mercoledì 18 marzo 2015

Scarpa d'Oro Vigevano - 15/03/2015

Era il marzo del 2009 e, mentre la biondina rimaneva a casa zavorrata da un pancione di otto mesi, tu prendevi parte alla prima mezza maratona della tua luccicante carriera podistica. Il periodo era quello giuso: subito dopo aver indossato un pettorale per la prima volta (DeeJay Ten, ottobre 2008) e subito prima della nascita di tuo figlio che ti avrebbe portato altri pensieri e priorità per qualche tempo.
E allora, assieme ai tuoi nuovi amici max e cigo, sei andato a Vigevano per correre tra la piazza ducale e le risaie. Fu un buon battesimo, considerato il fatto che fosti letteralmente benedetto dalla pioggia che non ti lasciò per tutti i 21 km.



A distanza di sei anni ci sei ritornato, con l'obbiettivo di riprendere confidenza con la distanza in previsione dell'appuntamento clou della stagione.
In principio avevi previsto di correre la prima mezza dell'anno a Verona il 15 febbraio, ma la ricaduta della polmonite ti ha permesso solamente di essere presente come spettatore alla corsa della biondina e del max.
Stavolta ci siete andati tutti e tre.


Non vorresti sembrare (troppo) antipatico, ma non puoi fare a meno di far notare il pettorale rosso da top runner, figlio di quel esploit recente della mezza di Pavia in 94 minuti.

Come dicevi prima, sei andato senza nessun tipo di velleità cronometriche, perchè è altamente controproducente inseguire una media sotto i 4'30" quando tra due mesi dovrai correre una mezza attorno ai 5' (e sarebbe comunque tanta roba).
Perciò allo sparo parti tranquillo e corri con il max poco sotto il passo dei 5' la parte del circuito all'interno del paese (bellissimi i passaggi nel castello e nella piazza ducale). Poi però al primo ristoro dei cinque chilometri il tuo compare cammina per bere e ti incita dicendo di andare pure che lui deve rallentare.
E allora sciogli le briglie alle gambe.
Niente di eccezionale, ma per il resto della gara hai stampato medie chilometriche comprese tra i 4'30" e i 4'45", a seconda di dove arrivava il vento. Si perchè alla fine non ha piovuto, ma il vento è stato piuttosto severo nelle parti di aperta campagna e quando l'avevi contro nelle stradine in mezzo alle risaie, ti rallentava vistosamente.
Al ritorno in città e prima dell'ingresso trionfale nello stadio, decidi di provare la progressione e corri gli ultimi due chilometri a cannone.
Talmente preso dallo sforzo atletico che hai dovuto togliere guanti, fascia, scaldacollo e manicotti.

La solita posa da esaltato che sta diventando un marchio di fabbrica.
Sei discretamente soddisfatto del tuo risultato finale (1h40'11") perchè fino a prima di decidere di cambiare marcia a pochi chilometri dall'arrivo stavi bene, affaticato ma sciolto. Questo è un passo che puoi tenere in una mezza con relativa tranquillità.
Poi vabbè, correre dopo aver nuotato per quasi due chilometri e pedalato per 90, è un altra cosa ...

Considerazioni al di fuori della performance.
Percorso ottimo, che correre in mezzo alla natura è sempre e comunque un piacere (e in questo il parco del Ticino offre soddisfazioni), ma la parte in centro con il passaggio in una delle piazze più belle d'Italia regala emozioni.
Logistica ottima e puntuale.
Unico difetto il numero esiguo di docce che ti ha fatto desistere quand'anche ne avresti usufruito molto volentieri.
E cento punti l'organizzazione se li è guadagnati nel ristoro finale, quando hai fotografato la madre di tutte le padelle


e non hai resistito ad assaggiarne il contenuto: risotto con zucchine e provola.
Spettacolo!


Nessun commento:

Posta un commento