mercoledì 1 febbraio 2012

Sei contento?

A volte il bimbo si dimostra un carattere testardo e viziato.
Sono sempre più frequenti i momenti in cui fa i capricci per un nonnulla e allora noi si deve alzare la voce.
Di solito basta questo.

Prendiamo ad esempio un brutto vizio che ha preso: per lui è un gioco tormentare la povera Lulù, cagnolina piuttosto anziana che vive con noi che non ha mai accettato completamente di essere stata esautorata nella scala degli affetti di casa da quasi tre anni. Infatti diciamo che Lulù sopporta malvolentieri il bimbo, e se potesse lo sbranerebbe (piccolo particolare: è un pincher di cinque chili). Il bimbo le vuole bene, ma il suo concetto di giocarci insieme è il mettersi a rincorrerla per tutta la casa urlando.
A questo punto urlo io di lasciarla stare e di solito sui si blocca e, dopo aver farfugliato qualche frase di scusa (ma, ma io volevo superarla .... ma lei non mi fa passare ....) si mette a piangere rifugiandosi in un angolino o sdraiato per terra in una scena mariomerola.

Dura poco la fase acuta (solo qualche singhiozzo) poi si passa alla fase due in cui, con le buone, cerchi di consolarlo e di fargli capire che stà sbagliando. A questo punto solitamente il bimbo se ne esce con una frase che da un lato fa ridere, e da un lato è di una profondità che solo i bambini:
papà, ma prima eri contento ...
Per lui (giustamente possiamo dire) essere contenti è il contrario di essere arrabbiati, quindi con questa frase è come se mi dicesse: ma perché alzi la voce, fino ad un attimo fa eri contento ed adesso questo atteggiamento, ma che sei impazzito?

E dopo che gli è passata il finale è lui che ti guarda sorridente (con la testa leggermente inclinata da un lato) e ti chiede:
adesso sei contento?
... e tu lo mangeresti!

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