Settimana scorsa il bimbo l'ha passato al mare solo con i nonni a Finale Ligure.
Ha fatto il bravo, ha preso quel poco sole che questo luglio sfigato gli ha regalato, si è divertito soprattutto nella piscina dell'albergo e vi faceva delle telefonate lunghissime e incasinatissime in cui cercava di spiegarvi tutto quello che faceva nella giornata, creando delle divertentissime supercazzole da antologia.
E soprattutto ha fatto divertire i nonni che sono tornati a casa contenti e orgogliosi di cotanto beneducato nipote.
Già l'anno scorso, descrivendo le emozioni di una settimana passata senza figlio, chiudevi dicendo che questa storia dei due fidanzatini da soli a casa leggeri come l'aria è una cosa talmente positiva che dovrebbe essere imposta per legge. E uno dei motivi principali è quello del tempo libero.
Perchè anche se non è una settimana di ferie e si deve andare a lavorare, la mancanza del bimbo ha permesso a te e alla bionda di fare tutte quelle cose che normalmente sono difficili da organizzare, se non con l'aiuto dei nonni. Cose semplici come uscire a fare compere e provare tranquillamente quattro paia di pantaloni per poi comprarne solo uno. E poi quando chiudono i negozi non dover tornare a casa di corsa ma fermarsi in pizzeria e stare seduti a chiacchierare.
Ma soprattutto tempo libero per coltivare le proprie passioni tra le quali, come forse si è capito, c'è il fare sport.
Mentre tu domenica mattina eri occupato nel triathlon a Lecco, la biondina è andata con altra gente ad una cicloturistica sulle colline della val Trebbia (e anche lei ha preso un sacco d'acqua, solo che non è caduta).
Il pomeriggio di giovedì siete andati a correre insieme alle sei e mezza di pomeriggio tornando a casa alle otto, senza l'assillo dell'orologio e di cosa preparare da mangiare.
Ma soprattutto, dribblando i temporali di questo luglio infame, vi siete ritagliati due belle uscite in bicicletta.
La prima è stata una vera e propria gita: il giro di quel ramo del lago di Como, come da cartina allegata:
Partenza alla mattina alle otto da Bellagio e dopo aver scaldato la gamba sul lungolago in direzione sud, si sale all'interno fino ai 1.100 metri della colma di Sormano. Salita impegnativa, ma per come l'avete affrontata voi, con calma e tranquillità, è stata proprio una bella scampagnata in mezzo alla natura in un silenzio quasi perfetto.
Poi si ridiscende (giusto la pausa per una foto all'inizio del Muro) e si ritorna alla civiltà e alle strade provinciali affollate, verso Erba, passando di fianco ad un bellissimo e limpidissimo ruscello che, dopo un po' e con grandissimo stupore, vi accorgete essere il Lambro. Sì, proprio quello che cento chilometri dopo passa a pochi passi da casa vostra sotto la forma di cloaca a cielo aperto. Passata Erba, ancora qualche chilometro di purgatorio sulla strada statale fino a Como. In questa bellissima cittadina vi fermate a fare colazione abbondante (quasi un pranzo) in un bar in piazza davanti alla Cattedrale. Bella sensazione quella di riposarsi seduti comodi sotto un sole piacevole in un posto magico come solo le piazze italiane sanno essere.
Poi il lungomare in direzione nord, con Cernobbio, Laglio, Villa Balbianello e Menaggio, dove avete preso il traghetto per attraversare il lago e tornare a Bellagio. Qui, dopo aver sistemato la bici in macchina, avete passeggiato per il paese con tutti che vi guardavano incuriositi perchè non vi siete cambiati e avevate ancora indosso la divisa da bici dell'OGTM. Avete finito di pranzare con un bicchierone di yogurt gelato e frutta, avete visitato i giardini di Villa Melzi, il centro città e il lungolago.
La bellezza di questi posti e di questi panorami ti ha conquistato, e hai capito perchè sono tanto amati e frequentati dagli stranieri, soprattutto inglesi, olandesi e francesi.
Due giorni dopo, sfidando le previsioni non eccezionali, ti sei permesso tre ore di ferie nel pomeriggio per un rito che da qualche anno accompagna le vostre estati: la salita al Passo del Penice. Solo che stavolta, invece del solito percorso da Romagnese, avete scelto una strada diversa, sia per l'andata che per il ritorno.
Un totale di 75 km su strade di montagna quasi deserte. Ad accompagnarvi solo i grilli, gli uccellini e il rumore dei temporali che fortunatamente avete solo sfiorato.
Fuori tempo massimo per entrare di diritto in quest post (perchè domenica il bimbo era già tornato) menzione speciale anche alla campestre di domenica mattina a Vidardo. Tra il tragitto per andare alla partenza e giro nelle campagne sulle rive di quel Lambro citato più sopra, 21 km di allenamento, con abbuffata finale di anguria e torta.
Alla fine in questa settimana avete pedalato/corso un totale di circa 250 km, per tredici ore di allenamento.
Quasi un part-time!
Ha fatto il bravo, ha preso quel poco sole che questo luglio sfigato gli ha regalato, si è divertito soprattutto nella piscina dell'albergo e vi faceva delle telefonate lunghissime e incasinatissime in cui cercava di spiegarvi tutto quello che faceva nella giornata, creando delle divertentissime supercazzole da antologia.
E soprattutto ha fatto divertire i nonni che sono tornati a casa contenti e orgogliosi di cotanto beneducato nipote.
Già l'anno scorso, descrivendo le emozioni di una settimana passata senza figlio, chiudevi dicendo che questa storia dei due fidanzatini da soli a casa leggeri come l'aria è una cosa talmente positiva che dovrebbe essere imposta per legge. E uno dei motivi principali è quello del tempo libero.
Perchè anche se non è una settimana di ferie e si deve andare a lavorare, la mancanza del bimbo ha permesso a te e alla bionda di fare tutte quelle cose che normalmente sono difficili da organizzare, se non con l'aiuto dei nonni. Cose semplici come uscire a fare compere e provare tranquillamente quattro paia di pantaloni per poi comprarne solo uno. E poi quando chiudono i negozi non dover tornare a casa di corsa ma fermarsi in pizzeria e stare seduti a chiacchierare.
Ma soprattutto tempo libero per coltivare le proprie passioni tra le quali, come forse si è capito, c'è il fare sport.
Mentre tu domenica mattina eri occupato nel triathlon a Lecco, la biondina è andata con altra gente ad una cicloturistica sulle colline della val Trebbia (e anche lei ha preso un sacco d'acqua, solo che non è caduta).
Il pomeriggio di giovedì siete andati a correre insieme alle sei e mezza di pomeriggio tornando a casa alle otto, senza l'assillo dell'orologio e di cosa preparare da mangiare.
Ma soprattutto, dribblando i temporali di questo luglio infame, vi siete ritagliati due belle uscite in bicicletta.
La prima è stata una vera e propria gita: il giro di quel ramo del lago di Como, come da cartina allegata:
Partenza alla mattina alle otto da Bellagio e dopo aver scaldato la gamba sul lungolago in direzione sud, si sale all'interno fino ai 1.100 metri della colma di Sormano. Salita impegnativa, ma per come l'avete affrontata voi, con calma e tranquillità, è stata proprio una bella scampagnata in mezzo alla natura in un silenzio quasi perfetto.
Poi si ridiscende (giusto la pausa per una foto all'inizio del Muro) e si ritorna alla civiltà e alle strade provinciali affollate, verso Erba, passando di fianco ad un bellissimo e limpidissimo ruscello che, dopo un po' e con grandissimo stupore, vi accorgete essere il Lambro. Sì, proprio quello che cento chilometri dopo passa a pochi passi da casa vostra sotto la forma di cloaca a cielo aperto. Passata Erba, ancora qualche chilometro di purgatorio sulla strada statale fino a Como. In questa bellissima cittadina vi fermate a fare colazione abbondante (quasi un pranzo) in un bar in piazza davanti alla Cattedrale. Bella sensazione quella di riposarsi seduti comodi sotto un sole piacevole in un posto magico come solo le piazze italiane sanno essere.
Poi il lungomare in direzione nord, con Cernobbio, Laglio, Villa Balbianello e Menaggio, dove avete preso il traghetto per attraversare il lago e tornare a Bellagio. Qui, dopo aver sistemato la bici in macchina, avete passeggiato per il paese con tutti che vi guardavano incuriositi perchè non vi siete cambiati e avevate ancora indosso la divisa da bici dell'OGTM. Avete finito di pranzare con un bicchierone di yogurt gelato e frutta, avete visitato i giardini di Villa Melzi, il centro città e il lungolago.
La bellezza di questi posti e di questi panorami ti ha conquistato, e hai capito perchè sono tanto amati e frequentati dagli stranieri, soprattutto inglesi, olandesi e francesi.
Due giorni dopo, sfidando le previsioni non eccezionali, ti sei permesso tre ore di ferie nel pomeriggio per un rito che da qualche anno accompagna le vostre estati: la salita al Passo del Penice. Solo che stavolta, invece del solito percorso da Romagnese, avete scelto una strada diversa, sia per l'andata che per il ritorno.
Un totale di 75 km su strade di montagna quasi deserte. Ad accompagnarvi solo i grilli, gli uccellini e il rumore dei temporali che fortunatamente avete solo sfiorato.
Fuori tempo massimo per entrare di diritto in quest post (perchè domenica il bimbo era già tornato) menzione speciale anche alla campestre di domenica mattina a Vidardo. Tra il tragitto per andare alla partenza e giro nelle campagne sulle rive di quel Lambro citato più sopra, 21 km di allenamento, con abbuffata finale di anguria e torta.
Alla fine in questa settimana avete pedalato/corso un totale di circa 250 km, per tredici ore di allenamento.
Quasi un part-time!