Domenica appuntamento rituale con l'unica gara con la sola bici da corsa della stagione.
La granfondo del tuo paesello ha subito negli anni (questa era la sesta edizione) vari rimaneggiamenti: la data di svolgimento, il nome, il chilometraggio, fino ad arrivare ai percorsi.
E soprattutto quest'anno strade nuove, sia per le salite che per il tratto di avvicinamento alle colline dell'oltrepò pavese e piacentino. Come al solito alcune scelte sono state positive, altre da rivedere. Se le salite nuove sono state approvate (non vedi l'ora di farti il percorso lungo in estate più con calma), i percorsi sulle provinciali all'inizio della gara erano veramente pericolosi.
Ma veniamo a voi.
Per te e la biondina la fine di marzo è un po' troppo presto per poter affrontare chilometraggi impegnativi e quindi, scartata l'ipotesi di pedalare il mediofondo come fatto due anni fa, vi presentate alla linea di partenza per correre il tracciato più corto: poco più di 80 km con 500 metri di dislivello.
Partiti davanti, come vuole la tradizione per gli appartenenti alla società organizzatrice, fate subito gara di coppia in difesa, cercando di sfruttare i singoli gruppi che sorpassandovi vi tirano la scia. Naturalmente vanno tutti troppo forte e se a volte nel gruppo riuscite a respirare un poco, spesso ti trovi a tirare da solo con la biondina a ciucciar la ruota.
I primi 15 km girano in un lampo, con medie molto vicine ai 40 all'ora, poi vi beccate un tratto di circa 10 km in cui sembra di passare in un teatro di guerra. L'asfalto delle provinciali pavesi è famoso nella zona per essere orrendo, e allora non si contano le borracce cadute, le ruote bucate, ma anche le cadute con i ciclisti a terra al lato della strada e i momenti veramente pericolosi dal punto di vista del traffico veicolare.
Te personalmente hai avuto un attimo di panico sul ponte del Po, in cui i giunti di dilatazioni della strada sono da denuncia penale per la mancata manutenzione, e chiuso in un gruppo a velocità sostenuta hai preso una buca che ti ha fatto sbandare pesantemente la bici per alcuni metri. Subito hai pensato di aver bucato, o di aver rotto un raggio, ma dopo qualche secondo non succedeva niente e tirando un profondo sospiro di sollievo hai proseguito senza problemi.
Superato il bivio tra le varie distanze, vi siete trovati un po' da soli e hai sofferto il vento che non ha mai smesso di soffiare per tutta la mattina. Ma dura poco perchè comincia il vostro percorso preferito: le colline.
Un paio di ascese non troppo impegnative ma che vi hanno dato l'opportunità di recuperare qualche posizione.
Poi discesa e ritorno alla base.
Anche qui purtroppo non avete avuto la forza e la lucidità di beccare il treno giusto e di sfruttarlo. Te in particolare eri stanco perchè il giorno prima avevi fatto un giro in bici anche più impegnativo, chè qui si devono sfruttare tutte le occasioni disponibili per fare fondo!
Sei arrivato alla fine talmente cotto che la biondina si è offerta di tirare lei per qualche chilometro prima del traguardo. Ma anche lei dopo poco ha dovuto rallentare per un principio di crampi alle gambe.
Totale 81,5km con 480mD+ in 2h36' (media 31,3kph).
Buono, anzi ottimo! Percorso terminato a braccia alzate e mano nella mano.
Avete la fortuna di abitare ad un chilometro dall'arrivo, quindi andate a casa a farvi una bella doccetta e poi ritornate al Cupolone accompagnati dal bimbo per il pranzo e, sorpresa, per la premiazione.
Perchè, se fosse necessario stabilirlo una volta di più, è la biondina quella che in famiglia sale sui podi.
In questo caso è salita sul palco a fianco del podio, in quanto quinta classificata del percorso corto nella categoria Donne2.
Come sempre le considerazioni finali ti lasciano indeciso sul tuo gradimento a questo tipo di gare.
Troppa gente, troppo alto il rischio di farsi male, strade troppo malconce, troppo difficile garantire sicurezza sulle strade a tutti i partecipanti.
Eppure la soddisfazione alla fine era tanta.
E, rispetto al nuoto e alla corsa, girare in bici sulle colline dell'oltrepò è uno dei momenti migliori degli sport che ti sei scelto.
La granfondo del tuo paesello ha subito negli anni (questa era la sesta edizione) vari rimaneggiamenti: la data di svolgimento, il nome, il chilometraggio, fino ad arrivare ai percorsi.
E soprattutto quest'anno strade nuove, sia per le salite che per il tratto di avvicinamento alle colline dell'oltrepò pavese e piacentino. Come al solito alcune scelte sono state positive, altre da rivedere. Se le salite nuove sono state approvate (non vedi l'ora di farti il percorso lungo in estate più con calma), i percorsi sulle provinciali all'inizio della gara erano veramente pericolosi.
Ma veniamo a voi.
Per te e la biondina la fine di marzo è un po' troppo presto per poter affrontare chilometraggi impegnativi e quindi, scartata l'ipotesi di pedalare il mediofondo come fatto due anni fa, vi presentate alla linea di partenza per correre il tracciato più corto: poco più di 80 km con 500 metri di dislivello.
Tu non avevi il gilet della società, allora hai sfoderato il fichissimo gadget del triathlon olimpico di Cesenatico. |
Partiti davanti, come vuole la tradizione per gli appartenenti alla società organizzatrice, fate subito gara di coppia in difesa, cercando di sfruttare i singoli gruppi che sorpassandovi vi tirano la scia. Naturalmente vanno tutti troppo forte e se a volte nel gruppo riuscite a respirare un poco, spesso ti trovi a tirare da solo con la biondina a ciucciar la ruota.
I primi 15 km girano in un lampo, con medie molto vicine ai 40 all'ora, poi vi beccate un tratto di circa 10 km in cui sembra di passare in un teatro di guerra. L'asfalto delle provinciali pavesi è famoso nella zona per essere orrendo, e allora non si contano le borracce cadute, le ruote bucate, ma anche le cadute con i ciclisti a terra al lato della strada e i momenti veramente pericolosi dal punto di vista del traffico veicolare.
Te personalmente hai avuto un attimo di panico sul ponte del Po, in cui i giunti di dilatazioni della strada sono da denuncia penale per la mancata manutenzione, e chiuso in un gruppo a velocità sostenuta hai preso una buca che ti ha fatto sbandare pesantemente la bici per alcuni metri. Subito hai pensato di aver bucato, o di aver rotto un raggio, ma dopo qualche secondo non succedeva niente e tirando un profondo sospiro di sollievo hai proseguito senza problemi.
Superato il bivio tra le varie distanze, vi siete trovati un po' da soli e hai sofferto il vento che non ha mai smesso di soffiare per tutta la mattina. Ma dura poco perchè comincia il vostro percorso preferito: le colline.
Un paio di ascese non troppo impegnative ma che vi hanno dato l'opportunità di recuperare qualche posizione.
Selfie in salita |
Anche qui purtroppo non avete avuto la forza e la lucidità di beccare il treno giusto e di sfruttarlo. Te in particolare eri stanco perchè il giorno prima avevi fatto un giro in bici anche più impegnativo, chè qui si devono sfruttare tutte le occasioni disponibili per fare fondo!
Sei arrivato alla fine talmente cotto che la biondina si è offerta di tirare lei per qualche chilometro prima del traguardo. Ma anche lei dopo poco ha dovuto rallentare per un principio di crampi alle gambe.
Totale 81,5km con 480mD+ in 2h36' (media 31,3kph).
Buono, anzi ottimo! Percorso terminato a braccia alzate e mano nella mano.
Arrivo al foto-finish |
Perchè, se fosse necessario stabilirlo una volta di più, è la biondina quella che in famiglia sale sui podi.
In questo caso è salita sul palco a fianco del podio, in quanto quinta classificata del percorso corto nella categoria Donne2.
Il podio della categoria "vecchie" |
Troppa gente, troppo alto il rischio di farsi male, strade troppo malconce, troppo difficile garantire sicurezza sulle strade a tutti i partecipanti.
Eppure la soddisfazione alla fine era tanta.
E, rispetto al nuoto e alla corsa, girare in bici sulle colline dell'oltrepò è uno dei momenti migliori degli sport che ti sei scelto.
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