martedì 31 gennaio 2012
sabato 28 gennaio 2012
In gita all'asilo
E' passata già una settimana e non ho avuto ancora il tempo di parlarne, ma dopo l'iscrizione del bimbo all'asilo, sabato 21 scorso c'è stato l'open day alla scuola materna delle suore.
Che fino a qualche anno fa l'opportunità di entrare in una scuola e poter vedere aule, strumenti didattici e poter chiedere informazioni, era una pratica utilizzata solo per le scuole superiori, perché è una scelta molto importante per un ragazzo e anche la struttura scolastica può avere il suo peso. Probabilmente per una scuola materna il senso di un'occasione come questa non è il poter dare più dati per la scelta dei genitori, ma un'opportunità per i bambini di scoprire cosa li aspetterà.
E il bimbo ha scoperto che lo stanno aspettando una montagna di giochi (decine e decine di ceste piene di giochi suddivisi per tipologia), dei saloni per i giochi più vivaci e per la ginnastica (una salone nuovo con parquet, soffitto di legno e scivoli, altalene e casette per nascondersi), un parchetto per le belle giornate (altalene, scivoli, sabbia), ecc.
In più la sala mensa, i servizi igienici a misura di nano e la sala riposo dove si fa la nanna.
Ma soprattutto lo aspettano le maestre più brave e simpatiche che ci sono al mondo.
Quasi tutte giovani (massimo 40 anni, quindi giovanissssime) tutte sorridenti, disponibili e con l'aria di chi ama e sa fare bene il proprio lavoro.
Quasi sicuramente sappiamo già in che classe andrà il bimbo e quale sarà la sua maestra. Infatti abbiamo fatto una richiesta specifica per un'amica di lunga data della biondina e sembra, a meno di problemi organizzativi improbabili, che la sua classe sarà la verde e la sua insegnante sarà Annalisa Portapazienza (questa l'ho rubata!).
Il bimbo naturalmente ha passato quasi due ore in estasi mangiando caramelle e giocando con tutto il giocabile. Alla fine se n'è andato salutando annalisa portapazienza con un bacio e un: ciao, ci vediamo domani!
Che fino a qualche anno fa l'opportunità di entrare in una scuola e poter vedere aule, strumenti didattici e poter chiedere informazioni, era una pratica utilizzata solo per le scuole superiori, perché è una scelta molto importante per un ragazzo e anche la struttura scolastica può avere il suo peso. Probabilmente per una scuola materna il senso di un'occasione come questa non è il poter dare più dati per la scelta dei genitori, ma un'opportunità per i bambini di scoprire cosa li aspetterà.
E il bimbo ha scoperto che lo stanno aspettando una montagna di giochi (decine e decine di ceste piene di giochi suddivisi per tipologia), dei saloni per i giochi più vivaci e per la ginnastica (una salone nuovo con parquet, soffitto di legno e scivoli, altalene e casette per nascondersi), un parchetto per le belle giornate (altalene, scivoli, sabbia), ecc.
In più la sala mensa, i servizi igienici a misura di nano e la sala riposo dove si fa la nanna.
... tutti insieme allegramente a fare la cacca! |
Sembra la nursery del reparto maternità versione 2.0 |
Quasi tutte giovani (massimo 40 anni, quindi giovanissssime) tutte sorridenti, disponibili e con l'aria di chi ama e sa fare bene il proprio lavoro.
Quasi sicuramente sappiamo già in che classe andrà il bimbo e quale sarà la sua maestra. Infatti abbiamo fatto una richiesta specifica per un'amica di lunga data della biondina e sembra, a meno di problemi organizzativi improbabili, che la sua classe sarà la verde e la sua insegnante sarà Annalisa Portapazienza (questa l'ho rubata!).
Il bimbo naturalmente ha passato quasi due ore in estasi mangiando caramelle e giocando con tutto il giocabile. Alla fine se n'è andato salutando annalisa portapazienza con un bacio e un: ciao, ci vediamo domani!
VIVA LA SCUOLA!!! |
mercoledì 25 gennaio 2012
[Padre - Figlio III] Condivisione, libertà, sostegno e divertimento
Terza puntata di un ragionamento ad ampio raggio sul rapporto padre - figlio.
Qui dove si parla della sensibilità del genitore moderno e qui dove paragono l'approccio materno a quello paterno.
Stabilito il tipo di approccio, quali sono i fondamentali su cui basare l'interazione e la crescita?
La mia esperienza mi suggerisce quattro parole: condivisione, libertà, sostegno e divertimento.
Condivisione significa che il bimbo ha necessità di un compagno di giochi, soprattutto pensando che il gioco è il suo modo di imparare le cose. Mi da fastidio quelli che vanno al parco con il figlio e poi lo lasciano da solo sull'altalena e loro si mettono a chiacchierare con le altre persone. Altro esempio: anche la visione della televisione deve essere fatta in due, se possibile. Infatti perdo tempo anche a guardare sul divano i suoi cartoni animanti non perchè piacciano particolarmente anche a me, ma perchè condividendo e parlandogli lo istigo al ragionamento: cosa stà succedendo? ma dov'è finito quello? ma perchè fa così? Contesto la divisione della televisione in bollini colorati: non esistono programmi che il bambino deve guardare da solo (verde), se possibile la televisione deve sempre essere vista in compagnia di un adulto (giallo). Poi però, come ho detto anche in un'altra occasione, a volte si sbaglia per stanchezza.
Importante è anche la libertà che dai a tuo figlio per capire il mondo. Per adesso (ha solo tre anni, libertà è un concetto abbastanza limitato) dare libertà a mio figlio significa lasciarlo libero di provare, esplorare, toccare e anche, al limite, rischiare di farsi male. Sbagliano quelli che fanno una passeggiata e tengono il bambino tutto il tempo sul passeggino. Ma soprattutto mi fanno specie quei genitori che al parchetto gridano: non correre, oppure non sudare ad un bimbo di due anni. Al limite sei tu genitore che devi evitare di metterlo in condizione di correre in un posto pericoloso, oppure, se sai che suderà, devi attrezzarti e fare in modo di poterlo cambiare successivamente per non farlo raffreddare. Ma, per l'amor del cielo, fatelo giocare libero.
Questo è il sostegno. Essere sempre presenti sia per il fattore della condivisione di prima, ma soprattutto per un supporto fisico e morale che non deve mai mancare. Mio figlio deve essere coscente che se anche stà giocando al parchetto da solo (sempre il solito esempio), se mi cercherà mi troverà a guardarlo. Difficilmente interverrò, anche se stà scombattendo per lo scivolo con la bambina prepotente di turno, perché è giusto che se la sbrighino tra di loro, ma se alla fine si becca lo spintone, sarò lì a consolarlo e supportarlo.
Ed alla fine il divertimento è più il mio che il suo. Perché a guardarlo litigare con la bimba allo scivolo, mi ritrovo a ridere come uno scemo. Perchè se ci annoiamo, abbiamo perso tempo in due, e allora era meglio che restava da solo sul divano a guardare la televisione.
Continua ...
Qui dove si parla della sensibilità del genitore moderno e qui dove paragono l'approccio materno a quello paterno.
Stabilito il tipo di approccio, quali sono i fondamentali su cui basare l'interazione e la crescita?
La mia esperienza mi suggerisce quattro parole: condivisione, libertà, sostegno e divertimento.
Condivisione significa che il bimbo ha necessità di un compagno di giochi, soprattutto pensando che il gioco è il suo modo di imparare le cose. Mi da fastidio quelli che vanno al parco con il figlio e poi lo lasciano da solo sull'altalena e loro si mettono a chiacchierare con le altre persone. Altro esempio: anche la visione della televisione deve essere fatta in due, se possibile. Infatti perdo tempo anche a guardare sul divano i suoi cartoni animanti non perchè piacciano particolarmente anche a me, ma perchè condividendo e parlandogli lo istigo al ragionamento: cosa stà succedendo? ma dov'è finito quello? ma perchè fa così? Contesto la divisione della televisione in bollini colorati: non esistono programmi che il bambino deve guardare da solo (verde), se possibile la televisione deve sempre essere vista in compagnia di un adulto (giallo). Poi però, come ho detto anche in un'altra occasione, a volte si sbaglia per stanchezza.
Importante è anche la libertà che dai a tuo figlio per capire il mondo. Per adesso (ha solo tre anni, libertà è un concetto abbastanza limitato) dare libertà a mio figlio significa lasciarlo libero di provare, esplorare, toccare e anche, al limite, rischiare di farsi male. Sbagliano quelli che fanno una passeggiata e tengono il bambino tutto il tempo sul passeggino. Ma soprattutto mi fanno specie quei genitori che al parchetto gridano: non correre, oppure non sudare ad un bimbo di due anni. Al limite sei tu genitore che devi evitare di metterlo in condizione di correre in un posto pericoloso, oppure, se sai che suderà, devi attrezzarti e fare in modo di poterlo cambiare successivamente per non farlo raffreddare. Ma, per l'amor del cielo, fatelo giocare libero.
Questo è il sostegno. Essere sempre presenti sia per il fattore della condivisione di prima, ma soprattutto per un supporto fisico e morale che non deve mai mancare. Mio figlio deve essere coscente che se anche stà giocando al parchetto da solo (sempre il solito esempio), se mi cercherà mi troverà a guardarlo. Difficilmente interverrò, anche se stà scombattendo per lo scivolo con la bambina prepotente di turno, perché è giusto che se la sbrighino tra di loro, ma se alla fine si becca lo spintone, sarò lì a consolarlo e supportarlo.
Ed alla fine il divertimento è più il mio che il suo. Perché a guardarlo litigare con la bimba allo scivolo, mi ritrovo a ridere come uno scemo. Perchè se ci annoiamo, abbiamo perso tempo in due, e allora era meglio che restava da solo sul divano a guardare la televisione.
Continua ...
lunedì 23 gennaio 2012
Melegnano tra i campi e la storia 22/01/2012
Per la prima corsa campestre dell'anno, nella road map verso la maratona di Piacenza, stavolta abbiamo scelto Melegnano.
Partenza alle sette per fare il giro e organizzare una macchinata con io, biondina, Max, Mariangelo e la zia stordita. Perchè oramai c'è un gruppo ben rodato e agguerrito.
Le nuove regole FIASP in funzione dal primo gennaio ci avevano un po spaventato, infatti pensavo dovevamo iscriversi tutti insieme a quelli del nostro gruppo podistico, ma alla fine per noi che non dobbiamo organizzare non cambia praticamente nulla. La differenza è che ti viene chiesto all'atto del pagamento nome e cognome da verificare sull'elenco iscritti del gruppo podistico per essere certi della tua iscrizione FIASP e relativa messa in regola per l'assicurazione.
Alla partenza c'era un botto di gente, forse per il fatto che era la prima campestre della stagione e il tempo si è dimostrato clemente. Ottima occasione per questo gruppo nato da poco (link), ma molto agguerrito e appassionato. Organizzazione ottima, con tanta di quella gente lungo tutto il percorso (tra volontari, vigili e protezione civile) che avrebbero potuto assistere una maratona senza problemi.
Il percorso era per l'80% sterrato su strade di campagna, con qualche incursione nelle zone residenziali e industriali e qualche passaggio in campi agricoli. Ed è andata bene con il tempo che era asciutto e gelato, perchè se fosse stato solo poco meno che umido, ci sarebbero stati dei seri problemi in un paio di passaggi. Suggerisco di rivedere questi punti, che non potrà sempre andare così di lusso alla fine di gennaio.
20 Kilometri tra Melegnano, San Giuliano Milanese e San Donato Milanese, in un percorso parallelo alla via emilia (una delle statali più trafficate della zona) che ci ha fatto scoprire che oltre alle fabbriche, agli aerei che ti atterrano sopra la testa e i palazzoni c'è una zona a cavallo del Lambro che potrebbe essere anche carina, se escludiamo tutta la spazzatura sparsa lungo le strade campestri.
Nota di colore: forse perchè era la prima edizione, forse perchè tra gli organizzatori ho visto tanta gente giovane che sa usare gli strumenti moderni, ma è successa una cosa che potrebbe sembrare banale, ma che non succede quasi mai nelle campestri dove c'è il diffuso malcostume di sovrastimare la lunghezza dei percorsi, con l'obbiettivo di rendere psicologicamente la corsa più appetibile. Che una volta forse la lunghezza era difficile da misurare con certezza, e quindi la cosa passava liscia, ma al giorno d'oggi, con google e il gps, vieni subito sgamato e fai la figura del poverino. Ma stavolta il percorso era stato dichiarato di 20 km e al garmin risulta 19,920.
Miracolo!!
Partenza alle sette per fare il giro e organizzare una macchinata con io, biondina, Max, Mariangelo e la zia stordita. Perchè oramai c'è un gruppo ben rodato e agguerrito.
Le nuove regole FIASP in funzione dal primo gennaio ci avevano un po spaventato, infatti pensavo dovevamo iscriversi tutti insieme a quelli del nostro gruppo podistico, ma alla fine per noi che non dobbiamo organizzare non cambia praticamente nulla. La differenza è che ti viene chiesto all'atto del pagamento nome e cognome da verificare sull'elenco iscritti del gruppo podistico per essere certi della tua iscrizione FIASP e relativa messa in regola per l'assicurazione.
Alla partenza c'era un botto di gente, forse per il fatto che era la prima campestre della stagione e il tempo si è dimostrato clemente. Ottima occasione per questo gruppo nato da poco (link), ma molto agguerrito e appassionato. Organizzazione ottima, con tanta di quella gente lungo tutto il percorso (tra volontari, vigili e protezione civile) che avrebbero potuto assistere una maratona senza problemi.
Il percorso era per l'80% sterrato su strade di campagna, con qualche incursione nelle zone residenziali e industriali e qualche passaggio in campi agricoli. Ed è andata bene con il tempo che era asciutto e gelato, perchè se fosse stato solo poco meno che umido, ci sarebbero stati dei seri problemi in un paio di passaggi. Suggerisco di rivedere questi punti, che non potrà sempre andare così di lusso alla fine di gennaio.
20 Kilometri tra Melegnano, San Giuliano Milanese e San Donato Milanese, in un percorso parallelo alla via emilia (una delle statali più trafficate della zona) che ci ha fatto scoprire che oltre alle fabbriche, agli aerei che ti atterrano sopra la testa e i palazzoni c'è una zona a cavallo del Lambro che potrebbe essere anche carina, se escludiamo tutta la spazzatura sparsa lungo le strade campestri.
Nota di colore: forse perchè era la prima edizione, forse perchè tra gli organizzatori ho visto tanta gente giovane che sa usare gli strumenti moderni, ma è successa una cosa che potrebbe sembrare banale, ma che non succede quasi mai nelle campestri dove c'è il diffuso malcostume di sovrastimare la lunghezza dei percorsi, con l'obbiettivo di rendere psicologicamente la corsa più appetibile. Che una volta forse la lunghezza era difficile da misurare con certezza, e quindi la cosa passava liscia, ma al giorno d'oggi, con google e il gps, vieni subito sgamato e fai la figura del poverino. Ma stavolta il percorso era stato dichiarato di 20 km e al garmin risulta 19,920.
Miracolo!!
venerdì 20 gennaio 2012
L'asilo dalle suore
Il bimbo ha ormai quasi tre anni, e bisogna cominciare a pensare al suo futuro.
A parte gli scherzi, nei primi giorni dell'anno siamo andati a iscriverlo alla scuola materna perché a settembre è ora che cominci a frequentare altri che non siano i suoi parenti stretti.
Già da adesso sembra entusiasta e quando gli parli della scuola materna comincia a favoleggiare di parchetti, di bimbi con cui giocare, di maestre simpatiche, di giochini, di montagne di pennarelli per colorare, ecc.
Nel nostro paese ci sono due asili, e quello che abbiamo scelto noi è un istituto privato parificato gestito da suore.
I due istituti sono, da quello che ho capito in questi tempi, entrambi ottimi, e per scegliere uno o l'altro ci siamo basati su un solo parametro banale ma allo stesso tempo importante: la vicinanza (a questo, volendo, si può andare anche a piedi, mentre l'altro è a distanza solo automobilistica o ciclistica).
E da questa osservazione potrebbero scaturire alcune perplessità e/o contrarietà: ma come, la scelta di una cosa così importante come l'educazione di tuo figlio viene fatta con un parametro di mera comodità? e non ti interessa il fatto dell'educazione cristiana?
Per quanto riguarda l'educazione religiosa di mio figlio ho già scritto alcune cose in un discorso più ampio sulla religione in generale (questo è l'ultimo di una serie di quattro post a riguardo), che si poteva riassumere pressappoco con una contraddizione di questo tipo: non sono (o almeno non sono più) cristiano cattolico praticante, ma voglio che mio figlio riceva una educazione di quel tipo.
Per capire il perché leggiamo il "progetto educativo" della scuola che ci è stato consegnato all'iscrizione, sorvolando sulla qualità di un ciclostile fotocopiato millemila volte che, senti ciccio, si poteva anche ristampare neh!
Sulla parte Promozione umana e formazione integrale, niente da dire, è tutto totalmente sottoscrivibile ed è effettivamente quello che un genitore potrebbe chiedere per l'educazione del proprio figlio.
Per quanto riguarda l'educazione alla fede, mettiamola così: l'obbiettivo primario della scuola (quel partecipare all'azione evangelizzatrice della Chiesa) è forse in linea di principio difficilmente condivisibile, semplicemente perché non dovrebbe essere la cosa principale da raggiungere. Ma quando nell'articolato mi citi i valori di giustizia sociale, della fratellanza dell'opzione per i poveri e i deboli, allora mi hai conquistato.
... e allora vai con le suore!
A parte gli scherzi, nei primi giorni dell'anno siamo andati a iscriverlo alla scuola materna perché a settembre è ora che cominci a frequentare altri che non siano i suoi parenti stretti.
Già da adesso sembra entusiasta e quando gli parli della scuola materna comincia a favoleggiare di parchetti, di bimbi con cui giocare, di maestre simpatiche, di giochini, di montagne di pennarelli per colorare, ecc.
Nel nostro paese ci sono due asili, e quello che abbiamo scelto noi è un istituto privato parificato gestito da suore.
I due istituti sono, da quello che ho capito in questi tempi, entrambi ottimi, e per scegliere uno o l'altro ci siamo basati su un solo parametro banale ma allo stesso tempo importante: la vicinanza (a questo, volendo, si può andare anche a piedi, mentre l'altro è a distanza solo automobilistica o ciclistica).
E da questa osservazione potrebbero scaturire alcune perplessità e/o contrarietà: ma come, la scelta di una cosa così importante come l'educazione di tuo figlio viene fatta con un parametro di mera comodità? e non ti interessa il fatto dell'educazione cristiana?
Per quanto riguarda l'educazione religiosa di mio figlio ho già scritto alcune cose in un discorso più ampio sulla religione in generale (questo è l'ultimo di una serie di quattro post a riguardo), che si poteva riassumere pressappoco con una contraddizione di questo tipo: non sono (o almeno non sono più) cristiano cattolico praticante, ma voglio che mio figlio riceva una educazione di quel tipo.
Per capire il perché leggiamo il "progetto educativo" della scuola che ci è stato consegnato all'iscrizione, sorvolando sulla qualità di un ciclostile fotocopiato millemila volte che, senti ciccio, si poteva anche ristampare neh!
Sulla parte Promozione umana e formazione integrale, niente da dire, è tutto totalmente sottoscrivibile ed è effettivamente quello che un genitore potrebbe chiedere per l'educazione del proprio figlio.
Per quanto riguarda l'educazione alla fede, mettiamola così: l'obbiettivo primario della scuola (quel partecipare all'azione evangelizzatrice della Chiesa) è forse in linea di principio difficilmente condivisibile, semplicemente perché non dovrebbe essere la cosa principale da raggiungere. Ma quando nell'articolato mi citi i valori di giustizia sociale, della fratellanza dell'opzione per i poveri e i deboli, allora mi hai conquistato.
... e allora vai con le suore!
mercoledì 18 gennaio 2012
La canzone della banda
L'altra sera il bimbo era da solo a giocare per terra con le costruzioni e sento che canticchia un motivo che a primo ascolto mi sembrava conosciuto, ma non riuscivo a metterlo a fuoco. Gli chiedo che cosa sta cantando e lui mi risponde:
La canzone della banda!
La canzone della banda? e quando l'hai sentita?
Oggi, in chiesa!
Sorvoliamo sul fattore tempo, che ha ancora le idee confuse (oggi in questo caso si deve tradurre con quasi un mese fa), ma in effetti nell'ultimo concerto della banda che abbiamo fatto (e che lui ha sentito tutto quasi rapito dalla musica in braccio alla sua nonna) il brano iniziale è stato l'inno di Mameli.
Provate ad immaginarvi uno che ha incominciato a parlare praticamente dall'altro ieri ed oggi blatera di elmi di Scipio, di schiavitù della vittoria, ecc. Fa strano.
Ma il pezzo che gli piace di più è il passaggio stringiamci a coorte, siam pronti alla morte che lui canta con il registro da baritono (o forse sarebbe meglio dire con un tono da cantante heavy metal) con un crescendo travolgente fino a l'Italia chiamò, SI!!!
Alla fine non ho ancora capito se essere orgoglioso del patriottismo di mio figlio, o essere preoccupato perché alla sua età i bambini cantano ben altre canzoni.
Sì, è meglio riportare le cose sui loro binari naturali e insegnargli canzoni adatte alla sua età.
Da domani cominciamo con i Red Hot Chili Peppers.
La canzone della banda? e quando l'hai sentita?
Oggi, in chiesa!
Sorvoliamo sul fattore tempo, che ha ancora le idee confuse (oggi in questo caso si deve tradurre con quasi un mese fa), ma in effetti nell'ultimo concerto della banda che abbiamo fatto (e che lui ha sentito tutto quasi rapito dalla musica in braccio alla sua nonna) il brano iniziale è stato l'inno di Mameli.
Provate ad immaginarvi uno che ha incominciato a parlare praticamente dall'altro ieri ed oggi blatera di elmi di Scipio, di schiavitù della vittoria, ecc. Fa strano.
Ma il pezzo che gli piace di più è il passaggio stringiamci a coorte, siam pronti alla morte che lui canta con il registro da baritono (o forse sarebbe meglio dire con un tono da cantante heavy metal) con un crescendo travolgente fino a l'Italia chiamò, SI!!!
Alla fine non ho ancora capito se essere orgoglioso del patriottismo di mio figlio, o essere preoccupato perché alla sua età i bambini cantano ben altre canzoni.
Sì, è meglio riportare le cose sui loro binari naturali e insegnargli canzoni adatte alla sua età.
Da domani cominciamo con i Red Hot Chili Peppers.
lunedì 16 gennaio 2012
Piccole chicche linguistiche sparse 4
Il pronome
Huu, buono il ciucco (succo ndt).
Dai, lo apriamolo e poi lo beviamolo!
Il pannolone (eh, si! usa ancora il pannolone!)
Bimbo, l'hai fatta tutta che andiamo a cambiarci?
Aspetta papà, faccio ancora una cacca piccola e poi arrivo!
Intimità
Cos'hai lì sotto?
Il pisello, la balota e il bus del cul!
Primo approccio alla Play Station II
Bimbo, voi giocare con le moto (motoGP 2005) o con quelli che fanno la lotta (Tekken V)?
Voio giocare con quelli che si pugnano!
Huu, buono il ciucco (succo ndt).
Dai, lo apriamolo e poi lo beviamolo!
Il pannolone (eh, si! usa ancora il pannolone!)
Bimbo, l'hai fatta tutta che andiamo a cambiarci?
Aspetta papà, faccio ancora una cacca piccola e poi arrivo!
Intimità
Cos'hai lì sotto?
Il pisello, la balota e il bus del cul!
Primo approccio alla Play Station II
Bimbo, voi giocare con le moto (motoGP 2005) o con quelli che fanno la lotta (Tekken V)?
Voio giocare con quelli che si pugnano!
venerdì 13 gennaio 2012
Filosofia di vita
giovedì 12 gennaio 2012
Tabella di avvicinamento
L'inizio dell'anno nuovo è il momento per i buoni propositi e per nuovi obbiettivi.
Il mio buon proposito per i prossimi due mesi è questo:
Questa è la tabella di preparazione per la mia prossima maratona.Il mio buon proposito per i prossimi due mesi è questo:
Questo allenamento, scaricata da internet, non è particolarmente scientifico.
Ci sono quelli veri che (anche tra gli amatori come me) si fanno fare una valutazione da un medico sportivo e si fanno preparare una tabella specifica calibrata sulla propria capacità aerobica, calcolando i grammi di lattato prodotto, lavorando sulla frequenza cardiaca, ecc. Il mio approcio invece è molto più empirico. Però una tabella di questo tipo, di nove settimane, è una buona guida per arrivare abbastanza preparati alla mia prossima impresa: 4 marzo maratona di Piacenza.
La preparazione è iniziata nel migliore dei modi: domenica scorsa primo lungo di 32,5 km in 2 h e 55, e un totale della settimana di ben 70 km percorsi (in ferie mi piace ammazzarmi di fatica).
Questa settimana totale km 0.
Una brutta influenza che mi sta debilitando da lunedì sera e che, tra antibiotici e tachipirina, mi ha lasciato a casa dal lavoro per tutto il resto della settimana, mi stà costringendo all'inattività.
Così dovrò rinunciare anche ad un'uscita in mountain bike in collina che stà organizzando un'associazione ciclistica della zona.
Per gli altri tre appunti segnati a margine, ci saranno i report a tempo debito.
EDIT:
... ma quanto è simpatica la biondina!!!
domenica 8 gennaio 2012
Trenini e cartoni
Nel magico mondo dei canali tematici per bambini in età prescolare, il bimbo ha scoperto, dopo il temibile canale 43 rai yoyo, l'altrettanto fantasmagorico canale 46 Cartoonito.
Secondo me presenta un minore varietà (che crea molte repliche nell'arco delle 24 ore) e delle serie generalmente inferiori a quelle di rai yoyo, ma ci sono delle eccezioni da cinque stelle, cose per cui il bimbo dà giù di matto.
Chuck & friends: camioncini simpaticissimi molto ben fatti dal punto di vista grafico che si portano dietro tutta una linea di giocattoli proprio bellini. A casa abbiamo già due Chuck (è il ribaltabile rosso e giallo a sinistra nella foto) e di solito lo usiamo come trasporto mandarini. Nel senso che per fargli mangiare la frutta dobbiamo distrarlo e farlo giocare.Secondo me presenta un minore varietà (che crea molte repliche nell'arco delle 24 ore) e delle serie generalmente inferiori a quelle di rai yoyo, ma ci sono delle eccezioni da cinque stelle, cose per cui il bimbo dà giù di matto.
Squadra antincendio: ultimamente va pazzo per i camion dei pompieri: ne abbiamo un sacco di dimensioni diverse, alcuni (tra cui il più grande lungo una quarantina di centimetri) con luci e suoni della sirena. Se poi aggiungiamo la presenza nel cartone anche di elicotteri e aerei, lo fai felice.
Olly il sottomarino: non l'ho visto tanto perché viene trasmesso solitamente in orari in cui sono al lavoro, ma sembra piacergli molto e comunque è fatto bene sia dal punto di vista tecnico che dei contenuti, tanto che l'UNESCO l'ha scelto come mascotte "per educare i più piccoli al rispetto dell’oceano e dell’ambiente che li circonda".
Ma la vera star di casa in questo momento è:
Il trenino Thomas: é stato il re incontrastato dei regali di Natale di quest'anno, con ben due circuiti a lui dedicati a cui gioca tantissimo.
Inoltre la sigla è un capolavoro con tanto di karaoke
Che il bimbo ha imparato a memoria ... a modo suo.
venerdì 6 gennaio 2012
[Padre - Figlio II] Un po' papà, un po' mamma.
Seconda puntata di un ragionamento ad ampio raggio sul rapporto padre - figlio. Qui la prima parte.
Si sente un gran parlare del fatto che nella nostra società, le donne stanno assumendo tratti maschili sotto molti punti di vista.
Viene loro chiesto di essere incisive e competitive sul lavoro, come prima era richiesto solamente agli uomini.
Viene loro chiesto di essere aggressive e determinate nei rapporti con gli uomini, diventando spesso loro cacciatrici e i maschi prede.
Viene loro chiesto di essere ciniche e stronze nei rapporti umani, proprio come gli uomini.
Contraltare è il fatto che gli uomini si stanno addolcendo ed effemminando in alcuni aspetti del loro carattere.
L'uomo deve curare il proprio aspetto come e più delle donne.
L'uomo deve avere una sensibilità che gli permette di emozionarsi laddove era impensabile qualche anno fa.
Bon, dette queste cose, ed alla luce di esse, torniamo al rapporto tra padre e figlio.
Ho detto che a volte mi comporto da madre. Cosa significa?
Non intendo questo approccio solo dal punto di vista materiale, cioè fare tutte quelle attività legate, nell'immaginario comune, alla figura materna (cambiare il pannolino, fare il bagnetto, ecc), ma anche e soprattutto dal punto di vista emotivo.
E' finita l'epoca della suddivisione rigida e impermeabile dei ruoli: la madre a casa a accudire i figli e il padre al lavoro per guadagnare lo stipendio. Poi, come nel mio caso, è esattamente così, ma è per lo più una scelta, un caso, non un'imposizione.
Un altro ribaltone della nostra epoca tra il ruolo materno e il paterno è l'educazione sentimentale. Fino a qualche anno fa a carico diretto ed esclusivo della madre, mentre il padre, burbero, distante e pragmatico, doveva occuparsi di cose più pratiche e tangibili.
Io invece cerco di essere dolce e comprensivo, pur nel ruolo del poliziotto cattivo che è giusto ogni tanto interpretare.
Continua ...
Si sente un gran parlare del fatto che nella nostra società, le donne stanno assumendo tratti maschili sotto molti punti di vista.
Viene loro chiesto di essere incisive e competitive sul lavoro, come prima era richiesto solamente agli uomini.
Viene loro chiesto di essere aggressive e determinate nei rapporti con gli uomini, diventando spesso loro cacciatrici e i maschi prede.
Viene loro chiesto di essere ciniche e stronze nei rapporti umani, proprio come gli uomini.
Contraltare è il fatto che gli uomini si stanno addolcendo ed effemminando in alcuni aspetti del loro carattere.
L'uomo deve curare il proprio aspetto come e più delle donne.
L'uomo deve avere una sensibilità che gli permette di emozionarsi laddove era impensabile qualche anno fa.
Bon, dette queste cose, ed alla luce di esse, torniamo al rapporto tra padre e figlio.
Ho detto che a volte mi comporto da madre. Cosa significa?
Non intendo questo approccio solo dal punto di vista materiale, cioè fare tutte quelle attività legate, nell'immaginario comune, alla figura materna (cambiare il pannolino, fare il bagnetto, ecc), ma anche e soprattutto dal punto di vista emotivo.
E' finita l'epoca della suddivisione rigida e impermeabile dei ruoli: la madre a casa a accudire i figli e il padre al lavoro per guadagnare lo stipendio. Poi, come nel mio caso, è esattamente così, ma è per lo più una scelta, un caso, non un'imposizione.
Un altro ribaltone della nostra epoca tra il ruolo materno e il paterno è l'educazione sentimentale. Fino a qualche anno fa a carico diretto ed esclusivo della madre, mentre il padre, burbero, distante e pragmatico, doveva occuparsi di cose più pratiche e tangibili.
Io invece cerco di essere dolce e comprensivo, pur nel ruolo del poliziotto cattivo che è giusto ogni tanto interpretare.
Continua ...
mercoledì 4 gennaio 2012
Question time
Attorno ai due anni si può stabilire la linea di demarcazione tra il subire il mondo e esplorarlo.
O, più precisamente, si passa dalla fase solo fisico-sensoriale (in cui il mondo lo esplori toccandolo, annusandolo, ascoltandolo, leccandolo o guardandolo) alla fase in cui si esplora con la conoscenza.
E quindi chiedendo al papà e alla mamma.
Questo cos'è?
Prima domanda emersa in ordine temporale (ha cominciato a maggio e non ha più smesso). Me lo ricordo perfettamente la prima volta che mi ha fatto questa domanda direttamente, perchè ho avuto il chiaro segnale del passagio ad un livello superiore.
Adesso dove siamo?
Quando andiamo in macchina te lo chiederà tre/quattro volte al chilometro.
Adesso dove andiamo?
Questa è la domanda che di solito mi sento rivolgere quando si sveglia dal sonnellino del pomeriggio.
A cosa giochiamo?
Quando siamo in casa, visto che a volte si annoia, devi sempre cercare dei giochi nuovi da proporre. Per ora riesco a rispondergli esaudientemente aprendo la cassapanca dei giochi.
Oggi che giorno è?
Sta imparando i giorni della settimana quindi, quanto meno te l'aspetti, vuole sapere se è lunedì o martedì.
Adesso cosa mangio?
I giorni che ha fame (non è sempre), questa domanda la senti molto spesso quando è seduto sul seggiolone. Per lui la risposta sarebbe sempre: il cioccolato!
Perchè?
La madre di tutte le domande. E' dura perchè bisogna sempre cercare di essere semplici ed onesti nelle spiegazioni. E' difficile rispondere in maniera non evasiva o addirittura perentoria (è così e basta!). Ma a volte si sbaglia per stanchezza!
O, più precisamente, si passa dalla fase solo fisico-sensoriale (in cui il mondo lo esplori toccandolo, annusandolo, ascoltandolo, leccandolo o guardandolo) alla fase in cui si esplora con la conoscenza.
E quindi chiedendo al papà e alla mamma.
Questo cos'è?
Prima domanda emersa in ordine temporale (ha cominciato a maggio e non ha più smesso). Me lo ricordo perfettamente la prima volta che mi ha fatto questa domanda direttamente, perchè ho avuto il chiaro segnale del passagio ad un livello superiore.
Adesso dove siamo?
Quando andiamo in macchina te lo chiederà tre/quattro volte al chilometro.
Adesso dove andiamo?
Questa è la domanda che di solito mi sento rivolgere quando si sveglia dal sonnellino del pomeriggio.
A cosa giochiamo?
Quando siamo in casa, visto che a volte si annoia, devi sempre cercare dei giochi nuovi da proporre. Per ora riesco a rispondergli esaudientemente aprendo la cassapanca dei giochi.
Oggi che giorno è?
Sta imparando i giorni della settimana quindi, quanto meno te l'aspetti, vuole sapere se è lunedì o martedì.
Adesso cosa mangio?
I giorni che ha fame (non è sempre), questa domanda la senti molto spesso quando è seduto sul seggiolone. Per lui la risposta sarebbe sempre: il cioccolato!
Perchè?
La madre di tutte le domande. E' dura perchè bisogna sempre cercare di essere semplici ed onesti nelle spiegazioni. E' difficile rispondere in maniera non evasiva o addirittura perentoria (è così e basta!). Ma a volte si sbaglia per stanchezza!
lunedì 2 gennaio 2012
Decathlon
Avevo detto qualche tempo fa che ci sono dei negozi in cui andare con il bimbo è divertente perché non si annoia e di conseguenza è abbastanza gestibile .
Oltre all'Ikea, c'è un altra catena internazionale per cui stravede, che gli sembra quasi di andare al parco giochi, e non poteva essere che il Decathlon.
Dato per scontato che comunque è un posto che io e la biondina frequentavamo assiduamente anche nell'era A.B. (after bimbo) - per ovvie ragioni legate all'importante consumo di attrezzatura sportiva - adesso se gli dico: andiamo a fare un giro, dove vuoi andare? lui risponde: al Decathlon.
Appena entrati c'è il reparto biciclette, e con il tempo ha provato tutte le bici disponibili: dai tricicli fino alle misure tragicamente fuori dalla sua portata. Poi, sempre nel reparto ciclismo, deve andare a provare tutti i campanelli e le trombette presenti, con sommo gaudio delle orecchie dei presenti.
A seguire c'è il reparto pattini, dove l'ultima volta siamo stati mezz'ora a provare tutti i monopattini (facendo il verso che fa Po dei Teletubbies quando guida il suo monopatto blu e rosa).
D'estate c'è l'esposizione delle tende (che lui chiama casette) in cui nascondersi delle ore.
Una volta siamo stati del tempo davanti al reparto golf perché c'era un cliente che stava provando dei tiri e lui si è ipnotizzato.
Poi ha provato il ping-pong, il saccone da box e tutte le palle presenti in negozio: tennis, calcio, rugby (che pallone strano!).
Ma il reparto in cui si diverte di più è quello degli attrezzi da palestra.
Ha voluto provare la macchina completa per i muscoli.
E forte della sua esperienza con il tapis roulant l'altro giorno ha voluto anche provare lo step, con risultati ridicoli, ma con molta buona volontà.
Oltre all'Ikea, c'è un altra catena internazionale per cui stravede, che gli sembra quasi di andare al parco giochi, e non poteva essere che il Decathlon.
Dato per scontato che comunque è un posto che io e la biondina frequentavamo assiduamente anche nell'era A.B. (after bimbo) - per ovvie ragioni legate all'importante consumo di attrezzatura sportiva - adesso se gli dico: andiamo a fare un giro, dove vuoi andare? lui risponde: al Decathlon.
Appena entrati c'è il reparto biciclette, e con il tempo ha provato tutte le bici disponibili: dai tricicli fino alle misure tragicamente fuori dalla sua portata. Poi, sempre nel reparto ciclismo, deve andare a provare tutti i campanelli e le trombette presenti, con sommo gaudio delle orecchie dei presenti.
A seguire c'è il reparto pattini, dove l'ultima volta siamo stati mezz'ora a provare tutti i monopattini (facendo il verso che fa Po dei Teletubbies quando guida il suo monopatto blu e rosa).
D'estate c'è l'esposizione delle tende (che lui chiama casette) in cui nascondersi delle ore.
Una volta siamo stati del tempo davanti al reparto golf perché c'era un cliente che stava provando dei tiri e lui si è ipnotizzato.
Poi ha provato il ping-pong, il saccone da box e tutte le palle presenti in negozio: tennis, calcio, rugby (che pallone strano!).
Ma il reparto in cui si diverte di più è quello degli attrezzi da palestra.
Ha voluto provare la macchina completa per i muscoli.
Questa foto è di quest'estate. Non è che lo mando in giro in dicembre con le maniche corte! |
A pensarci bene un altro dei motivi della sua passione per il Decathlon è che generalmente andiamo sul tardo pomeriggio e questo vuol dire stare fuori a mangiare nel vicino McDonald.
Il che si traduce in crocchette di pollo, patatine fritte e il giochino dell'happy meal.
Un altro paradiso hobbit.
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