giovedì 8 marzo 2018

L'Italia di destra

Non sei nè un politico nè un giornalista.
Ti interessi poco di politica, se non quel minimo che ti serve per il tuo lavoro, che ti porta spesso in contatto con amministrazioni locali di vario ordine e grado.
Puoi dirlo schiettamente: te di politica non ne capisco un cazzo. Infatti hai votato PD.

Ti sei fatto un'idea di quello che è successo negli ultimi anni che ha portato alle elezioni di domenica scorsa, e vuoi riportarlo qui, nello spirito che ti ha sempre distinto nel tuo blog: questo è, giusto o sbagliato, il tuo personalissimo pensiero odierno. Qualcuno potrebbe non essere d'accordo. Ma probabilmente neanche te tra qualche anno ti ritroverai più in quello che scrivi ora. Quindi, portate pazienza.

Un'ultimo avvertimento: molti di questi concetti sono mutuati (se non copiati) da corsivi e opinioni che hai letto in queste ultime ore, scritti da analisti e giornalisti di area sinistra che, giustamente, lo fanno di lavoro e sono più bravi di te. Alcuni esempi: Luca Sofri e Enrico Sola de Il Post.
Lo sai, si chiama bias cognitivo, ed è molto dannoso se uno lo subisce senza esserne cosciente. Ma tu hai la presunzione di capirne il meccanismo e di fottertene. Anche qui, portate pazienza.



L'altro giorno le elezioni politiche hanno stabilito che più del 70% degli italiani ha votato per un partito o movimento o apertamente di destra o assimilabile a essa per programmi, metodo politico e totale disinteresse per valori come la solidarietà e la tolleranza.
In Italia nel 2018, insomma, è drammaticamente in minoranza chi ritiene di avere bisogno della sinistra e di ciò che storicamente promette: giustizia sociale, solidarietà, equità, tolleranza, laicità, diritti.

Devi fartene una ragione: l'Italia non vuole quello che vuoi tu.

Alcuni provano a parlare di errori in campagna elettorale, di persone sbagliate che hanno affossato il partito o di scelte politiche che avrebbero potuto cambiare il risultato o quantomeno arginare la sconfitta. No, non credi sia questo il punto.
D'altronde quello che stà succedendo non è tanto diverso dall'America di Trump, dall'Inghilterra della Brexit, dall'estrema destra che spopola in Austria e altri paesi europei.

Qualcuno dirà che invece è tutto un fuoco di paglia, che lo scontro degli ultimi mesi tra fascisti e antifascisti è solo folklore, che tanto i fascisti (Casapound, Forza Nuova e compagnia briscola) alla fine hanno preso solo le briciole delle urne.
Anche questo è vero solo in parte, perchè se anche non è corretto chiamarli fascisti, i leghisti, i cinquestelle e i fratelliditalia lo sono nelle proposte e nello spirito. Se vi fa più comodo, chiamiamole destre populiste, ma è un esercizio di sterile semantica.

Quello che ti da più da pensare è che forse non è colpa di Renzi, delle divisioni interne della sinistra, della campagna elettorale sbagliata, degli errori degli ultimi governi o di altro, è che proprio la sinistra sembra essere passata di moda. I voti che la sinistra ha perso in queste elezioni non sono astensionismo, voto di protesta o disaffezione alla politica. Semplicemente una considerevole fetta di Italia si è guardata intorno e ha scelto una delle tante destre populiste disponibili.
Oh, magari hanno ragione loro, ma sei abbastanza sicuro di no.

A questo punto sei discretamente pessimista: non si può muovere guerra ai mulini a vento, e non si può far cambiare idea a breve alla stragrande maggioranza degli italiani. Occorre aspettare, aspettare ed aspettare. Allineati e coperti.
Forse tra un bel po' di anni potremo tornare a costruire qualcosa, se ci saremo ancora.

Te sei fortunato. Sei italiano, maschio, etero, benestante, con un lavoro e in buona salute.
Prevedi nei prossimi anni, per le persone al di fuori di queste categorie (e quindi più deboli), ingiustizie, violenza di stato, riduzione dei diritti, più povertà, più confini e meno libertà.

Winter has come!
Pazientiamo, che sarà lungo.

1 commento:

  1. Ho scoperto oggi il tuo blog e devo dire che mi piace molto. Complimenti per il personale a Reggio Emilia. Un saluto...

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