venerdì 3 agosto 2012

Mario, l'atleta

Che un bambino di età prescolare e senza fratelli con cui giocare sviluppi nella sua mente la fantasia di un amico immaginario, penso sia abbastanza normale. Ma nel nostro caso l'amico immaginario non è, chessò, un coniglio gigante invisibile (tipo il pooka Harvey o il ben più inquitante Frank), o una tigre antropomorfa (come il fenomenale Hobbes).

L'amico immaginario del bimbo si chiama Mario e fa l'atleta.
Di molti sport.

Primo avvistamento: Giro d'Italia. (Mario Wiggins)
Guarda papà, quello è Mario!
Mario? E chi è Mario?
Mario è il mio amico, quello che va in bicicletta!
... a sì? e qual'è Mario di quel centinaio che stanno andando in bicicletta?
E' quello con il casco!

Secondo avvistamento: Europei di calcio. (Mario Balotelli).
Forza bimbo, facciamo il tifo insieme per l'Italia. FORZAAA!
BRAVII!!!
FORZA ITALIA!!!
Papà, adesso Mario fa il gol!!!
... Ma chi, Mario Balotelli?
Sì, il mio amico Mario Patelli!

Terzo avvistamento: staffetta 4x200 sl uomini alle olimpiadi. (Mario Phelps)
Bimbo, guarda che bravi, come nuotano veloci!
Anch'io nuoto così con la testa sotto.
Secondo te chi vince?
Il mio amico Mario è il più veloce di tutti!

Ora, la domanda è: ma da dove viene Mario?
Magari è la proiezione del suo inconscio, una manifestazione di creatività.
O magari, più semplicemente, c'è un cartone animato in cui il protagonista ha un amico che si chiama Mario ed è uno sportivo.
Per risolvere il mistero devo sperare in un colpo di fortuna come per il Sicaò o per la lingua al prosciutto!

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