lunedì 24 gennaio 2011

Mio padre

Sto leggendo Il tempo che vorrei di Fabio Volo.
Il protagonista, trentenne di successo a Milano che arriva da una famiglia di provincia semplice e onesta ma con degli attriti di fondo, parla di suo padre:

Più cresco più penso di assomigliargli. Capisco cose che prima non capivo. Sto diventando sempre più simile alla persona che ho combattuto per una vita. Avevo bisogno di occhi da uomo per vedere veramente mio padre. Ora che sono in pace con lui, quando ritrovo in me comportamenti simili ai suoi non sono più così spaventato o agitato. Anzi, mi sembra di essere meno solo. Sono sereno con lui e cerco di esserlo con me. Salvo lui nel tentativo di salvare me, perdono mio padre nel tentativo di perdonare me stesso.
Di mio padre ho capito una cosa molto importante, forse la più importante per me. Ho aspettato per anni che lui mi dicesse "ti voglio bene", senza sapere che me lo aveva detto la volta che era venuto a casa mia a sistemarmi le piante, o prestandomi la macchina, o portando la mia a lavare, o quando mi ha chiesto se volevo che venisse a casa mia a montarmi la mensola nuova o quando mi ha riparato la bicicletta.
Non ha parole piene di sentimento o d'amore perché in lui si trasformano in azioni, in oggetti spostati, puliti, riparati, riordinati, creati. Il suo amore è pratico, è azione. Il suo dire è fare. Non riuscirà mai a dirmi "ti voglio bene", ma avrà sempre bisogno di fare qualcosa per esprimere questo sentimento.
Ho capito anche che, dopo tutti questi anni, se mi dicesse "ti voglio bene" o mi abbracciasse, sarei quasi infastidito, sicuramente a disagio. Non riesco nemmeno ad immaginare una frase del genere detta da lui.


Io non ho combattuto con mio padre.
Non ho bisogno di farmi perdonare qualcosa da lui o viceversa.
Ma l'affetto del fare io lo capisco e lo sperimento.
Non ricordo di aver mai sentito quella famigerata frase virgolettata dall'autore detta da mio padre, ma non ho dubbi al mondo che lui mi voglia bene.
Spesso scherzando con la biondina dico di venire da una famiglia di anaffettivi, e che, per contrappasso, io con lei (e con il bimbo) cerco di essere l'esatto opposto.

Buoni propositi per l'anno nuovo: dire a mio padre che gli voglio bene, magari di fronte a mio figlio.
Perché riconoscenza ed affetto sono due sentimenti che se chiaramente espressi sono importanti anche per chi li esprime.

1 commento:

  1. Anche io ho letto "Il tempo che vorrei" e Fabio Volo lo adoro! Mio padre è come il padre del libro, alle volte duro e riservato, che non dice " ti voglio bene" ma che ripara, sistema e aggiusta tutto quello che serve!

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