martedì 22 luglio 2014

Triathlon Olimpico Città di Lecco - 20/07/2014

All'arrivo, incontrandoti con bako che è arrivato qualche minuto prima di te:
Eccoti, qui!! Ma sei sicuro di non aver fatto un giro in più della corsa? Non è possibile che sei arrivato dopo di me!!
No, no, bako. Ho corso bene ma come al solito tu mi hai sorpassato, solo che stavolta mi hai passato in bici.
In bici??? Ma non è possibile, eri davanti a me per un bel pezzo, stavi spingendo molto! Quand'è che ti avrei superato?
Mi hai superato mentre io ero seduto sull'ambulanza.
... ??!??!!  ... sull'ambulanza??
Si, sono volato per terra in bici. Guarda qua:


Tre settimane dopo il tuo esordio sulla distanza olimpica in quel di Sirmione, questa domenica ci hai riprovato e hai scelto Lecco, un'altra gara da nuotare nel lago. Naturalmente il bako ti ha fatto compagnia e alle sei di mattina ci si ritrova all'ingresso dell'autostrada, per quell'oretta di strada che ti porta al lago. Che tanto all'alba dalla domenica mattina non c'è tanta gente in giro.
Chiacchierando le sensazioni e le aspettative son sono granché, bako nelle settimane precedenti ha combattuto con un inizio di pubalgia e negli ultimi giorni con una contrattura al polpaccio. Tu stai bene, ma da Sirmione non ti sei allenato come necessario e senza continuità. Poi a una decina di chilometri dalla città comincia a piovere. Quando arrivate sul posto il morale precipita sottoterra: cielo chiuso, pioggia, vento e lago mosso.


Vabbè, oramai siete lì, onorate la manifestazione e venga quel che venga.

Solo che come al solito, quando poi uno indossa un pettorale (in questo caso la cuffia con il numero) si dimentica di tutto quello che ha pensato fino a un attimo prima, spegne il cervello e parte. Via!


In acqua bisogna fare due volte un circuito triangolare, e stavolta hai sofferto veramente tanto per colpa delle onde. A pensarci bene non erano delle onde importanti, ma è stata la prima volta che ti sei ritrovato a spingere contro corrente e a ingollare boccate d'acqua a quasi ogni bracciata. Inoltre questo lago increspato non ti permetteva di vedere bene le boe e sei stato costretto a continue correzioni di rotta. Non hai il garmin subacqueo che ti permette di capire quanta strada hai fatto, ma confrontandoti con altri che avevo il dato preciso, puoi tranquillamente dire di aver percorso circa 1.700-1.800 metri. Ribadisci, hai sofferto tanto il nuoto e non ti piace nuotare con le onde. Ancora di più temi che quando dovrai nuotare in mare, sarà un disastro. Circa 29'30", e sei uscito dal lago abbastanza stanco.

Classica foto della zona cambio.
Il percorso in bici lo temevi alla vigilia, perchè nei tratti tecnici sei una schiappa. Se si tratta di mettere giù la testa e spingere va bene, ma se c'è da guidare la bici, sai di perdere un sacco di tempo. E questo percorso, totalmente pianeggiante e con ben quattro inversioni di 180° nel circuito da ripetere quattro volte, avevi paura che ti avrebbe penalizzato molto più di quanto meriteresti. E infatti parti come al solito in rimonta alla ricerca del gruppo giusto, che pensi di trovare dopo circa quattro chilometri di pedalata. Un gruppo bello numeroso, di gente che va veloce e raggiungi oltre i 40 all'ora anche con il vento contro. Ma al primo ritorno in città, tra le inversioni e le curve secche, li perdi inesorabilmente.
E alla fine ti fai quasi tutti i chilometri in due, te e il numero 248 a darsi il cambio, e con una decina di persone dietro a ciucciare la ruota. Ma comunque riesci a spingere bene, fai medie poco sotto i 40 e riesci persino a mangiare un gel riposando un attimo.
Ma, come dicevi all'inizio, sei una schiappa e la tua schiappitudine si palesa all'ultima inversione dell'ultimo giro, praticamente a tre chilometri dalla zona cambio, quando in un momento in cui la pioggia si fa più intensa (perchè la pioggia vi ha accompagnato a tratti per tutta la frazione di bici) tu chiudi troppo il manubrio e ti spalmi sull'asfalto viscido. La cosa ridicola, quasi fantozziana, è che cadi di fronte alla postazione in cui si trovava una delle ambulanze dell'organizzazione e i ragazzi, premurosissimi, prima di farti ripartire vogliono essere certi che sia tutto apposto. Ti fanno sedere nell'ambulanza per disinfettarti due spelature sul ginocchio e sul gomito, verificano che non hai subito colpi alla testa e ti aiutano anche a far risalire la catena alla bici (unico danno tecnico, oltre a qualche spelatura a pedivella e manubrio).
Riparti mestamente verso la T2 e finisci la frazione (poco più di 37 km) con la media di 35 km/h. I quali, se togli i circa 4 minuti che hai perso, diventano circa 38. Al netto della caduta (fesso, fesso, mille volte fesso) una prova di cui vai fiero.

In corsa stavolta non avevi scuse: temperatura ottima, leggera pioggerella e percorso quasi totalmente pianeggiante. Non sentivi alcun dolore per la caduta (a botta calda) e ti eri riposato nell'ultimo tratto di bici, e quindi subito a spingere. Ti sei preso la rivincita di Sirmione, hai superato un bel po di concorrenti e hai concluso alla media di 4'41" /km. Molto bene!

Tempo finale ufficiale 2h22'22", classificato 130° su 274 partecipanti. C'è di che andar fieri.

Come hai raccontato all'inizio, bako era all'arrivo a farti i complimenti e hai passato poi una buona mezz'oretta con lui e altre persone nella zona deposito borse e poi alle docce a ridere e fare battute sceme sulla tua caduta, sulla gara e sulla giornata in generale.
E questo è uno degli aspetti che più ti piacciono del triathlon e degli altri sport di fatica che ti sei scelto.
Non essendo (al livello amatoriale a cui sei abituato tu) uno sport a competizione diretta, l'altro atleta è sì un tuo avversario, ma per modo di dire. E' più un compagno di avventura, qualcuno con cui condividere passioni e sensazioni (sia quelle belle che quelle impegnative).

Puoi condividere e (fortunatamente) ridere sopra ad una caduta che ti ha lasciato come ricordo un paio di escoriazioni, un po di dolori vari muscolari del giorno dopo e una bella botta in rilievo sulla coscia sinistra.

Tranquilli, quello rosso è mercurocromo.

E puoi anche condividere gli attimi divertenti e di cazzeggio, come l'immancabile momento di integrazione alimentare post gara. Che va bene Ethic Sport, va bene Energade, va bene quello che vuoi, ma non c'è niente di meglio di una bella birretta fresca da sorseggiare passeggiando dieci minuti a rilassarsi.

Cheers!

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