martedì 25 settembre 2018

Granfondo di Casteggio (PV) - 23/09/2018


Quest'anno hai partecipato a ben tre granfondo, quelle del trittico organizzato dal gruppo Edilferramenta di Sant'Angelo Lodigiano. Un piccolo record per te. Ma soprattutto, dopo aver sempre gareggiato sulle distanze corte o medie, stavolta volevi fortissimanente terminare un percorso lungo.
E ce l'hai fatta eh, hai portato a casa un bel 135 km con 2200 md+, per te record di distanza (perchè parli, parli, ma non avevi mai pedalato per più di 120 km in unica uscita) e dislivello di altissimo livello.
Ma questa gara va raccontata perchè, oltre ad essere stata durissima, è stata costellata di situazioni improbabili.
Il nocciolo della questione è che di solito è normale che ci sia un po' di differenza tra official time e real time, ma oggi hai battuto i record: 6h e 11' contro 5h e 28'.
Perché? Cos'è successo in quei 40 minuti?
I motivi sono due forature e uno svenimento. A cui, fortunatamente, hai solo assistito.

Cominciamo a dire che, anche se ci hai provato, il gruppo degli Speedy Bike quest'anno non ti ha seguito nelle GF in bici da corsa (anche se molta gente si è tolta delle belle soddisfazioni in MTB) e quindi sei andato a correre da solo. Organizzazione ottima, con il gusto di vedere i partecipanti moltiplicati rispetto all'edizione dell'anno scorso (hanno terminato la gara in 600, contro 160), c'è giusto il tempo di scambiare due parole con Mauro in griglia (vi siete divisi subito, che lui ha optato per il percorso corto), e poi alle 9 e mezzo si parte.


La differenza fondamentale rispetto all'anno scorso è banalmente il tempo: nebbia, acqua e temperature bassine, contro l'estate aggressiva di questo pazzo agostembre.
La prima metà della gara scorre via tranquilla, con delle belle salitone che conosci molto bene, ma che non ti permettono di fare gruppo e ti spremono lentamente. Ti fermi qualche secondo ai due ristori che incontri e ne approfitti per bere coca cola, riempire le borracce di acqua e sali e mangiare frutta disidratata e crostata.


Scollinato il passo Penice, la discesa è lunga e con asfalto discreto, ma in una curva vedi fermi a bordo strada due persone: un ragazzo con in mano la ruota della sua ragazza che implora quelli che passano se hanno una cartuccia d'aria compressa o una pompa per la camera d'aria. Ti impietosisci e ti fermi ad aiutarli. I ragazzi sono disperati ed incazzati, perchè in 65 km hanno già bucato tre volte: una lui (Manuele) e due lei (Aisling, irlandese), hanno finito le cartucce e stanno montando l'ultima camera d'aria. Con la tua pompettina del Decathlon li aiuti, ma forse la foga, la rabbia o semplicemente la poca dimestichezza, Manuele deve aver pizzicato la camera d'aria, che infatti mentre sta montando la ruota sulla bici, esplode con quel suo sibilo agghiacciante.
Lei praticamente era in lacrime, mentre lui, con la tipica pragmaticità latina, si profonde in creativissime bestemmie.
Allora, ultima spiaggia, gli regali la tua, ma stavolta la montate insieme, e sembra che regga.
Alla fine, quando ripartite, loro ti ringraziano moltissimo, ma vi perdete subito di vista, perchè lei si deve fermare ancora a sistemare il freno.
Ma tutto questo non è bastato, perchè guardando la classifica vengono classificati come DNF. Speri fortemente che questo ritiro alla fine sia dovuto ad altri fattori, tipo la stanchezza unita alla frustrazione per la giornata storta, perchè se si sono fermati per un altra foratura, la prossima Granfondo che puoi consigliargli è quella di Lourdes.

Pensi di aver perso circa una decina di minuti in tutto, poi riparti, finisci la discesa e attacchi la penultima salita. E' circa l'una di pomeriggio, e cominci a soffrire come un cane per colpa del caldo. In cima alla salita l'ultimo ristoro è un miraggio e bevi tanto e riempi la borraccia. Qui comincia un tratto di circa una ventina di km di leggera e costante discesa che ti fa volare. Ma sei sempre da solo, e l'impossibilità di condividere lo sforzo con qualcuno ti pesa assai.

Attacchi l'ultima salita che sono circa le due con 115 km nelle gambe, e in quel segmento che Strava chiama salita di Sant'Eusebio (1,5 km al 10%) sei praticamente al limite. Il caldo è opprimente, non gira un filo d'aria e, tra vigne e campi coltivati, il sole è implacabile.
Mentre stai peccando in pensieri e parole, ti accorgi che quel ragazzo sulla bici a un centinaio di metri davanti a te ha qualcosa che non va. Sale a zig zag ma in modo scomposto, e ad un certo punto, scende dalla bici e barcollando si sdraia a bordo strada alla striminzita ombra di un cespuglio.
Ti fermi subito e ti accorgi che lui è un po' oltre al limite che stavi raggiungendo tu. Non ha perso conoscenza, e infatti ti parla, ma respira affannosamente ed è bianco come un lenzuolo. E' straniero, forse americano (anche lui! che coincidenza!) e in un italiano stentato e confuso, ti dice che si sente debole e sfinito. Una macchina che stava passando in senso opposto si ferma a porgere aiuto, e tu chiedi loro di avvisare l'ambulanza che avevi visto qualche km prima assieme al servizio tecnico della gara. In effetti siete fortunati e ci mette poco ad arrivare. Tu nel frattempo stai con lui (scoprirai dopo che si chiama Matthew) e fai quel poco che puoi: gli bagni la testa con la tua poca acqua rimasta, gli sollevi le gambe e lo rassicuri. Gli infermieri dell'ambulanza caricano lui e la sua bici, per portarlo non sai dove, ma scommetti che dopo una bella flebo e qualche oretta di riposo, ora sta meglio di te.

Bene, è ora di ripartire e finire questi benedetti venti chilometri che mancano all'arrivo.
Tutti da solo, naturalmente.

L'ultima sorpresa della giornata sono i crampi. Non avevi mai provato i crampi ai quadricipiti, e sono stati talmente forti che ti sei dovuto fermare a bordo strada a due (due! vi rendete conto?) km dall'arrivo per sciogliere i muscoli della gamba sinistra.
Alla fine passi sotto l'arco che sono arrivati quasi tutti.
La classifica inflessibile dice 215° su 227 totali, ma il tuo real time parla di una posizione attorno al 185°.


Se dovessi dare un voto alla tua gara guardando solo il cronometro, sarebbe un'impietosa insufficienza grave.
Però vediamola così: è il tuo record di chilometri pedalati e quasi record per quanto riguarda il dislivello, in una giornata veramente difficile per la temperatura e in una stagione non molto brillante. Più che una gara è diventata un'esperienza, che ti servirà in futuro per questo tipo di distanze.

... e poi con queste azioni da buon samaritano, chissà quanti punti karma hai guadagnato!!

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