venerdì 15 novembre 2013

Un genitore quasi perfetto II

La tua lettura del saggio sulla genitorialità quasi perfetta continua. Ad una lentezza a tratti vergognosa, ma continua. Qui la prima parte.
Riporti ora alcuni brani che ti hanno colpito e i tuoi approfondimenti.



Nella mente di ogni genitore c'è la risposta appropriata a ogni comunicazione dei propri figli; basta aver fiducia e cercarla senza ricorrere all'imitazione delle proposte di intervento che provengono dall'esterno, soprattutto dai tecnici presunti esperti ma anche dalle tradizioni della propria famiglia, che possono essere esempi utili ma relativi a vicende consumate in altre epoche e da altri protagonisti.

Due notizie.
La notizia cattiva e un po' pessimistica: l'autore ti stà dicendo che nessuno può aiutarti. O meglio, puoi trovare esempi utili di come affrontare problemi relativi all'educazione di tuo figlio, ma alla fine questi esempi li devi riportare al qui e ora.
La notizia buona: tu, in quanto suo padre, se cerchi bene dentro di te hai la risposta giusta. Ci vuole solo, immagini, pazienza e perseveranza.

Il genitore deve resistere all'impulso di cercare di costruire il figlio che lui vorrebbe avere, e aiutarlo invece a sviluppare appieno, secondo i suoi ritmi, le sue potenzialità, a diventare quello che lui vuole e può essere, in armonia con la sua dotazione naturale e come risultante della sua individualissima storia.

Mamma mia com'è difficile questa. Da quando ancora tuo figlio è solo un idea nella tua mente e in quella di sua madre, voi due state già pensando a quello che farà da grande: farà questo sport, farà queste esperienze, studierà a questa università, ... Ma si deve resistere a quest'impulso. O meglio, lo si può consigliare, ma mai obbligare.

Noi vorremmo che nostro figlio sia come una freccia che noi scocchiamo e che andrà più lontano di quanto possiamo arrivare noi, ma che colpirà un bersaglio stabilito da noi. Ma dobbiamo capire che questa freccia non ha un andamento lineare, ma assolutamente imprevedibile. Ed il fatto che non si può prevedere l'obbiettivo non deve farci perdere l'entusiasmo nell'atto di scoccare la freccia, ma deve anzi darci l'entusiasmo per tendere la corda dell'arco il più possibile.

Il genitore coscienzioso entra in ansia all'idea di sbagliare tutto e di far del male al figlio che ama. Ma l'ansia del genitore, per quanto giustificabile, è molto dannosa, per il genitore come per il bambino. Per essere dei genitori passabili occorre riuscire a sentirsi sicuri di sé come genitori, sicuri nel rapporto con il figlio. Talmente sicuri che, pur usando la massima attenzione nel trattare il figlio, non ci si preoccupa più di tanto, e non ci si sente in colpa all'idea di di non essere genitori passabili. La sicurezza del genitore circa il suo essere genitore sarà l'origine della sicurezza del bambino in rapporto a se stesso.

Bisogna cercare di essere sicuri, o meglio, bisogna trasmettere sicurezza. E' sottile, ma le due cose non coincidono. Ci si può trovare dilaniati dai dubbi su quale sia la cosa migliore per tuo figlio (anche nelle cose piccole), ma una volta presa una decisione, bisogna dimostrarsi saldi nel percorrere la strada intrapresa, senza tentennamenti. E' come dire che il bambino ha bisogno di un punto di riferimento solido, non una banderuola che cambia idea ogni cinque minuti.

Spesso i libri ci dicono come dovremmo essere con i nostri figli: e cioè comprensivi, pazienti e, soprattutto, pieni d'amore. Ma per quanto ci piacerebbe essere genitori, se non ideali, almeno molto bravi, è quasi impossibile mantenere simili atteggiamenti totalmente positivi quando ci si trova in una situazione di crisi, quando il comportamento di nostro figlio ci provoca emozioni molto intense. E' appunto perché amiamo tanto i nostri figli che siamo così vulnerabili: quanto è più intenso il nostro amore, tanto è più facile sentirsi feriti e perdere l'equilibrio emotivo da cui dipende la capacità di mantenersi pazienti e comprensivi.

Abbiamo visto che il genitore quasi perfetto deve essere paziente, sicuro di sè, saggio, comprensivo, e tante altre bellissime cose. Uno, sforzandosi enormemente, potrebbe anche avvicinarsi a questa perfezione, supportato dall'amore del proprio figlio e se vede che i suoi sforzi sono ripagati. Ma quando tuo figlio ti fa arrabbiare, il tuo coinvolgimento emotivo è tale che anche la delusione è moltiplicata. E qui ti può aiutare il pensiero di prima: tu sai che la strada che hai intrapreso è giusta, quindi non tentennare, fatti forza della tua sicurezza e anche lui poi ti seguirà.

... continua ... 

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