venerdì 14 giugno 2013

4° Triathlon Sprint Alta Val Tidone - Nibbiano (PC) 08/06/2013


Era un anno che aspettavi questo momento.
Più precisamente da agosto dell'anno scorso quando avevi gareggiato a Parma che avevi voglia di riprovare a fare una gara di triathlon. Perché, come avevi scoperto, il triathlon (almeno la distanza sprint) è tutto divertimento. Poco più di un'ora in cui ci butti dentro il meglio di quello che riesci a fare non solo in una specialità, ma in tre.
E poi per preparare degnamente una gara di triathlon sprint non è necessario dannarsi come devi fare per una maratona. Per uno sprint (o almeno per come lo fai tu) non servono tabelle, allenamenti lunghi, uscite di tre ore di corsa la domenica mattina a -7°C.

Ma quest'anno, rispetto all'anno scorso, c'è una importante novità: hai scelto di gareggiare in una gara in cui la frazione di nuoto era in acque libere e non in piscina. Per fare il paragone con la corsa, nuotare solo in piscina è come continuare a correre in pista: serve, dà anche soddisfazioni, ma te hai fisico e attitudine da fondista, quindi prima o poi devi uscire dalla pista e cominciare a correre sulla strada!
Il problema è che per correre nel lago (in questo caso, ma anche nel mare) è necessaria un'attrezzatura specifica che, occhei, non costa come una bici da corsa, ma sicuramente è più costosa di un paio di scarpe top di gamma e che userai immensamente meno.
Noleggiata per l'occasione del negozio VIVO Piacenza.
Competenza e professionalità!

La muta da triathlon è uno di quegli oggetti che all'inizio odi profondamente, ma poi ti chiedi come hai fatto finora a vivere senza. La fase della vestizione è una vera tortura: vasellina, contorcimenti, tira e tira ma cerca di non segnare il neoprene, trattieni il respiro che ti aiuto con la zip. E se poi devi aspettare un po' prima di entrare in acqua cominci a sudare copiosamente tanto che è meglio cominciare l'idratazione prima di gareggiare. Ma quando sei in acqua (magari bella gelata come quella del lago) con la spinta idrostatica che ti garantisce, non puoi che benedire la muta che ti fa fare un bel 30% di fatica in meno.

Ma dopo queste considerazioni sciolte passiamo alla cronaca della giornata.
Cominciamo a dire che non eri solo. Stavolta ti eri portato il gruppo di supporto che faceva il tifo e gestiva la parte logistica. Più precisamente la biondina e il bimbo più la zia stordita fotografa ufficiale della manifestazione (grazie ancora per le belle foto!!).
A dire la verità c'era anche la compagnia per la gara vera e propria: infatti era presente la premiata congrega gli spilli nel ginocchio nella persona del tuo socio triatleta (quest'anno tesserato FITRI) bako e del suo amico TJMB entrambi alla seconda uscita stagionale. Ma le cose non sono andate molto bene per loro: quando il mezzo tecnico ti abbandona nel momento del bisogno (ruota forata) non puoi far altro che imprecare fortissimo e cominciare a pensare a quando rifarti.

Arrivati sul luogo e dopo esserti inventato un parcheggio di fortuna, si comincia il lavoro artistico della preparazione del cambio: bici, scarpini da bici, casco, occhiali, calze, scarpe da correre, maglietta, integratori, numero da indossare. C'è gente che va in giro con delle valige!
E piano piano, mentre il cielo si oscura e cominciano a cadere le prime gocce, si avvicina l'ora dell'inizio della gara, e si indossa la muta.
Tu sei quello con più massa e meno capelli

Intanto che uno degli organizzatori teneva il briefing, a te e a tutti i concorrenti già pronti e stipati in attesa di entrare in acqua comincia a salire imperiosa l'adrenalina e la voglia di cominciare.

Pronti ...

... partenza ...

... tonnara!!

E qui giù botte. Che non sei partito proprio davanti perchè non eri ben conscio delle tue reazioni, ma partire nella pancia del gruppo vuol dire almeno per i primi due minuti, prendere e dare manate. Che poi nel caso specifico l'acqua era molto torbida di un colore verde molto intenso, e in subacquea non vedevi praticamente niente: quello che nuotava davanti a te facevi prima a toccarlo che a vederlo.
Comunque le braccia e i polmoni rispondono bene e, al di là di qualche sbavatura come una rotta non sempre ideale e una manata data ad un tronco galleggiante, riesci a raggiungere la spiaggia bene e con un tempo ottimo.
Il problema è quando sei uscito e ti aspetta il T1: la muta è una brutta bestia e perdi un sacco di tempo a prepararti per la bici. Ma poi quando sei in sella riesci a cambiare gli automatismi abbastanza in fretta e le gambe rispondono entusiaste all'appello.
circa duecento metri dopo questa foto il bako forerà e sarà costretto
a tornare alla base sconsolate e imprecante!

Il percorso ciclistico non è fatto per i passisti puri perché siamo comunque sull'appennino e dopo qualche chilometro in discesa (che è ottimo per riprendere fiato dopo il cambio) c'è un cento metri di dislivello positivo comunque pedalabile da fare quasi tutto con il 52. Poi boa e ritorno alla zona cambio, con il pensiero di un po' di pioggia a infastidirti e a rendere più insicura la discesa.
Ed è proprio la discesa la parte che ti è piaciuta meno, perché mentre in salita hai fatto una buona prova e ti sei tolto lo sfizio di superare un po' di persone, in discesa non sai com'è possibile, ma sembrava che tutti andassero più forte di te.
Arrivato alla zona cambio, scendi dalla bicicletta e rischi seriamente un paio di volte di cadere sul tappeto in discesa che porta alla tua postazione. Saranno state le gambe legnose per lo sforzo o i tacchetti degli scarpini, ti è sembrato di correre sulle uova.

La frazione a piedi comincia con una bella salita dalla zona cambio che ti mozza il fiato e ti costringe a rallentare sensibilmente. Ma dopo qualche centinaio di metri (e nel bel mezzo di un altro bel temporalino) riesci a prendere un passo che ti stà comodo e che porterai fino alla fine. Anzi, c'è da annotare un arrivo nettamente in progressione. Forse figlio anche dell'emozionante tratto corso in cima alla diga e del tifo del tuo pubblico personale.

A questo proposito ti ricorderai per sempre il bimbo che a pochi chilometri dall'arrivo quando ti vede arrivare ti urla: dai papà, stai andando velocissimo! Sorpassali tutti!! E te che mentre guardavi le facce divertite degli altri atleti e del pubblico pensavi a quanto è puro e contagioso il cristallino entusiasmo della fanciullezza.

Tempo finale: 1h 15' 25"
Parziali approssimativi che hai preso tu col cronometro: nuoto 12' 20", bici 37', corsa 21".
Questo tempo ti è valso il 68° posto su 136 partecipanti maschi. Stai esattamente a metà classifica e per te è un risultato di tutto rispetto.

La gara è stata entusiasmante, organizzata con precisione svizzera (sia la gara che la logistica pre e post) e in un contesto molto bello nella sua particolarità. Per avere il massimo dei voti secondo te sarebbero serviti il servizio cronometraggio con il chip e la medaglia ricordo per i finisher (anche se la maglietta è molto bella).

E per esternare quanto ti sei divertito, vuoi fare uno strappo alla regola non scritta che ti sei dato in questo post e allegare una foto in cui ti si vede in faccia. E' una foto che la zia stordita ti ha fatto a pochi chilometri dall'arrivo: eri stanco ma la tua espressione pensi spieghi più di mille parole quanto è divertente nuotare, pedalare e correre.
YEEAAA!!!!!!

PS in cui l'epica va a farsi benedire:
Sarà stata colpa del fatto che all'arrivo sei rimasto per qualche minuto con la maglietta bagnata con un po' di vento ad asciugarti, ma appena arrivato a casa hai cominciato a sentire malessere e brividi: febbre a 38°.
E' durata solo la sera e parte della notte, ma ti sei sentito uno sfigato colossale!

6 commenti:

  1. Grazie da Bettini Stefano e tutto il Piacenza Triathlon per il gradimento della nostra gara, spero di rivederti il prossimo anno, magari ad esordire su distanza olimpica. L'anno prossimo troverai anche il cronometraggio elettronico, per questo purtroppo la quota aumenterà di 5€, visto che faremo gara rank e dovremo mettere anche il montepremi. Per la medaglia finisher invece l'avrai quando terminerai il nostro 70.3!
    Ciao.

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  2. La medaglia solo per il 70.3? per l'olimpico niente?
    NNNOOOOOOO!!!!
    Mi sa che rimarrò per sempre smedagliato!!

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  3. Complimenti sia per la tua gara che per il racconto !

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  4. Grazie, grazie! Sono sempre piacevoli!

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  5. Complimenti Massimo, hai saputo raccontare in maniera semiseria una gara che , (conoscendoti) avrai preparato con attenzione.
    Segnale questo di spirito sportivo, che non ha dimenticato in primis la voglia di divertirsi, complimenti per il risultato e per il racconto.
    Domenica ti tiro il collo!!!!!!!!!!!

    Maurizio

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