Bhè amico, hai ragione: il mondo dei corridori è fatto di matti! ...
Bella manifestazione, bel percorso, formula nuova (magari solo per me) e stimolante.
Da riprovare l'anno prossimo.
Nota a margine per le colleghe di corsa: la biondina ha portato a casa un onestissimo 56' e rotti, mentre la zia stordita, che aveva lanciato l'idea della corsa qualche giorno fa, dopo i primi cinque kilometri si fa prendere dallo sconforto e dalla calura e si ferma al primo giro. Vergogna!
Nei giorni precedenti mi immaginavo comunque una scampagnata, in velocità da crociera. Ma cosa volete farci, quando mi appuntano un numero addosso, io non riesco a trattenermi e devo darci dentro a tutta manetta.
Due giri di un anello tutto percorso ai bordi del paese, con piccoli saliscendi, ma soprattutto con alcuni passaggi ai bordi dei campi di mais dove l'afa che di aggredisce ti fa boccheggiare in cerca di aria respirabile.
Nonostante questo, tempo di tutto rispetto: 46 min e 6 sec.
Con primo giro a 22 minuti, cosa che mi ha fatto ben sperare per l'abbattimento del muro psicologico dei 45 minuti (4'30" al kilometro).
... mi sembra di aver sentito dagli ultimi banchi là in fondo qualcuno che dice 'anvedi stò maniaco, stà al limite dell'autistico!! Bhè amico, hai ragione: il mondo dei corridori è fatto di matti! ...
Bella manifestazione, bel percorso, formula nuova (magari solo per me) e stimolante.
Da riprovare l'anno prossimo.
Nota a margine per le colleghe di corsa: la biondina ha portato a casa un onestissimo 56' e rotti, mentre la zia stordita, che aveva lanciato l'idea della corsa qualche giorno fa, dopo i primi cinque kilometri si fa prendere dallo sconforto e dalla calura e si ferma al primo giro. Vergogna!
Iscriviti a:
Post (Atom)