sabato 6 gennaio 2018

La compagnia della Pietra

Nel penultimo giorno dell'anno domini MMXVII, nella Contea di Travo, nel cuore delle dolci colline della signoria di Placentia, nella terra di mezzo, una confraternita di avventurieri si è radunata sulle rive del torrente Trebbia per compiere (dopo aver indossato le loro scintillanti armature) il rituale pellegrinaggio benaugurante che attraverso i territori del Grande Vallo conduce ai piedi delle pietre sacre di Parcellara e Perduca.
La compagnia era formata dall'orco Prando, dal mezz'elfo Ironbatta e dal principe umano Cesare (anch'egli appartenente all'antica genìa degli uomini di ferro, il cui stendardo riporta una emme pallinata).



La missione dei tre prodi inizia tra risa, lazzi e maschio cameratismo, ma appena entrati nella selva oscura, trovano ad attenderli (oltre alla difficoltà dell'erta ripida e faticosa) tronchi e rami posti sul sentiero a sbarrar loro la strada.



Potrebbe essere stato il fortunale di qualche sera prima, ma i nostri eroi riconoscono subito il primo dei tranelli tesi loro dal perfido parademone Stòchæzz, che li perseguiterà per tutta la giornata.
Questo è un angelo delle tenebre votato al fiaccare e distruggere la forza e la prestanza dei valorosi atleti che, mossi dal più puro e alto spirito sportivo, si cimentano in prove al limite della loro (seppur scarsa) vigorìa. (NdT: altri di questi parademoni sono ad esempio la Nuvola di Fantozzi, il Bucaruotadellabicidacorsa o il temutissimo e invincibile Influenza Intestinale).
All'interno del bosco incontrano un'altra compagnia, in questo caso appartenenti alla gilda dei cacciatori di cinghiali, con cui scambiare virili gesti scaramantici.

Superato il tetro bosco, i nostri raggiungono il primo dei luoghi mistici: l'eremo di S. Anna, dove, all'ombra delle antiche pietre, si ricaricano di punti energia.



Ripartiti verso la cima dello spartiacque, il parademone Stòchæzz cerca di fermare l'epica cavalcata della cavalleresca compagine con l'incantesimo della neve. Ma i tre nobili cavalieri affrontano il percorso vieppiù con rinnovata energia e, anzi, con massimo gaudio.



Oh giubilo, oh beatitudine, oh allegrezza!
Raggiunta è la cima.
Pietra Parcellara è conquistata, e rinnovati sono ora i voti di fortuna e prosperità per l'anno nuovo per i prodi partecipanti.



Ma proprio subito dopo il momento della vittoria, quando gli animi si quietano e le difese si allentano, è proprio lì che il parademone Stòchæzz colpisce con forza e ferocia.
Il principe Cesare, colpito da uno strale alla gamba (un problema al bicipite femorale che gli procura dolori nella corsa), deve rinunciare al percorso ad anello previsto, e prosegue mesto e lentamente in solitaria verso il punto di partenza, attraverso una scorciatoia.
Ma anche l'orco e il mezz'elfo non possono proseguire il percorso programmato: uno degli spiriti minori al servizio del parademone Stòchæzz, è riuscito (in un punto non precisato del sentiero) ad intrufolarsi nella bisaccia dell'orco e a trafugare le chiavi della carrozza con cui la compagnia era arrivata nella terra di mezzo.
Per porre rimedio a questa sventura, ed evitare di richiamare altri scudieri con una carrozza nuova per tornare alle proprie terre, Prando ed Ironbatta tornano sui loro passi, scrutando il sentiero con l'occhio del falco e la pazienza del saggio.
Ma l'asso della manica del mezz'elfo (che in gioventù aveva fatto studi da stregone bianco) è un'incantesimo potentissimo: l'invocazione a Sant'Antonio. E ripetendo ossessivamente l'antichissimo mantra: "Sant'Antoni dala barba bianca, fam trüà quel che me manca!" il miracolo si compie, e nei pressi degli alberi caduti nel primo bosco si ritrovano le chiavi della carrozza (visto che gli alberi caduti non c'entravano col temporale: erano opera di una forza oscura!).



Ricongiunta che la compagnia si è, sulle chiare rive del fiume, i valorosi si abbracciano e festeggiano la riuscita della cerca, brindando con dolce idromele e banchettando con saporite cacciagioni.



... ecco, più o meno ...



Questa era la cronaca leggermente romanzata di una corsetta con un paio di amici sul percorso del Trail delle Pietre che avevi fatto esattamente un anno fa con la biondina (qui la cronaca). Stavolta però il trail ha assunto tratti un po' più epici tra neve, fango, alberi caduti, infortuni e perdita delle chiavi della macchina. Talmente epico che nella tua testa è diventato un fantasy.
George R.R. Martin te spiccia casa.

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