martedì 1 dicembre 2015

A Firenze a "vedere" la maratona

Sabato e domenica appena passati siete stati (te la biondina e il bimbo) a Firenze due giorni e una notte.
Però non sei andato per correre la maratona.
Che da qualche anno la regina delle lunghe distanza l'hai accantonata un attimo. Non perchè non ti affascini più, anzi, ma ultimamente i tuoi obbiettivi sportivi sono di altro tipo.
La novità assoluta della famiglia è che
la biondina ha corso la sua prima maratona!!!!

Bene. Dopo questo pacato annuncio, se cercate il sudore, la fatica, la sofferenza e la gioia che solitamente condiscono la cronaca di una maratona di noi amatori, dispiace deludere ma si dovrà aspettare ancora un po'. Un post dedicato alla gara ci sarà, anzi, saranno più di uno e ci saranno delle sorprese, ma adesso si parlerà di quello che hai vissuto te in questo week end (vi basti sapere che la biondina la sua gara l'ha terminata in un tempo onesto e in linea con le sue aspettative).

Un week end che doveva essere per voi un momento di svago e di relax per ricaricarsi in un periodo molto complicato dal punto di vista famigliare (che i problemi di salute della suocera non sono finiti, anzi c'è sempre più incertezza), si è trasformato in una di quelle cose che "quasi quasi, guarda, a saperlo me ne restavo a casa".

Si comincia mercoledì pomeriggio con il bimbo malato. Tornato da scuola eccolo preda di uno di quei suoi broncospasmi cattivi e insistenti, con in più febbre e mal di pancia. Evvabè, passerà per sabato no? saremo mica così sfigati da dover rinunciare alla gita tutta la famiglia? No, in effetti non siamo così sfigati. Di più.
Il giorno prima di partire il bimbo stà abbastanza bene, ma mentre restava due giorni a casa da scuola per guarire, attaccava un bel raffreddore con mal di gola alla mamma e un fastidioso malessere generale con spossatezza e brividi a te, tanto che venerdì sera hai dovuto mollare a metà il solito allenamento di nuoto.
Infatti dopo una notte agitata ti svegli la mattina del sabato con quasi 38 di febbre. Ti accolli la responsabilità di minimizzare con la moglie (che tanto è lei che deve correre, mica te, due linee di febbre che saranno mai), ti imbottisci di paracetamolo e allegramente in tarda mattinata la comitiva parte per la stazione di Milano Rogoredo per prendere Italo.
La comitiva, non l'avevi ancora detto, oltre a voi comprendeva anche la famiglia del Max, altro podista del paesello con cui avete condiviso migliaia di chilometri in anni di marce campestri nelle nebbie padane (e te personalmente tra le altre cose la tua prima maratona), munito di moglie, figlia dell'età del bimbo e figlio da scuola media.

Il capostazione

Il viaggio in treno è una pacchia, con i bambini contenti e voi belli rilassati a chiacchierare. Solo che la febbre che in un primo momento era scesa, comincia e risalire e via di nuovo di tachipirina.
Arrivati a Firenze, passate circa quattro ore a passeggiare per questa splendida città che tu non avevi ancora mai visitato in vita tua (una vergogna!) restando incantato dall'enorme quantità di bellezza, di storia, di fierezza, così incredibilmente concentrata in pochissimo spazio da togliere il fiato.

L'artista ispirato dalla bellezza

Solo che tu eri letteralmente uno straccio, e quando si torna in albergo alle 6 di sera, devi alzare bandiera bianca e annunciare che anche se sei uno che la febbre la regge discretamente, 39 gradi e mezzo sono troppi anche per te.
Eri di sabato sera con la tua famiglia e degli ottimi amici in una città bellissima e per una cosa così bella come la maratona, e l'hai dovuta passare semisvenuto in una camera d'albergo. Potete solo avere una vaga idea di che merda tu ti sia sentito quando invece di passare la serata a  rassicurare la biondina per la corsa del giorno dopo, hai dovuto lasciarla da sola e preoccupata per te.
Ma ancora ha da passa' 'a nuttata e quando verso l'una a te comincia a scendere la febbre sotto il 39 (dopo aver raggiunto il limite massimo consentito di paracetamolo per il giorno) il bimbo si sveglia e passa un quarto d'ora buono urlando per il mal di stomaco fino a vomitare tutto quello che aveva mangiato la cena.
La biondina la mattina si sveglia distrutta, dopo aver dormito pochissimo e male, si dopa di antinfluenzali e va alla partenza da sola con il max, lasciando noi due cadaveri a letto a smaltire.
Cioè, neanche l'emozione della partenza hai potuto vivere.

C'è di buono che in tarda mattinata il bimbo si sveglia che sta bene e la tua febbre ha raggiunto livelli sopportabili. Uscite dall'albergo alle 11 e finalmente riuscite a vedere qualche altro scorcio di città e a raggiungere l'arrivo della maratona in piazza Santa Croce.
E finalmente la bella giornata di sole, la festa delle persone che hanno terminato l'impresa e l'arrivo della biondina sotto l'arco che corre gli ultimi metri mano nella mano con suo figlio, riescono a metterti di buon umore e a farti emozionare e rosicare per non essere anche te a correre con tutta quella gente felice.

Gli ultimi cento metri della gente felice
E questo è quanto.
Poi avanzano qualche ora di pomeriggio assolato prima del treno per il ritorno che si impegnano tra doccia, pranzo, passeggiata verso la stazione e souvenir per il bimbo.

Le tue considerazioni finali non possono che essere di delusione.
Delusione non per Firenze, che è una città sorprendente.
Delusione non per la maratona, che è certamente fantastica di per se ma questa è la più bella a cui hai mai assistito.
Delusione non per la biondina, che lei in condizioni non ottimali il suo esordio l'ha portato a casa con onore (anche se nei due giorni successivi era devastata).
Delusione per te stesso, che sei talmente sfigato che la foto che più ti rappresenta in questa gita non è un selfie davanti alle statue di Piazza della Signoria (per dire), ma il tuo selfie in camera d'albergo mezzo rincoglionito dalla febbre.

Natura morta con tachipirina

Nessun commento:

Posta un commento