lunedì 11 aprile 2011

Milano City Marathon 10-04-2011

Io il traguardo non l'ho vissuto.
Ho vissuto la partenza.
Ho vissuto tutti e 42 i fottutissimi kilometri.
Ma all'arrivo ero altro da me stesso. Ero trasfigurato.
Avevo una botta di adrenalina addosso data dall'incitamento e dall'emozione che non ero perfettamente lucido. Avevo la pelle d'oca su tutto il corpo nonostante i quasi 30 gradi.

Ma ce l'ho fatta!!
L'ho finita con un tempo decente (3:58:31), ma sono arrivato alla fine straziato!

Rispetto al post precedente è successo quasi tutto quello che temevo: sono partito troppo veloce, sono crollato miseramente sul finale, il caldo mi ha distrutto, lo stomaco mi si è rivoltato contro e il crollo delle prestazioni mi ha portato anche a camminare per circa un km attorno al 38°.

42 km per punti:
- la partenza con la fanfara dei bersaglieri a suonare l'inno d'Italia;
- il colpo di cannone;
- il passaggio sotto l'arco della partenza con Paradise City dei G'nR;
- le ragazze che corrono con il gonnellino e quello invece con i pantaloncini e il perizoma ;-)
- quelli della staffetta che mi superano a velocità folle;
- tutta l'acqua che mi sono versato addosso per rinfrescarmi;
- il passaggio davanti al duomo;
- gli automobilisti che urlavano contro i vigili;
- un automobilista che ci ha gridato di andare a correre nei campi (e noi corridori che gli davamo del pirla);
- il peacer delle 4 ore che incitava i corridori con cori da marines e hip hip hurrà;
- la staffetta delle ragazze che correvano vestite da conigliette;
- i volontari e qualche raro cittadino che ci incitava;
- smoot criminal (cantato dagli Alien Ant Farm) sparato a palla dagli autoparlanti il 39° km;
- cambio dei negrita cantato da una cover band al 41°;
- l'arrivo e l'abbraccio con il max che ha corso quasi tutto il tempo con me.

Questo è quanto di bello mi ricorderò quando fra qualche anno mi capiterà in mano la medaglia ricordo.

Quello invece che mi ricorderò comunque, ma con un altro spirito è la sofferenza che mi ha accompagnato per gli ultimi km, i crampi alle gambe all'arrivo e lo stomaco che mi ha abbandonato e mi ha costretto (mentre tornavo in macchina) a fermarmi in tangenziale a sboccare in una piazzola tutti i liquidi che avevo bevuto e quel pezzo di banana che ho incautamente mangiato in un ristoro verso la fine.

Oggi ho dolori dappertutto: alle gambe ma soprattutto alle spalle (ho corso troppo rigido).
Ma comunque, come aveva scritto sulla maglietta un corridore:

pain is temporary
pride is forever
 
... e io oggi sono, nonostante tutto,  un uomo diverso.
Ho corso la mia prima maratona, ed ho raggiunto la consapevolezza che, quando mi impegno, posso fare cose incredibili.

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