martedì 6 dicembre 2016

Il muro del maratoneta non ti avrà mai!

... ma non quello del 35° km, che quello più o meno tutti ci hanno sbattuto contro il muso.
Te compreso, naturalmente.
Ce n'è un altro di muro che colpisce una buona percentuale di runners amatori, ed è quello che si trova davanti l'atleta con taaaaanti anni di corsa alle spalle.
Perchè la corsa logora le giunture, ma anche l'entusiasmo.



Due esempi che hai sentito in questi ultimi mesi, di gente che conosci del tuo paese.

C'è il Beppe, "ragazzo" della tua età (circa) che corre regolarmente già da una decina d'anni, ed ha alle spalle 8 maratone con tempi tra le tre ore e mezza e le quattro ore. Si allena abbastanza regolarmente con un gruppo di persone del tuo paese e qualche volta lo incontri e chiacchierate sul miolungo.
Quest'anno ha avuto un po' di problemi fisici di schiena, che l'hanno fermato qualche mese, ma poi ha ricominciato ad allenarsi per preparare Nizza/Cannes a novembre (la fa quasi tutti gli anni). Solo che verso la fine della preparazione comincia ad accusare stanchezza fisica, ma soprattutto mentale. Non c'è con la testa, ed al fratello il giorno prima della partenza dice che non ne ha assolutamente voglia. Ha perso l'entusiasmo e infatti correrà in 4 ore e 20, senza particolari problemi fisici, ma quasi controvoglia.

Oppure c'è Marco, "ragazzo" di un anno più vecchio di te, ma con tempi decisamente migliori (siamo attorno alle 3 ore). Lui è uno di quelli che preferisce allenarsi alla mattina presto, ed infatti è un solitario con cui hai corso pochissimo, anche perchè ha un passo non paragonabile al tuo.
Lui ha avuto un problema fisico un po' più serio: stava preparando la maratona di Torino, ma qualche settimana prima, durante la visita medico sportiva, viene bloccato dalla dottoressa per problemi cardiaci. Extrasistole da overtraining, agevolate anche da un periodo di stress lavorativo. Dopo un paio di mesi di riposo assoluto sta lentamente ricominciando a correre, ma anche lui ha perso la voglia. Anzi, dice che poco prima di uscire ad allenarsi, gli viene un senso di oppressione che lo blocca.

Ora, questi sono due esempi limite, ma sono tantissime le persone che, con qualche anno di corsa alle spalle, hanno la loro bella crisi e si stufano di correre.
Di solito è solo un periodo passeggero e dovuto a fattori esterni allo sport, ma le facce le vedi, e i discorsi li senti. Semplicemente anche una cosa che ti da piacere e benessere, arrivati ad un certo livello prima smette di procurarti soddisfazione, poi addirittura ti crea avversione.

L'altra sera, facendo questi ragionamenti in pista con Ironbatta (girando a circa 4'40" al kilometro, quindi le vaccate che partorisci sono probabilmente dovute solo ad anossia) avete però convenuto che a voi triatleti queste cose però non succedono.

Il runner incallito può stufarsi di fare tutti i giorni dieci chilometri sulla stessa strada di fianco al traffico, o peggio di "cricetare" sulla pista di atletica.
Il nuotatore master dopo anni di piscina alla fine odierà visceralmente quella stronza di una striscia blu sul fondo.
Il ciclista amatore evoluto alla fine non vedrà neanche più il paesaggio che attraversa durante il "giro corto" quando esce a pedalare in pausa pranzo.

Il triatleta, invece, non si stuferà mai di fare sport, perchè ha un entusiasmo diverso, figlio dell'approccio multidisciplinare.
Il cross training, non fa solo bene al corpo, ma anche all'entusiasmo.

O forse, chissà ... è soltanto il sintomo di un grado di alienazione maggiore.

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