venerdì 29 maggio 2015

Challenge Rimini - 24/05/2015

In questo post si affronteranno solo gli aspetti legati alla gara, ci sarà poi spazio per le considerazioni a margine di questa tre giorni di mare e sport con la famiglia e con gli amici.

Hai ammorbato per mesi amici, conoscenti, parenti e semplicemente chi non ti conosce ma passa ogni tanto per questo blog, con questa storia del tuo primo mezzo ironman. Qualcuno non ne potrà più, e qualcuno avrà anche un sincero interesse a sapere come è andata a finire.
Tanto vale partire dalla conclusione e spoilerare subito il finale:


Questa foto è stata fatta alle sette di sera, appena tornato in albergo con la maglietta da finisher, la medaglia dal peso importate e l'occhio sfatto.
La stanchezza che avevi addosso era abissale: mai provato un simile stato di prostrazione fisica, neanche dopo aver corso la tua prima maratona (quella in cui sei stato male). Ma la contentezza per l'impresa appena terminata e l'adrenalina ancora addosso per tutte le cose belle viste e fatte nel pomeriggio hanno avuto la meglio e ti hanno regalato uno splendido sorriso che hai indossato per il resto della serata, come se fosse la più preziosa delle medaglie.
E' stata un'esperienza che potresti definire mistica.

La soddisfazione finale è anche figlia del fatto che le cose prima della gara non si erano messe molto bene, e alcuni fattori avevano minato le tue certezze sul giorno fatidico. Nella settimana precedente allarmanti notizie meteorologiche parlavano per il fine settimana di allerta meteo nella bassa romagna, con temporali, vento e mareggiate. Tanto che le groupie che ti avevano seguito a Cesenatico l'anno scorso e si erano prenotate l'albergo con voi anche questa volta per venire a farti il tifo, hanno rinunciato. Perchè va bene farsi tre giorni al mare a maggio, ma con il tempo brutto hanno giustamente preferito starsene a casa.
L'altro ostacolo sulla strada per una gara tranquilla si è materializzato mercoledì, con una febbre (di cui non si sono capite le cause: solo febbre senza nessun altro sintomo) che è arrivata anche alla soglia dei 38°C ma che fortunatamente è durata solo un giorno e mezzo.

la sfiga

Arrivati al mare sabato, e dopo aver preso pioggia quasi tutto il tempo, te e i tuoi compagni di avventura (eravate in otto della tua società Pianeta Acqua) eravate rassegnati ad una domenica complicata. Per dire, questo era il mare sabato sera prima di andare a cena:

acqua sopra e sotto

e infatti, dopo una notte di acqua, la mattina ti svegli e devi andare in zona cambio sotto una pioggerella fastidiosa.

ultimi aggiustamenti del mezzo meccanico

L'organizzazione, tranne qualche piccola sbavatura, ti sembra ottima, e l'area per la zona cambio è ben organizzata, con due sacche verdi e blu con i materiali per le due transizioni.


i più attenti avranno notato qualcosa di nuovo sulla bici ... ci sarà il tempo di parlarne con un post dedicato

La partenza è in tarda mattinata (la tua batteria addirittura parte alle 11,40) e la tua ansia raggiunge livelli parossistici.
Quel mare marrone, le cui onde sono calate ma che con le quali tu comunque non hai dimestichezza, ti riserverà delle sorprese?
Il percorso in bici, con l'asfalto bagnato e sotto l'acqua, soprattutto in discesa sarà pericoloso (visto che una volta sei già caduto in gara per colpa della pioggia e vorresti evitare di ripetere l'esperienza)?

Aspettando e aspettando il tempo migliora un po' e non piove più.
E' il tuo momento.

... con l'aureola ...

E quello che arriva è il momento peggiore della tua gara.
Sarà stata l'ansia accumulata nelle ore precedenti, sarà stata l'impatto con l'acqua fredda, saranno state le onde a cui non sei abituato, sarà stata la corrente laterale che ti faceva deviare dal tuo percorso, ma hai subìto quello che probabilmente è stato un principio di attacco di panico in acqua. Le bracciate erano scomposte, facevi fatica a respirare, continuavi ad ingollare acqua salata. Hai dovuto calmarti nuotando qualche gambata a rana con la testa fuori dall'acqua, con una subdola vocina in testa che ti diceva di chiedere aiuto ai mezzi di soccorso nelle vicinanze.
Fortunatamente non l'hai fatto, sei riuscito ad arrivare alla prima boa e con il cambio di direzione magicamente tutto è andato a posto. Le bracciate hanno cominciato a fluire naturali, il respiro è tornato leggero e tu hai ripreso fiducia nelle tue capacità.
Anzi, considerando anche che alla fine hai nuotato 300 metri in più (che fesso), sei soddisfatto di quei 40 minuti di bracciate.


La T1 non ti da particolari problemi. La muta viene via con relativa facilità, indossi la maglia da ciclismo e il gilet (che la temperatura era comunque freschina) senza intoppi e ti metti a correre per i 600 (!!!!) metri della zona cambio con le tue scarpette da bici.

Il frazione in bici era per te una grande incognita. Non tanto per l'altimetria, il percorso o altro (che negli ultimi mesi ti eri allenato abbastanza bene da non temere queste cose), ma proprio per come affrontare la gara. Dietro anche ai consigli dei più esperti, l'idea era quella di non fare come per le altre gare di triathlon più corte, in cui spingevi a tutta sui pedali, ma cercare di tenerti, di salvaguardare la gamba in previsione della mezza maratona. La previsione dei giorni precedenti era di rimanere attorno alle 3h10', tempo sempre da conformare alle caratteristiche altimetriche e meteorologiche del percorso.
Hai fatto il bravo e hai gestito la bici.
Per tutta la durata del percorso bike non sei mai andato in affanno. Hai pedalato tutto il tempo, tranne i due strappi altimetrici importanti in cui eri in piedi, al di sotto della tua soglia. E probabilmente se non ci fosse stato poi il temporale che ti ha costretto a tirare i remi in barca per paura di cadere, non appena passato il giro di boa e iniziata la discesa, il tempo sarebbe stato inferiore al tuo preventivato.
Ma di gente caduta ne hai vista, di freddo ne hai sofferto e hai fatto un tot di chilometri con una tale tensione da arrivare in pianura con un mal di spalle, braccia e schiena veramente fastidioso.
Gli ultimi chilometri hai poi combattuto con un importante vento contrario.
Totale 3h17'.
Col senno di poi si poteva fare meglio ed osare un po' di più magari nella prima parte in salita.


Come si vede dalla foto sopra fatta in prossimità di T2, arrivati verso la spiaggia il tempo è decisamente migliorato. Il vento dal mare ha ricacciato le nuvolone nell'entroterra e sul lungomare c'era un bel sole caldo.
Pure troppo.
E dopo un veloce pit-stop in un bagno chimico alla partenza run (l'orrore! l'orrore!) via per fare i tuoi tre giri del percorso. Il primo giro sei poco sopra i 5 al chilometro. Sarebbe ottimo, ma non può durare.

fino a qui tutto bene

Alla fine del primo giro tutti i dolori del mondo ti aggrediscono: schiena a pezzi, collo e spalle tese e doloranti, gambe svuotate.
Quello che temevi di più è successo, e la mezza maratona ti ha presentato il suo conto salatissimo. Il secondo giro ancora la svanghi, ma il terzo giro è una pena, con lunghi tratti di strada camminata.
Due ore e due minuti per una mezza maratona. E' il tuo tempo peggiore ever.
Per fortuna i due ristori e lo spugnaggio ad ogni giro ti concedono un po' di fiato.
Ma il tuo asso nella manica per non lasciarti andare allo sconforto era la tua famiglia al giro di boa vicino all'arrivo che ti incitava ad ogni passaggio, e a cui hai scroccato anche un bacio nel momento peggiore.
Altro che sali e gel: la biondina ed il bimbo sono il miglior integratore!

L'arrivo è stato un momento molto emozionante, con il bimbo mano nella mano a correre verso l'arco e la medaglia.

la pelle d'oca

Di seguito i tempi ufficiali e il link al Garmin Connect.




6h 10' sono dieci minuti in più di quello che avresti voluto.
Sei felice di quello che hai fatto, sei orgoglioso della medaglia e della maglietta da finisher, ma hai ancora fame.
E' come se avessi vinto un mezzo ironman solo ai punti.
La prossima volta lo manderai a ko!

martedì 19 maggio 2015

Il miolungo

E' il nome dialettale di una stradina alle porte del tuo paese.
Sono solo poco più di tre chilometri.
Non è niente di più che una stradina di campagna, stretta e con l'asfalto rovinato.


In autunno è la casa della nebbia.
D'inverno, soprattutto alla mattina presto, non è raro trovarla totalmente ghiacciata, con quella sottile lastra di freddo che rende difficile anche solo lo stare in piedi.
In primavera ci sono alcuni enormi alberi di pioppo che producono tanti di quei piumini che un allergico potrebbe avere l'attacco definitivo.
D'estate dai campi di granoturco esce un'umidità che ricrea il microclima della foresta del borneo.


Ma è il centro di buona parte del tuo mondo.
E' il punto di ritrovo per la partenza dei giri i  bicicletta.
E' il percorso a piedi del "giro corto" (da casa tua, fino alla fine del miolungo e ritorno sono dieci chilometri; la distanza ideale).
E' la parte iniziale dei giri a piedi un poco più lunghi del fine settimana (il giro di Bargano e il giro di Monteleone).
E' il giretto che si fa alla sera d'estate in cerca di un po' di refrigerio con la bici da passeggio assieme al bimbo prima di andare a mangiare il gelato in centro paese.
E' il percorso che i tuoi concittadini prendono d'assalto i fine settimana di primavera per fare la passeggiata con la famiglia, con i cani, con i bambini che stanno imparando ad andare in bicicletta senza rotelline.


Se dopo il lavoro, all'orario dell'aperitivo, andresti in piazza, dove ci sono i bar e si incontrano tutti, correresti il rischio di tornare a casa senza aver salutato nessuno.
Invece alle 18/19 cammini/corri/pedali sul miolungo. Saluti tutti, conosci l'80% delle persone e un paio di amici con cui scambiare due parole lo trovi sicuro.

Il miolungo non è solo una strada, per te è un luogo del cuore.
Miolungo state of mind.

Ecco, l'unico appunto è sul nome.
Non ne conosci l'etimologia, ma è abbastanza ridicolo e ha creato qualche divertente incomprensione a casa tua.
Bimbo, ti va di andare a fare un giretto in bici?
Si, dai! Dove andiamo?
Chiedi alla mamma se gli va di andare sul miolungo.
...
Mamma! Ti va se facciamo una passeggiata sul lungo del papà?

giovedì 7 maggio 2015

Marcia Barasina - Sant'Angelo Lodigiano 03/05/2015

Rispetto a qualche anno fa, in cui riportavi fedelmente qui sul blog le impressioni su tutte le corse campestri a cui partecipavi, ultimamente hai lasciato correre /risateregistrate. Un po' perchè alla fine le hai fatte tutte quelle del tuo circondario, e non è che c'è sempre qualcosa di interessante da riportare, e un po' anche perchè sei diventato più pigro nello scrivere.
Ma della corsa di domenica scorsa, è necessario parlare.
Non tanto perchè è quella del tuo paese organizzata dal tuo gruppo podistico, non tanto perchè è l'unica a cui non sei mai mancato da quando hai cominciato a correre (qui per leggere degli anni passati) non tanto per la performance sportiva, ma per quanto c'è stato sia prima che dopo.


Il prima.
Te e la biondina non partecipate attivamente alle attività extrasportive del gruppo. Andate raramente alle riunioni e generalmente vi disinteressate agli aspetti "politici" della vita associativa. Lo sapete, è un atteggiamento un po' troppo comodo, ma la giornata ha solo 24 ore, e sono troppo poche anche quelle. Ma stavolta almeno uno in famiglia ha dato un contributo più attivo, e mentre te eri alla partita del campionato di calcio del bimbo (hanno PAREGGIATO!!!! Arriverà a breve anche la prima vittoria), la biondina (con la zia stordita) è andata ad aiutare la logistica della manifestazione.
C'era da preparare il materiale per i ristori intermedi, i cartelli segnalatori, il banchetto per le iscrizioni, il ristoro finale (con il risotto alla salsiccia e raspadüra) e i cesti gastronomici come premio per i gruppi più numerosi. Ma soprattutto preparare le confezioni alimentari che rappresentavano il riconoscimento individuale per i partecipanti.


Ancora una volta sei ammirato dal lavoro volontario fatto da un sacco di persone.
Finiti questi impegni, tutta la famiglia è andata a farsi una passeggiata rilassante nella terra di mezzo, che praticamente è la parte del percorso della corsa che passa nel bosco in collina. Un po' per fare una passeggiata, un po' per controllare i segnali del tracciato.




Elettrizzante è stato l'incontro con un esemplare notevole degli abitanti di quei boschi:


Un bel milò (nome che dalle tue parti si da al Biacco) di oltre un metro che avete trovato stecchito al centro del sentiero.
Come sempre ti capita quando vedi quelle bestie immonde dei rettili senza zampe, sei rabbrividito e hai fatto qualche passo indietro. Hai lasciato che fosse la biondina a spostarlo dal sentiero con in ramo.


Il durante.
Basta solo una foto.

Angelo, Max, Mario, Mario, Giuseppe e voi due



Il dopo.
Visto che la vostra corsa di 20 km l'avete finita presto (siete partiti alle 6,40), come avevate promesso al bimbo siete tornati a casa a prenderlo e, dopo una rapida doccia, siete ritornati alla partenza per rifare il giro corto (6 km). Avete dovuto inseguirlo a passo svelto o corricchiando mentre lui pedalava entusiasta tra le stradine di campagna.



lunedì 4 maggio 2015

Tra alti e bassi ...

... continua il tuo allenamento verso Rimini.

Portate pazienza, questo è uno di quei post noiosi in cui si parla di tabelle, ore di allenamento, chilometri e fatica. Ma soprattutto lo si fa a sproposito.

Se marzo ti aveva consegnato ottimi allenamenti e belle sensazioni, aprile è stato anche meglio.


Si è sfiorato l'en-plein con 29 allenamenti in un mese di trenta giorni. Pochi sono stati i turni di riposo, mentre grande soddisfazione ti hanno dato gli allenamenti doppi e i combinati.
E questi erano gli alti.

I bassi sono arrivati a fine mese: un po' di raffreddore a dar fastidio agli ultimi allenamenti, un deciso e antipaticissimo mal di schiena di quelli che senti soprattutto in sella dopo un'oretta di pedalate che non riesci a star fermo e continui a cambiare posizione, un'infiammazione al ginocchio (zona menisco mediale destro, brutta sensazione) e il tempo meteorologico non eccezionale.

E poi questo:

Partiti in tre (te, la biondina e Ironbatta) per santificare la festa del lavoratore con 110 km sulle colline, fatti i primi venti hai dovuto abbandonare la compagnia e tornartene a casa mesto a velocità passeggiata con la ruota anteriore che ballava tutta per colpa di un raggio saltato (probabilmente dopo la botta rimediata durante la recente Granfondo, che' il tuo meccanico ciclista di fiducia ti aveva avvertito della possibilità).

Quindi: aprile ha fatto giudizio, ma te, coso lì, maggio, vedi di rigare dritto che mancano solo tre settimane!